Recensione: Tutto cambia. La saga dei Cazalet 5, di Elizabeth Jane Howard

Titolo: Tutto cambia. La saga dei Cazalet 5
Autore: Elizabeth Jane Howard
Editore: Fazi
Pagine:
650
Anno di pubblicazione: 2017

Prezzo copertina: 20,00 €


Recensione a cura di Eleonora Cocola

Gli anni Cinquanta sono sul finire, e diverse cose nella vita dei Cazalet sono sul punto di tramontare. L’azienda è sull’orlo del fallimento, e questo significa la fine di Home Place, la casa nel Sussex dove abbiamo visto crescere Polly, Clary, Louise e tutti i loro fratelli e cugini. In Tutto cambia le tre protagoniste femminili, che nei primi quattro romanzi sono state le voci più
significative ed emozionanti nella foltissima galleria di personaggi dipinti dalla Howard, passano in secondo piano. L’autrice dà più peso ai protagonisti maschili della famiglia, specie ai tre fratelli Cazalet, travolti da un cambiamento che non sono in grado di affrontare: il nuovo mondo del dopoguerra li coglie del tutto impreparati, tanto più che nessuno dei tre ci capisce molto di economia – era il Generale a tenere in piedi l’azienda – e la bancarotta è l’unico epilogo possibile. 

Le giovani leve della famiglia, Teddy e Simon, non sono in grado o non hanno la volontà di prendere in mano le redini della Cazalet. Finalmente sboccia il personaggio di Neville, fino adesso lasciato all’ombra della sorella Clary di cui conosciamo bene il carattere, i lutti e le insicurezze: in Tutto cambia è arrivato il momento di scoprire in che modo gli stessi lutti subiti da Clary hanno inciso su suo fratello, che da ragazzino irriverente si trasforma in un affascinante fotografo dai modi amabili ma dalla personalità piena di punti d’ombra. Altro personaggio a emergere è Rachel, che abbiamo sempre visto dimessa e intenta a prodigarsi per gli altri; profondamente colpita dalle disgrazie (economiche e non solo) di quest’ultimo volume, l’unica consolazione per i lettori solidali con questo bellissimo e triste personaggio è vedere la medesima solidarietà da parte dei suoi famigliari che le si stringono intorno per aiutarla.

La Howard avrà sicuramente avuto dei buoni motivi per concentrare maggiormente i suoi sforzi narrativi su altri personaggi - tutto sommato le tre bambine che nel primo volume giocavano nel parco di Home Place sono ormai donne risolte, e nonostante le difficoltà il loro futuro si prospetta decisamente più roseo di quello dei loro padri; ma questo passaggio in secondo piano delle ragazze è un peccato. Specialmente per quanto riguarda Louise, che in quest’ultimo capitolo viene palesemente trascurata dalla sua creatrice e alter ego: come se la Howard si fosse resa conto di aver creato con lei un ammasso emotivo troppo difficile da sciogliere, e lasciarla a macerare in un amore senza speranza per un uomo sposato era più semplice che averci davvero a che fare.

In quest’ultimo romanzo della saga cambia proprio tutto, anche il registro: non c’è più spazio per le lunghe digressioni sui singoli personaggi che ce li hanno fatti conoscere, amare, talvolta odiare o compatire negli scorsi capitoli; non c’è più tempo per soffermarsi sui dettagli più minuti delle loro vite, sui giochi dei bambini, sui pensieri dei ragazzi: in Tutto cambia i capitoli si fanno brevi e pieni di dialoghi incisivi, volti all’azione e alla chiusura dei conti in sospeso. Tutti i nodi vengono al pettine, tutti hanno il loro contrappasso: Zoe alle prese con una figlia egoista e impertinente come lo era stata lei; Clary che mentre sboccia come autrice di teatro fa ancora i conti con le sue insicurezze; Edward incapace di superare le sue debolezze, tenta di non ammettere di aver scelto la donna sbagliata; Rupert messo con le spalle al muro, tira fuori i suoi sogni dal cassetto in cui li aveva rinchiusi. E così via, fino alle ultime scene che vedono tutta la famiglia riunita per l’ultimo Natale a Home Place, in un racconto che nelle ultime pagine si fa sempre più visivo, fino a somigliare alla descrizione di un quadro, o meglio a quella di una sceneggiatura teatrale.

Elizabeth Jane Howard
Su tutte le pagine aleggia un’aria malinconica, il triste sentimento di un tramonto, che per i Cazalet è la consapevolezza di dover lasciar la vita che avevano conosciuto fino ad allora, e per il lettore è il congedo dai personaggi verso i quali sfido chiunque a rimanere indifferente. Il difetto principale di questo romanzo è che chiude una saga splendida, coinvolgente, scritta in maniera magistrale e piena di personaggi di cui si inizia ad avere nostalgia non appena si concludono le ultime pagine. Aspettando la serie tv (che verrà realizzata dagli stessi produttori di Downton Abbey) gli affezionati possono ingannare l’attesa con un altro bellissimo romanzo della Howard, Il lungo sguardo, e/o con la biografia dell’autrice, Un’innocenza pericolosa.

L'AUTRICE
Elizabeth Jane Howard (Londra, 1923 – Bungay, 2014). Figlia di un ricco mercante di legname e di una ballerina del balletto russo, ebbe un’infanzia infelice a causa della depressione della madre e delle molestie subite da parte del padre. Donna bellissima e inquieta, ha vissuto al centro della vita culturale londinese della seconda metà del Novecento e ha avuto una vita privata burrascosa, costellata di una schiera di amanti e mariti, fra i quali lo scrittore Kingsley Amis. Da sempre amata dal pubblico, solo di recente Howard ha ricevuto il plauso della critica. Scrittrice prolifica, è autrice di quindici romanzi. La saga dei Cazalet è la sua opera di maggior successo. Fazi Editore ha pubblicato il romanzo Il lungo sguardo e i primi quattro capitoli della saga: Gli anni della leggerezza, Il tempo dell’attesa, Confusione e Allontanarsi. 

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