Recensione: Il bambino di Auschwitz, di Suzy Zail

Titolo: Il bambino di Auschwitz. Ispirato a una storia vera
Autore: Suzy Zail
Editore: Newton Compton
Pagine: 288
Anno di pubblicazione: 2015
Prezzo copertina: 9,90 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi 

Il bambino di Auschwitz, ispirato a una storia vera, si rivela un romanzo emozionante e coinvolgente. Alexander Altmann è ancora un ragazzo quando viene portato al campo di concentramento di Auschwitz, la rappresentazione dell’inferno sulla terra, dove solo i più forti sopravvivono, mentre per i deboli non c’è scampo. A10567, il numero seriale tatuato sul braccio, diventa il suo nuovo nome. Alexander ogni giorno è costretto ad assistere a violenze, atrocità, soprusi e ingiustizie, senza poter reagire. Per sopravvivere deve abbandonare l’altruismo, e indurire la mente e l’animo. La situazione cambia quando ad Alexander viene affidato il compito di domare il nuovo cavallo del comandante, da cui nasce un motivo di speranza: se riuscirà a superare la diffidenza dell’animale e a condurlo al passo, forse guadagnerà il rispetto dei suoi carcerieri. Se fallirà, invece, sarà la morte per entrambi.


L’ambientazione è descritta in modo particolareggiato, così come le sofferenze del campo, le pene dei prigionieri e la morte che regnava sovrana e incontrastata. Per quanto riguarda i personaggi sono molteplici e ispirati a persone reali. La stessa autrice narra, nelle ultime pagine del libro, la sua esperienza e il suo incontro con l’uomo che ha ispirato la storia, Fred Steiner, di cui Alexander riprende le speranze, le sofferenze, i sogni e gli incubi.

Il romanzo affronta la tematica dell'Olocausto da un punto di vista originale e coinvolgente, quello di un bambino costretto a crescere in fretta per uscire vivo dall'inferno. Inoltre l’autrice non si limita a fornire la classica dicotomia tra vittime e carnefici, ma tra quest'ultimi porta alla luce anche animi gentili, che nel loro piccolo si opponevano alle crudeltà inaudite dei campi. Lo stile è accurato, elegante e diretto, e all'interno del testo compaiono vere e proprie frasi in lingua ebraica, propabilmente per rendere ancora più realistica la narrazione. Un romanzo consigliato a tutti coloro che amano ricordare e scoprire sempre nuove storie sulla tragedia della Shoah.

L'AUTRICE
Suzy Zail ha lavorato come avvocato prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. In uno dei suoi libri ha raccontato la storia del padre, un sopravvissuto all’Olocausto. Vive a Melbourne.

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