Recensione: Figli di sangue e ossa, di Tomi Adeyemi

Titolo: Figli di sangue e ossa
Autore: Tomi Adeyemi
Editore: Rizzoli
Pagine: 552
Anno di pubblicazione: 2018
Prezzo copertina: 18,00 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

Al mondo esistono libri che esercitano un fascino indescrivibile sul lettore ancora prima di essere pubblicati. Quando poi ci ritroviamo tra le mani il tanto amato e agognato romanzo non possiamo fare a meno di sentirci completi e attratti maggiormente da quelle pagine intrise di storie. Ed è proprio questo il caso di Figli di sangue e ossa, il romanzo scritto da Tomi Adeyemi che non solo non delude il lettore, ma addirittura supera le aspettative. Una cosa che va assolutamente detta in anticipo è che questo scritto vi lacererà l’animo e vi farà versare lacrime per la profondità, la sensibilità e la forza di cui è saturo. L’autrice senza giri di parole, mezzi termini o quel moralismo celato da buonismo, ci racconta attraverso la protagonista centinaia di storie vere:

dei genocidi, dei massacri, delle morti ingiuste e violente, delle persecuzioni, delle torture, della xenofobia che da sempre caratterizza l’essere umano, della superiorità ingiustificata dei potenti autoproclamati, dell’indifferenza umana difronte alle carneficine, dell’indignazione di pochi e del dolore di molti. 

@dianadworak
Migliaia di uomini, donne e bambini sofferenti trovano voce attraverso Zélie, una giovane ragazza proveniente dalle terre di Orïsha, un mondo in cui vige una monarchia spietata che da anni ha annientato la magia ed è guidata nientepopodimeno che da Saran, il re che senza remore, tempo prima aveva avviato un Raid uccidendo tutti i maji, ovvero le persone dotate di magia e caratterizzate dai capelli bianchi. Come se non bastasse, alle violenti e ingiuste morti aveva aggiunto la persecuzione razziale, relegando tutti i bambini dei maji al ruolo di Larve, ossia dei reietti della comunità discriminati, oppressi e vessati. La nostra protagonista Zélie è una di quei bambini, una di quelle anime che in tenera età ha dovuto assistere all’impiccagione materna portandone i segni per anni. Un evento che l’ha segnata nel profondo alimentando in lei la fiamma della disperazione, della vendetta e della giustizia. Sentimenti forti e chiari che la condurranno ad un unico obbiettivo: rovesciare il governo marcio e cruento di Saran, e restituire la dignità e la pace al suo popolo e a tutte quelle morti immorali che pesano sulla coscienza di un uomo malvagio. La giovane, accompagnata da suo fratello Tzain e dagli figli ribelli del re Amari e Inan, intraprende così un lungo viaggio fatto di magia pura, esistenzialismo, fato ed epicità che la condurranno alla riscoperta di un mondo sopito e rivoluzionario.

@jopainter
Lo stile dell’autrice e unico nel suo genere ed è talmente diretto da non lasciare nulla al caso o alla fantasia e si sposa perfettamente ad un linguaggio semplice e caratterizzato da etimologia africana. Personalmente sono rimasta esterrefatta difronte a cotanta bellezza narrativa: da un lato perché l’autrice crea un world building basato sulla mitologia africana e sulla cultura degli Yoruba, cosa insolita, affascinante e davvero interessante; dall’altro per la forza morale che trasuda dalle righe e quelle grida di dolore che finalmente trovano voce e attenzione. Inoltre, non potrete non rimanere affascinati dai personaggi: Zélie, una ragazza combattiva, spietata e in grado di trasformare il suo dolore in una forza senza precedenti che la spingerà negli anni a restare vigile, lucida e a prepararsi per la più grande battaglia della sua vita; Tzain, un giovane senza poteri, ma forte, coraggioso e pronto al sacrificio; Amani, una vera rivelazione femminile, un personaggio che a tratti seppur insicuro, si ribella ad un padre e ad un governo crudele e sceglie la giustizia ai legami familiari; ed infine Inan, l’altro figlio del re, quello complicato, quello che per l’intera durata del romanzo sarà diviso a metà tra la paura e il giogo paterno e la voglia di unirsi alla sorella e combattere per la liberazione. A mio avviso è un romanzo da cui traspare molto e da cui uscirete saturi di emozioni grazie alla capacità dell’autrice di raccontare qualcosa in modo che il lettore possa immergersi nelle sue parole; vi ritroverete a piangere e a disperarvi per le morti non meritate, a sentirvi oppressi e annichiliti per la l’impotenza difronte a tanta brutalità, a gioire e rafforzarvi con lo spirito combattivo e l’immensa forza d’animo dei ribelli, a schierarvi in prima linea accanto ai protagonisti.

In conclusione non è un romanzo semplice, al contrario è un mondo complesso e pregno di verità e crudezza che vi svuoterà l’animo. Imperdibile.

L'AUTRICE
Tomi Adeyemilaureata in letteratura ad Harvard e appassionata di mitologia nord-africana, a soli 24 anni è già sulle pagine della stampa internazionale per l’originalità e il clamoroso successo del suo primo romanzo. Un caso editoriale internazionale subito schizzato in testa alle classifiche americane, verrà pubblicato in 27 Paesi e diverrà un film per Fox 2000. ChildrenofBloodandBone.com

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