Recensione: DARKLAND di Paolo Grugni

Titolo: Darkland. Il male cerca l'oscurità e odia la luce 
Autore: Paolo Grugni 
Editore: Melville 
Pagine: 253 
Anno di pubblicazione: 2015 
Prezzo copertina: 16,50 €

2015. Karl Jerzyck, professore di criminologia all'università di Monaco, dopo una discussione accesa con uno studente viene sospeso e, contestualmente, allontanato da casa dalla moglie, che non sopporta più i suoi repentini cambi d'umore. Per questo si trasferisce a Ettlingen, all'estremità nord della Foresta Nera, presso la casa di alcuni amici biologi marini. Non molto lontano dall'abitazione, Karl ritrova casualmente i resti di alcune persone scomparse venticinque anni prima, e per saperne di più decide di mettersi in contatto con
Arno Schulze, l'ex ispettore di polizia incaricato delle indagini. Quest'ultimo non si è mai rassegnato al fallimento del caso, e così, nonostante l'età e uno stato di salute non ottimale, decide di riprendere le indagini, chiedendo aiuto proprio al professore.

La misteriosa svastica nella foresta di Zernikow (Germania)
La nuova pista porta i due ad investigare sulla Edda, una società esoterica frequentata da neonazisti che sembrano tramare qualcosa di importante. Intanto la ripresa delle indagini coincide con una serie di nuove sparizioni, questa volta a Friburgo. Possibile che si tratti di una casualità? Per scoprire la verità e provare a salvare la vita delle persone scomparse, Karl e Arno si lanciano in un viaggio pericoloso che li porterà indietro nel tempo, ai campi di sterminio e ai folli esperimenti del dottor Josef Mengele, conosciuto come l'angelo della morte...

Josef Mengele
Darkland, primo romanzo della neonata casa editrice Melville, è un thriller molto interessante che pone in risalto la passione dell'autore per la storia, in particolare quella tedesca. L'inizio è folgorante e riesce subito a catturare l'attenzione del lettore, trasportandolo nel clima cupo e piovoso della Foresta Nera. Tra casi irrisolti, fantasmi del passato, società esoteriche, persone scomparse e fanatici neonazisti pronti a uccidere pur di raggiungere i propri scopi, la lettura regala diversi colpi di scena e mantiene un buon ritmo fino all'epilogo, tutt'altro che banale. I due personaggi principali, Karl e Arno, sono ben caratterizzati dall'autore e, nonostante le differenze, insieme formano una bella coppia: colto, perspicace, inquieto e irascibile il primo; appassionato, tenace e testardo il secondo. L'aspetto più interessante del romanzo, però, riguarda l'originale chiave di lettura che l'autore offre dell'ideologia nazista, soprattutto in riferimento all'antiebraismo (alla base delle persecuzioni razziali che poi porteranno alla tragedia della Shoah). Non si tratta di negazionismo, ma al contrario Grugni scarica maggiori responsabilità sugli autori del genocidio, e mette in luce il fallimento del processo di denazificazione in Germania, utile solo per annacquare la verità e coprire una parte dei colpevoli.

Castello di Wewelsburg (Germania)
Gli unici appunti, più che altro rivolti alla casa editrice, riguardano la presenza di qualche refuso di troppo e la sistemazione, a mio avviso poco felice, delle note alla fine del libro invece che a piè di pagina.

L'AUTORE
Paolo Grugni (Milano, 1962), germanista, oltre a Darkland, ha pubblicato sette romanzi: Let It Be (Mondadori, 2004), Mondoserpente (Alacrán, 2006), Aiutami (Barbera, 2009), Italian Sharia (Perdisa Pop, 2010), L’odore acido di quei giorni (Laurana, 2012), La geografia delle piogge (Laurana, 2013), L'Antiesorcista (Novecento, 2015).

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