Titolo: Salva la faccia, Parker!
Autore: Richard Stark
Editore: Time Crime
Pagine: 176
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 14,00 €
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Richard Stark è uno degli pseudonimi di Donald E. Westlake (1933-2008), tra gli autori più talentuosi della narrativa poliziesca americana che ha iniziato la sua carriera alla fine degli anni Cinquanta. I suoi personaggi più noti sono John Dortmunder, un ladro piuttosto sfortunato, e uno spietato criminale di nome Parker. Le sue opere gli hanno valso tre Edgar Award e un premio Grand Master della Mystery Writers of America. Della serie su John Dortmunder sono disponibili nel catalogo Timecrime La pietra che scotta, diventato nel 1972 un film con Robert Redford, e il secondo capitolo Tiro di sponda, pubblicati con il suo vero nome, Donald E. Westlake. Nella stessa collana, sono invece pubblicati sotto lo pseudonimo Richard Stark Il cacciatore e ora Salva la faccia, Parker!, i primi due volumi sul personaggio di Parker, cui seguirà The Black Ice Score. La serie ha ispirato il film Play Dirty, in produzione per Amazon MGM Studios e Team Downey, con protagonista Mark Wahlberg.
Autore: Richard Stark
Editore: Time Crime
Pagine: 176
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 14,00 €
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Recensione a cura di Luigi Pizzi
"Salva la faccia, Parker!" di Richard Stark è un romanzo in cui la trama si muove con la stessa logica spietata del suo protagonista: lineare, essenziale, priva di sentimenti superflui ma costruita con un ritmo implacabile. È la seconda avventura di Parker, il ladro professionista creato da Donald E. Westlake sotto lo pseudonimo di Stark, e riprende la sua storia poco dopo gli eventi di Il cacciatore. Parker è un uomo braccato: ha compiuto la sua vendetta, ha perso tutto e adesso deve scomparire. Per questo si sottopone a un intervento di chirurgia plastica clandestina, un’operazione dolorosa e rischiosa che gli restituisce una nuova faccia — ma non una nuova vita. Dopo l’operazione, Parker torna subito al suo ambiente naturale: quello del crimine. Ha bisogno di denaro e di una nuova rete di contatti. È in questo momento che incontra Skimm, un vecchio complice che gli propone un colpo semplice e redditizio: rapinare un furgone blindato che trasporta denaro per una società privata, un colpo pianificato nei minimi dettagli grazie alle informazioni di una donna, Alma, che lavora per la compagnia e che conosce i movimenti del veicolo. Il piano sembra perfetto, ma come in ogni storia di Stark, la perfezione è solo un’illusione. Mentre Parker studia il percorso, recluta la squadra e osserva ogni dettaglio della logistica, comincia a percepire che qualcosa non torna. Alma, la donna che fornisce le informazioni, è più ambigua di quanto appaia: i suoi occhi calcolatori tradiscono una tensione che Parker conosce bene — quella di chi trama per tradire. Lei non vuole solo una parte del bottino, vuole eliminare gli altri per tenere tutto per sé. Ma Parker non è un uomo che si lascia sorprendere due volte dalla vita...
"Salva la faccia, Parker!" di Richard Stark è un romanzo in cui la trama si muove con la stessa logica spietata del suo protagonista: lineare, essenziale, priva di sentimenti superflui ma costruita con un ritmo implacabile. È la seconda avventura di Parker, il ladro professionista creato da Donald E. Westlake sotto lo pseudonimo di Stark, e riprende la sua storia poco dopo gli eventi di Il cacciatore. Parker è un uomo braccato: ha compiuto la sua vendetta, ha perso tutto e adesso deve scomparire. Per questo si sottopone a un intervento di chirurgia plastica clandestina, un’operazione dolorosa e rischiosa che gli restituisce una nuova faccia — ma non una nuova vita. Dopo l’operazione, Parker torna subito al suo ambiente naturale: quello del crimine. Ha bisogno di denaro e di una nuova rete di contatti. È in questo momento che incontra Skimm, un vecchio complice che gli propone un colpo semplice e redditizio: rapinare un furgone blindato che trasporta denaro per una società privata, un colpo pianificato nei minimi dettagli grazie alle informazioni di una donna, Alma, che lavora per la compagnia e che conosce i movimenti del veicolo. Il piano sembra perfetto, ma come in ogni storia di Stark, la perfezione è solo un’illusione. Mentre Parker studia il percorso, recluta la squadra e osserva ogni dettaglio della logistica, comincia a percepire che qualcosa non torna. Alma, la donna che fornisce le informazioni, è più ambigua di quanto appaia: i suoi occhi calcolatori tradiscono una tensione che Parker conosce bene — quella di chi trama per tradire. Lei non vuole solo una parte del bottino, vuole eliminare gli altri per tenere tutto per sé. Ma Parker non è un uomo che si lascia sorprendere due volte dalla vita...
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| Immagine dal film "Play Dirty" |
Il mondo costruito da Stark è spoglio, implacabile nella sua logica interna: non c’è redenzione, non c’è pietà, solo efficienza e destino. Parker è un professionista che lavora sulle conseguenze più che sulle motivazioni. Lo stile narrativo si muove su due piani principali. Il primo è quello della preparazione: Parker organizza l’azione, studia la strada, valuta i complici (tra cui Skimm e la donna che fa da “finger”, Alma), riconosce le falle. La tensione cresce proprio nell’attesa, nell’ordinario che si introduce progressivamente nel crimine. Il secondo è quello del conflitto: non tanto lo scontro con la legge, quanto l’allineamento sempre più inquietante tra Parker e coloro che lo circondano, fino a comprendere che cambiare volto non significa cambiare destino. Il libro si fa apprezzare per la costruzione del milieu: il mondo del crimine organizzato non è solo habitat isolato, ma complemento della società stessa. Inoltre, Stark non indulge in psicologie complesse: Parker è un uomo che agisce, che non si spiega, che dà per scontato il fatto di essere un criminale. Questa seconda avventura ha un ritmo meno serrato rispetto al primo romanzo e sono più le scene di viaggioche quelle di azione. Eppure, proprio queste pause diventano funzionali alla costruzione dell’atmosfera: la calma che precede l’assalto, il volto nuovo che non potrà più essere completamente suo, il corpo che è sopravvissuto ma l’anima che è già caduta. In definitiva, Salva la faccia, Parker! si configura come un romanzo che non cerca la simpatia del lettore né una catarsi consolatrice, ma espone il lato freddo del crimine come se fosse mestiere, come se fossero ingranaggi e non passioni. Per chi ama il noir duro, il racconto secco, la morale che non sorride e il protagonista che non chiede perdono, è una lettura che mantiene la promessa: cruda, precisa, senza fronzoli.
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