Recensione: Cronache della Foresta. Lo Spirito dell'inverno, di Mickaël Brun-Arnaud

Titolo
: Cronache della Foresta. Lo Spirito dell'inverno
Autore: Mickaël Brun-Arnaud, Sanoe (illustratore)
Editore: Terre di Mezzo
Pagine: 264
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 16,00 €

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Recensione a cura di Luigi Pizzi

Con Lo Spirito dell'Inverno, terzo volume della saga Cronache della Foresta, Mickaël Brun-Arnaud ci riporta nel mondo tenero e malinconico della foresta di Villa Corteccia, dove gli animali parlano, ricordano e amano come gli esseri umani, e dove ogni stagione è anche una stagione dell’anima. L’inizio è segnato dall’attesa. L’inverno è arrivato e con esso la neve, i cieli lattiginosi e il silenzio che avvolge la foresta. Tutti si preparano a festeggiare Yule, ma due figure mancano all’appello: Mimosa e Seraphine Volpe, esploratori e commercianti, che hanno lasciato Villa Corteccia per un viaggio verso il Grande Nord, promettendo di tornare con un dono per il piccolo Bartholomé. Passano i giorni, poi le settimane, e nessuna notizia giunge da loro. Il villaggio inizia a temere il peggio, e Bartholomé, affranto ma determinato, convince suo zio Archibald, libraio saggio e affettuoso, a partire insieme alla loro ricerca. I due salgono a bordo della Stella di Villacorteccia, un treno a vapore che attraversa la foresta fino ai confini del mondo conosciuto. Il viaggio che intraprendono non è solo geografico, ma anche interiore: ogni tappa porta alla luce segreti, ricordi e leggende che si intrecciano con la scomparsa dei due genitori. Lungo il cammino incontrano personaggi nuovi e affascinanti — viaggiatori misteriosi, una vecchia tartaruga custode di antichi saperi, e un passeggero clandestino che si rivelerà decisivo.


La narrazione alterna momenti di calma e contemplazione a episodi di tensione, tra sogno e realtà. La foresta, ormai avvolta dal gelo, sembra popolata da presenze invisibili: sussurri nel vento, ombre tra gli alberi, tracce che conducono verso l’ignoto. Eppure, dietro la paura si nasconde un sentimento più profondo — la presenza dello Spirito dell’Inverno, una creatura leggendaria che secondo i racconti antichi appare solo quando la foresta rischia di perdersi nella disperazione. Man mano che il viaggio procede, Bartholomé cresce, impara ad affrontare il dolore e il senso di colpa, e a comprendere che la memoria è una forma di amore che non muore. Archibald, dal canto suo, si trova diviso tra la saggezza dell’adulto e la fragilità di chi teme di non poter proteggere il nipote da tutto. La relazione tra i due è il cuore pulsante del romanzo: una storia di affetto e trasmissione, in cui le parole e i ricordi diventano rifugio e bussola. 

Brun-Arnaud riesce a mantenere un equilibrio raro: costruisce un racconto d’avventura che è anche una meditazione poetica sulla perdita, sul tempo e sulla capacità di resistere alla paura. Lo Spirito dell’inverno diventa allora metafora della vita stessa — il freddo che immobilizza ma che custodisce anche la promessa della rinascita. La scrittura dell’autore è fluida, musicale, ricca di immagini. L’inverno non è solo un’ambientazione: è un personaggio che parla con il suo silenzio e con i suoi paesaggi. Le illustrazioni di Sanoe completano magistralmente il testo, alternando tavole ampie e malinconiche a piccoli dettagli pieni di calore. Le tonalità ghiaccio si fondono con accenti dorati, creando un’atmosfera che ricorda le fiabe nordiche, ma con una profondità psicologica tutta moderna. Lo Spirito dell'Inverno non è solo una storia sulla memoria o sull’amicizia, ma anche sulla paura di perdere chi si ama e sul coraggio di continuare a cercarlo. L’autore non promette un lieto fine semplice: la luce arriva solo dopo aver attraversato l’oscurità. Alla fine, ciò che resta non è solo la risposta al mistero della scomparsa di Seraphin e Mimosa, ma la consapevolezza che ogni viaggio — anche il più doloroso — serve a ritrovare se stessi e chi si ama, in una forma nuova.

Mickaël Brun-Arnaud ha studiato psicologia e ha lavorato con persone affette da Alzheimer e malattie neurodegenerative. Nel 2018 ha fondato a Parigi la libreria Le Renard Doré, specializzata in manga e cultura giapponese. Con Terre di mezzo Editore è uscito Cronache della foresta. Le memorie perdute (2024), Cronache della foresta. I diari segreti (2024), Cronache della foresta. Lo spirito dell’inverno (2025) illustrati da Sanoe.

Sanoe dopo i suoi studi di animazione, crea un universo che spesso evoca il mondo di Hayao Miyazaki.
Nel 2016 ha pubblicato il suo primo albo illustrato, per poi approdare al mondo del fumetto.

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