Titolo: Il circolo dei congiurati
Valier è un protagonista riuscito perché non è un detective infallibile, ma un uomo stanco, ferito, che ha perso tutto: carriera, posizione sociale, fiducia nelle istituzioni. Proprio questa fragilità lo rende interessante. Ogni passo dell’inchiesta è anche un passo nel suo riscatto morale: se accetta il caso rischia di finire di nuovo nel mirino degli austriaci, se lo rifiuta tradisce se stesso e le idee per cui ha già pagato. Attorno a lui si muove una galleria di personaggi tipica dei romanzi di Lanzotti: patrioti di dubbia purezza, informatori che giocano su più tavoli, funzionari imperiali freddi e pericolosi, donne che devono sopravvivere in un mondo dove la politica invade perfino le faccende di casa. L’ambientazione è uno dei veri punti di forza. Venezia non è la cartolina luminosa da gondole al tramonto, ma una città fredda, avvolta dalla nebbia, attraversata da un clima costante di sospetto: calli buie, campielli semi deserti, palazzi fatiscenti dove si riuniscono in segreto complottisti di ogni tipo. L’acqua dei canali diventa una presenza inquieta, sempre pronta a inghiottire prove e testimoni. L’autore sfrutta bene questo scenario, facendo sì che ogni spostamento di Teodoro sia anche un viaggio nella geografia morale della città: dai caffè frequentati dagli austriaci ai bassifondi dove si mormora ancora il nome di Manin. Dal punto di vista del ritmo, il romanzo alterna con equilibrio le scene d’indagine classica (interrogatori, pedinamenti, ricostruzioni) a momenti più introspettivi in cui Valier fa i conti con il proprio passato. Non mancano inseguimenti e colpi di scena, ma sono sempre credibili e inseriti in una cornice storica curata: la repressione austriaca, le conseguenze del fallimento insurrezionale, il ruolo ambiguo della polizia sono resi con attenzione alle fonti senza appesantire la lettura. In definitiva, Il circolo dei congiurati è un ottimo avvio di serie: presenta un investigatore segnato dalla Storia, lo cala in una Venezia crepuscolare e costruisce un intreccio in cui complotto politico e giallo procedono di pari passo. È consigliato a chi ama i romanzi storici con atmosfera forte, a chi cerca un protagonista moralmente complesso e a chi è affascinato dall’Ottocento italiano visto non dai palchi dei teatri, ma dalle calli umide dove si decide il destino dei “vinti”.
Paolo Lanzotti è nato a Venezia e si è laureato in filosofia all’Università di Padova. Lettore onnivoro, con predilezione per la divulgazione storica e quella scientifica, ama la musica classica e il teatro di posa. È autore di diversi romanzi gialli, libri per ragazzo e della fortunata serie di gialli storici «Le indagini di Marco Leon», apparsa presso Tre60 e in edizione tascabile presso TEA. Il circolo dei congiurati è un nuovo caso per l’ex funzionario di polizia Teodoro Valier, già protagonista de La voce delle ombre (Mondadori 2017).
Autore: Paolo Lanzotti
Editore: TEA
Pagine: 336
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 16,00 €
Editore: TEA
Pagine: 336
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 16,00 €
Acquista su Amazon: https://amzn.to/3JJVFAS
Recensione a cura di Luigi Pizzi
Il circolo dei congiurati di Paolo Lanzotti è un romanzo che unisce la tensione del giallo politico al respiro del grande affresco storico. Siamo a Venezia nel 1850, un anno dopo il crollo della Repubblica di San Marco guidata da Daniele Manin: la città è tornata sotto il controllo austriaco, la delusione politica serpeggia sotto i portici, gli ex patrioti fingono obbedienza mentre covano rancore. In questo scenario si muove Teodoro Valier, ex funzionario di polizia che ha pagato cara la scelta di appoggiare i repubblicani: degradato e messo ai margini, ora tira avanti come scrivano di strada, copiando lettere per chi non sa scrivere e cercando di non dare troppo nell’occhio. La quiete precaria si spezza quando una vedova lo raggiunge per chiedergli aiuto: l’uomo che oggi è accusato di omicidio è amico del marito su cui Valier aveva indagato l’anno prima, in un caso mai del tutto chiarito. La donna è convinta della sua innocenza e pretende che Teodoro cerchi la verità che la polizia non vuole vedere. Da lì parte un’indagine che da un delitto apparentemente “privato” si allarga fino a sfiorare un circolo clandestino di patrioti, figure ambigue in bilico tra eroismo e terrorismo, e le stesse autorità austriache, pronte a usare ogni pretesto per soffocare qualsiasi fermento rivoluzionario.
![]() |
| Immagine realizzata con l'IA |





















