Recensione: Una specie di paradiso, di Franco Giliberto e Giuliano Piovan

Titolo: Una specie di paradiso. La straordinaria avventura di Antonio Pigafetta nel primo viaggio intorno al mondo
Autore: Franco Giliberto, Giuliano Piovan
Editore: Marsilio
Pagine: 298
Anno di pubblicazione: 2018
Prezzo copertina: 18,00 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

Franco Giliberto e Giuliano Piovan hanno scritto un romanzo storico in cui mescolano con maestria finzione e fatti realmente accaduti. Tutto ruota intorno alla figura del geografo vicentino Antonio Pigafetta, un uomo istruito, curioso e appassionato delle stranezze che animavano il mondo del 1500. E proprio dalla Spagna ha inizio la sua grande avventura: nel 1519 a Siviglia, sale su una delle navi comandate da Ferdinando Magellano e dirette alle Molucche, le isole delle spezie più famose del mondo antico. Ma il viaggio non è così semplice come appare: da un lato ci sono problemi tra l’equipaggio che sfoceranno in eventi drammatici; dall’altro

occorrerà trovare el paso, lo stretto che nessuno conosce nell’America latina. 

Tra rotte in mari infiniti, tempeste implacabili e approdi in terre straniere, Antonio Pigafetta non esiterà a riportare tutto nei suoi diari di bordo, pagine intrise di descrizioni dettagliate riguardo la flora, la fauna, gli indigeni, gli usi e i costumi stranieri, cieli tersi o annuvolati. Non mancheranno righe dedicate a pensieri personali, ad emozioni difronte a qualcosa di sorprendente e unico, a preoccupazioni, a dolori per le perdite, a inquietudini per il viaggio, alla gioia per la riuscita della grande impresa. Una spedizione immensa, particolare e difficile che sarà documentata manualmente e grazie all’ingegno di un uomo come Pigafetta.

Antonio Pigafetta
Lo stile degli autori è chiaro e caratterizza un linguaggio aulico ed elegante. Il romanzo è fatto così bene sia nella stesura che nella copertina, tanto da far credere al lettore di avere tra le mani il diario reale di Pigafetta. E proprio di quest’ultimo, tra le righe, si evince un carattere forte, un animo da esploratore, una mente affilata capace di usare tanto la spada quanto la penna. E grazie alla sua acutezza di spirito possiamo leggere di luoghi verdeggianti, di una flora brillante e pericolosa, di mari cristallini, di brezze leggere, di stupori difronte a cose ignote, di tradizioni strane e meravigliose. Una cosa che personalmente ho apprezzato molto è stata la volontà degli autori di narrarci della natura umana: un dualismo fatto di bontà, cameratismo, compassione, ma allo stesso tempo egoismo, paura, e odio.

In conclusione è un romanzo in cui vi ritroverete a seguire due viaggi: uno introspettivo e profondo e uno fisico e pericoloso. Consigliato!

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