Recensione: IL FIGLIO DI RAMSES. LA CITTA' SACRA. Il quarto e ultimo volume della saga di Christian Jacq

Titolo: La città sacra. Il figlio di Ramses
Autore: Christian Jacq
 
Editore: Tre60
Pagine: 272
Anno di pubblicazione: 2016

Prezzo copertina: 9,90 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi


Nell’antica capitale di Menfi sembra imperversare una doppia battaglia: una di natura romantica e sentimentale, in quanto il principe Setna ritornato in città non vede l’ora di abbracciare e di ricongiungersi con la sua amata Sekhet; l’altra di origine oscura e divina che vede il mago nero, Keku, lottare per impadronirsi del Vaso di Osiride. L’oscuro signore, potente e malevolo, altri non è che il padre della bella e coraggiosa Sekhet, la quale
viene rapita dal genitore grazie ad un meschino tranello e all’aiuto dei suoi soldati. Il motivo di questo gesto risiede nel fatto che il mago necessita dell’anima della figlia per sfruttare pienamente i poteri del magico Vaso, trasformandolo una volta per tutte in una feroce arma di distruzione di massa.

Tutto per rovesciare la dinastia di Ramses e far piombare il regno in anni oscuri e freddi. Setna, figlio del faraone, avrà quindi il compito non solo di salvare la sua amata prima che sia troppo tardi, ma dovrà anche sottrarre l’antico cimelio prima che la fine giunga nella sua terra. Tra corse contro il tempo e duelli all’ultimo sangue, riuscirà ad essere preservata l’eredità del faraone?

Christian Jacq, utilizzando uno stile elegante e diretto, alterna scene di pura adrenalina come gli scontri corpo a corpo, a scene poetiche e ricche di pathos come l’incontro tra i due personaggi. Quest'ultimi si dimostrano sia guerrieri pronti a sacrificare se stessi per la propria terra, sia esseri umani schiavi di sentimenti e passioni. Va detto, inoltre, che in questo quarto volume, a differenza dei precedenti, le ambientazioni hanno una descrizione superflua, mentre lo scritto nell’insieme ha un’impronta più mistica e divinizzante. Tutte le azioni e le vicende si concentrano maggiormente intorno all’uso buono e cattivo di oggetti sacri, alla lotta tra forze del bene e del male e alla profondità della fede personale di ogni individuo. Ovviamente va ricordato che il libro, anche in questo caso, è adorno di disegni, raffigurazioni, illustrazioni e simboli legati al mondo egizio e alla sua eterna storia. Mentre ho ritenuto il volume precedente una sorta di “book-crossing” (libro di passaggio), non posso che consigliare a tutti i fan della serie questo avvincente epilogo.

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