Recensioni: Lo Hobbit - La desolazione di Smaug (2013); Molière in bicicletta (2013)

Thorin Scudodiquercia (Richard Armitage), lo "scassinatore" Bilbo Baggins (Martin Freeman) e gli altri undici Nani sono in viaggio verso il Regno di Erebor, dove sperano di poter scacciare il drago Smaug. Tuttavia durante il viaggio sono costretti a sfuggire ad un gruppo di orchi capitanati da Azog, che vuole uccidere Scudodiquercia prima dell'arrivo alla Montagna Solitaria. E mentre la compagnia dei Nani è costretta prima a rifugiarsi dal mutaforma Beorn (Mikael Persbrandt) e poi ad attraversare Bosco Atro, una pericolosa foresta infestata da ragni giganti, Gandalf il Grigio (Ian McKellen) lascia la compagnia per indagare sul "Negromante", un'antica forza del male che sta diventando sempre più potente. Riusciranno i Nani a raggiungere la Montagna Solitaria e Gandalf a sconfiggere il "Negromante" per evitare una nuova guerra?

La desolazione di Smaug è il secondo episodio della trilogia tratta dal romanzo "Lo Hobbit" di J.R.R. Tolkien. Sulla scia del primo, la storia procede in modo lineare e i colpi di scena risultano piuttosto prevedibili. Tuttavia la qualità estetica del film non è in discussione (dall'eccelsa computer grafica ai sontuosi effetti speciali - da Oscar -, passando per i bellissimi costumi) e questo permette allo spettatore di immergersi completamente nel mondo creato da Peter Jackson. Inoltre, come per il primo episodio, l'ironia accompagna il viaggio dei Nani, rendendo il film leggero e divertente. Un film consigliato agli appassionati del genere, agli amanti di Tolkien e a tutti coloro che cercano un intrattenimento di qualità.

Gauthier (Lambert Wilson), attore sulla cresta dell'onda, per portare in scena Il misantropo di Molière decide di recarsi da Serge (Fabrice Luchini), un ex collega che vive in completa solitudine sull'Île de Ré. Tuttavia convincere Serge a tornare in scena si rivelerà tutt'altro che facile e il carattere scontroso dell'uomo metterà a dura prova la pazienza di Gauthier. E quando la passione per la recitazione e per la poesia di Molière sembrano riuscire nel miracolo, l'infatuazione di Serge per Francesca (Maya Sansa), una donna italiana, finirà per complicare tutto.

Molière in bicicletta, diretto dal regista francese Philippe Le Guay, è una commedia dolceamara che rende omaggio ad uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi, Jean-Baptiste Poquelin in arte Molière, attraverso una delle sue opere più nere: Il misantropo. Il rapporto tra Alceste, idealista poco incline alle ipocrisie, ai compromessi e al vivere sociale, e Filinte, che al contrario preferisce la dissimulazione pur di rimanere ancorato alla società, si materializza nell'incontro-scontro tra Lambert Wilson e Fabrice Luchini, in un tentativo metacinematografico (ben riuscito) di affrontare temi esistenziali di grande rilevanza, oltreché di mostrare il narcisismo e l'egocentrismo tipico degli attori. Un film che trae la sua forza dalla superba interpretazione di Fabrice Luchini e Lambert Wilson, che danno vita ad irresistibili diatribe dialettiche e letture teatrali di pura poesia. Mentre il personaggio femminile, interpretato dall'italiana Maya Sansa, in qualche modo simboleggia la fragilità e la "corruzione" della società, a cui risulta impossibile sottrarsi. Un piccolo gioiello che vi farà riflettere e divertire. Da non perdere!

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