Recensione: Un inno alla libertà. Il mio amico Mameli e il suo canto per l'Italia, di Silvia Montemurro

Titolo:
Un inno alla libertà. Il mio amico Mameli e il suo canto per l'Italia
Autore: Silvia Montemurro
Editore: Mondadori
Pagine: 180
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 16,00 €

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Recensione a cura di Luigi Pizzi

Nella Genova ottocentesca, tra i vicoli odorosi di mare e il fermento politico del Risorgimento, si incontrano due ragazzi destinati a cambiare il corso delle proprie vite. Achille, nonostante il nome altisonante, è un giovane pacato, convinto di non avere particolare coraggio. Questa convinzione vacilla il giorno in cui conosce Goffredo Mameli, che lo salva dal pestaggio di un gruppo di bulli. Da quel momento nasce un’amicizia profonda e indissolubile. 

Immagine dal sito: https://www.sovraintendenzaroma.it/content/un-inno-alla-libert%C3%A0-omaggio-goffredo-mameli

Goffredo è l’opposto di Achille: uno spirito indomito, dalla rissa facile, animato da una passione ardente per la poesia e da un sogno grande quanto l’Italia stessa — arruolarsi per liberare e unire il Paese. Figlio dell’ammiraglio Giorgio Mameli, decorato eroe di mare, Goffredo non può seguire le orme paterne a causa del linfatismo, una malattia che gli provoca piaghe, problemi al fegato e palpitazioni. Ma se il mare gli è precluso, la terra e la parola restano campi aperti per la sua battaglia. Il cuore di Goffredo batte anche per Geronima, che lo ricambia, ma deve scontrarsi con la disapprovazione dei genitori di lei — soprattutto della madre — che lo considerano un ragazzo scapestrato. Achille, invece, scopre l’amore negli occhi verdi e magnetici di Lavinia, amica di Geronima. Dopo gli anni trascorsi alle Scuole Pie di Genova, i due amici si iscrivono all’Università, facoltà di Filosofia: Achille per autentica inclinazione allo studio, Goffredo per volere del padre, che non accetta l’idea che il figlio possa arruolarsi come semplice soldato, come proposto dal re Carlo Alberto. Ma se Achille si immerge nei libri e nelle conversazioni con Lavinia, Goffredo, insofferente alle aule, si avvicina sempre più alla politica. Prima entra nella società Entelema, un’associazione studentesca che coltiva ideali politici attraverso iniziative culturali; poi stringe amicizia con un giovane destinato a un ruolo importante nella storia d’Italia: Nino Bixio. Questo percorso, fatto di febbre ideale, poesia e incontri decisivi, conduce Goffredo alla creazione di un canto capace di accendere cuori e risvegliare coscienze: Il Canto degli Italiani. È l’inizio della sua corsa verso la Storia, una strada che cambierà anche Achille, costringendolo a scoprire che il coraggio, a volte, nasce quando meno te lo aspetti.

Immagine dal sito: https://moondo.info/wp-content/uploads/2021/09/Goffredo_Mameli-741x486.jpg

Con Un inno alla libertà, Silvia Montemurro ci regala un romanzo vibrante e appassionato che intreccia la grande Storia con la piccola storia di due ragazzi uniti da un legame fraterno, destinati a percorrere strade diverse ma parallele nel cuore pulsante del Risorgimento. Le giornate corrono tra i timidi amori, le ambizioni che nascono come fiori fragili e le aspirazioni ribelli che si concretizzano in versi. Achille ci accompagna per mano tra familiari conversazioni, passeggiate nel cuore della città e momenti carichi di idealismo. Il romanzo alterna il registro intimo e formativo, in cui seguiamo la crescita emotiva e morale di Achille, a quello epico e corale, che racconta la febbre ideale di Goffredo e la sua corsa verso un destino più grande di lui. Le tematiche affrontate sono molteplici: l’amicizia, l’amore in tutte le sue sfumature, il peso delle aspettative familiari, il potere della parola, ma anche il valore del coraggio — quello impetuoso di chi sfida apertamente il pericolo e quello silenzioso di chi resta e resiste. Montemurro scolpisce i personaggi con pochi tratti incisivi ma efficaci: Achille, riflessivo e inizialmente insicuro, che impara a riconoscere la propria forza; Goffredo, generoso e incendiario, capace di trasformare la passione politica in parole che ancora oggi vibrano. Lo stile dell’autrice è scorrevole, capace di passare dalla dolcezza di un dialogo privato al ritmo incalzante delle svolte storiche. Il risultato è un equilibrio tra romanzo di formazione, affresco storico e racconto di amicizia, che riesce a emozionare senza rinunciare alla precisione documentaria. Un inno alla libertà non è solo la storia di come nacque il Canto degli Italiani: è un tributo a tutte le voci giovani che, in ogni epoca, hanno creduto che valesse la pena lottare per un sogno collettivo. È un libro che trasforma la Storia in qualcosa di vicino e vivo, non limitato a date e fatti, ma fatto di respiro, coraggio e melodia dell’anima.

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