Recensione: I New Media Opportunità e rischi per la società, a cura di Gianpiero Gamaleri

Titolo:
I New Media Opportunità e rischi per la società
Autore: Gianpiero Gamaleri
Editore: Armando 
Pagine: 82
Anno di pubblicazione: 2024
Prezzo copertina: 12,00 €

Recensione a cura di Mario Turco

Nei dibattiti che vertono sull'intelligenza artificiale generativa finalmente i toni cominciano ad essere più distesi. Sembra, infatti, di poter quasi affermare che si sta superando il rigido steccato tra apocalittici e integrati a favore di una più analitica concettualizzazione filosofica. Dopo gli allarmistici esistenzialismi sulla perdita dell'umanità che essa comporta, adesso molti dibattiti partono invece dall'assunto che, come per ogni tecnologia dirompente della storia, è l'uso che i suoi utilizzatori ne fanno a decretarne la "bontà". Governare il cambiamento vuol dire non lasciarlo sciolto al libero mercato e alle sue distorsioni ma provare ad intercettarlo tramite magari sperimentazioni che non abbiano paura di sporcarsi le mani col nuovo media. Spingersi, ad esempio, a fare corsi di sceneggiatura cinematografica con l'AI o riprendere l'aureo filone delle interviste impossibili chiedendo all'Intelligenza Artificiale di impersonare il nobile e defunto interlocutore che si vuol far “parlare” possono essere ottimi esempi di questa nuova volontà. 


Proprio quest'ultimo caso è il soggetto di "I new media. Opportunità e rischi per la società", di Gianpero Gamaleri pubblicato da Armando Editore nell'esemplificativa collana “La sfida IA versus IU”. Nel libro del sociologo milanese l’intelligenza artificiale è chiamata a impersonare il famosissimo massmediologo canadese in un'intervista guidata e curata dallo stesso autore. Il tema dell'agilissimo saggio di 80 pagine è semplice e di sicuro fascino: cosa direbbe, oggi, Marshall McLuhan della realtà comunicativa che stiamo vivendo? Quale potrebbe essere la risposta dell'autore di uno degli slogan comunicativi più famosi della storia, quel spesso bistrattato "il medium è il messaggio", di fronte alla cascata di interrogativi che l'intelligenza artificiale generativa ha sollevato sin dal suo fulminante apparire? Come dice lo stesso Gamaleri nella sua introduzione l’idea è basica: “una batteria di domande anche sulla situazione attuale vengono (sic!) elaborate da un esperto e sottoposte a ChatGPT perché risponda a nome di una figura del passato. L’esperto stesso poi si incarica di valutare la pertinenza, la completezza, l’originalità ma anche i difetti delle risposte ricevute. Ad esempio, Marshall McLuhan, morto 43 anni fa, agli albori di Internet, dovrà rispondere sui social media e sul metaverso”. Ecco che, come nel machine learning, tornano quindi a contare più gli input immessi dal soggetto umano che gli output di una macchina che, in fondo, di mirabile ha solo la velocità dello scavo nei big data di cui è piena. In I new media. Opportunità e rischi per la società la personalità di Gamaleri emerge infatti in maniera sempre più netta, svelando presto la corda di un dialogo che abbandona l’inizio divulgativo per, quasi inevitabilmente, scadere sul meno interessante piano ideologico. Come in un match di boxe, il primo “pugno” che il sociologo sferra contro il suo collega digitale serve solo a fargli aprire la guardia: alla domanda sui possibili accentramenti di potere che l’ultima rivoluzione elettronica rischia di portare, il McLuhan di Chat GPT però obietta in maniera costruttiva che “l’evoluzione della comunicazione elettronica non è determinata unicamente dalla tecnologia, ma anche dalla decisioni prese a livello societario e politico”. 


Una risposta appropriata ma anodina che ha il suo fondamento nel richiamo all’intervento delle autorità e delle istituzioni replicato col solito equilibrismo tecnocratico, ad esempio, sui quesiti inerenti i deepfake, le echo chambers e l’influsso negativo degli influencer. Ma è col proseguire fin troppo incalzante delle domande (il botta e risposta con commento di una pagina è un meccanismo troppo chiuso) che il saggio va a naufragare in uno scontro aperto che non giova alla comprensione del lettore e alla sperimentazione proposta. È certamente ancora un limite strutturale delle intelligenze artificiali non saper argomentare e controbattere ma è soprattutto Gamaleri a mostrarsi un po’ arroccato nelle sue convinzioni quando si sente punto sul vivo sui temi religiosi su cui prova continuamente ad incalzare la macchina. Che il pensiero di McLuhan sia stato influenzato dalla sua conversione al cattolicesimo o che egli avrebbe necessariamente condannato l’abuso dei social da parte dei giovani sono posizioni religiose e non etiche che il laicissimo Chat GPT non può avallare né è ritenuto a conoscere. Cercare di far parlare l’intelligenza artificiale come se fosse la propria proiezione personale di un grande uomo del Novecento è un bug di impostazione teorica grave come le manipolazioni a cui è spesso sottoposta: non è il chatbot ad essere fallace ma il prompt di comando.

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