Recensione: SPLENDIDO VISTO DA QUI di Walter Fontana

Titolo: Splendido visto da qui
Autore: Walter Fontana
Editore: Giunti
Pagine: 288
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 14,00 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

Splendido visto da qui è il primo romanzo per il genere distopico scritto da Walter Fontana, che spalanca le porte ad un mondo futuro con chiari riferimenti al passato. "La paura del futuro è brutta. Non si può eliminare la paura dall’animo umano. Così abbiamo eliminato il futuro…" In questa semplice frase è forse racchiusa l’essenza stessa del romanzo, che narra di una società divisa in zone militarizzate: anni’60, anni’70, anni’80 , anni’90, anni Zero ed infine un Quartiere Generale.

In queste fazioni le persone vivono felici, inebetite e rasentano quasi la perfezione delle famiglie complete stile Mulino Bianco, dove tutti vivono spensierati e senza problemi e/o preoccupazioni per il futuro. Come ogni società che si rispetti ci sono dei divieti, come ad esempio il transito di persone ed oggetti da una Zona all’altra; chi si sente tanto coraggioso da provarci fa una brutta fine. Il passaggio è riservato solo ai militari e alle persone addette ai servizi pubblici, ed è proprio da questa categoria che ha inizio la storia. Tra questi vi è uno spazzino di nome Leo che svolge quotidianamente le sue mansioni rispettando la legge, senza finire nel mirino della dittatura. Un giorno però il suo pacato temperamento e la sua assoluta o forse "vacillante" devozione al governo, vengono messi a dura prova da un esilarante ritrovamento: una ragazza di nome Maia in fuga dalla sua fazione di nascita, gli anni’70, nascosta tra i bidoni della spazzatura. Da quel momento Leo metterà in forte discussione tutto ciò che lo circonda, si porrà dubbi riguardo il dovere dei cittadini e soprattutto riguardo il ruolo della dittatura, fino a quando deciderà di diventare l’emblema di un qualcosa che nessuno ha mai osato nominare: la libertà.

Le tematiche che fanno da sfondo a questo romanzo riprendono in qualche modo le azioni e i gesti di una parte della popolazione odierna, che vive ignara di ciò che la circonda e non si pone domande riguardo a chi e cosa li guida. Da apprezzare è il forte richiamo agli anni passati di tradizione italiana, con la cultura, le mode e le correnti tipiche di quei periodi, riportate in un contesto distopico e futuristico; un elemento, quindi, originale ed innovativo. Nulla da dire riguardo alla storia di base che ha un forte potenziale, ma il romanzo presenta comunque delle pecche, come ad esempio lo stile narrativo utilizzato, che a tratti fatica ad ingranare e a creare quella scintilla che dovrebbe mantenere attiva l’attenzione del lettore; in alcuni punti infatti, la storia diventa pesante, forse a causa dei forti richiami a un mondo che già conosciamo.

In conclusione consiglio questo romanzo a chi ha voglia di creare un ponte tra passato e futuro, e a chi oggi, in una società che si avvia ad una trasformazione tecnologica, ha una certa nostalgia per gli anni passati.

L'AUTORE
Walter Fontana ha pubblicato vari libri tra cui L’uomo di marketing e La variante limone, un cult più volte ristampato, e Non ho problemi di comunicazione. Tra le numerose collaborazioni nel mondo dello spettacolo, ha scritto testi teatrali per Angela Finocchiaro (Miss Universo e Open Day), collaborato a vari programmi tv (come Mai Dire Gol della Gialappa’s Band scrivendo negli anni per attori come Hendel, Bisio, De Luigi, Paola Cortellesi e tanti altri; e alcune edizioni di Zelig) e partecipato a diverse sceneggiature di film di Aldo Giovanni e Giacomo (Chiedimi se sono felice, La leggenda di al John e Jack, Tu la conosci Claudia?) e di Ale e Franz.

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