Recensione: Il ponte dei delitti, di Philip Gwynne Jones

Titolo: Il ponte dei delitti 
Autore: Philip Gwynne Jones
Editore: Newton Compton
Pagine: 320 
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo copertina: 9,90 € 

Nathan Sutherland, traduttore e console inglese a Venezia, vive un'esistenza tranquilla e cerca di risolvere i problemi dei connazionali in visita nella città lagunare. Un lavoro di solito noioso, ripetitivo, almeno fino a quando nel suo ufficio si presenta un personaggio enigmatico, Mr. Montgomery, che gli chiede di conservare un piccolo pacchetto in cambio di tanti soldi. Fiutando puzza di guai, il console decide di declinare quella strana offerta, ma alla fine, tratto in inganno, riceve comunque il pacco. Aprendolo, scopre che si tratta di un libro di preghiere illustrato dal
maestro veneziano Giovanni Bellini... o forse no?!


Venezia
Mentre si interroga sull'autenticità dell'opera e sulla sua provenienza, Nathan viene contattato da Arcangelo Moro, un ricco veneziano che sembra interessato al pacco. Spaventato, il console decide di indagare su Moro, scoprendo, attraverso un ex giornalista caduto in disgrazia proprio a causa di quest'ultimo, che si tratta di un uomo pericoloso, pronto a tutto pur di mettere le mani su quello che desidera. Così, quando viene aggredito nel suo appartamento, riuscendo a salvarsi per miracolo, Nathan capisce che l'unico modo per tirarsi fuori da questa brutta storia è scoprire cosa si cela dietro quel "gioco" sanguinario...

Venezia
Il ponte dei delitti (titolo che c'entra poco e nulla con la storia!) è un noir che si legge tutto d'un fiato. Philp Gwinne Jones, scrittore gallese che vive in Italia, unisce l'humour inglese con una buona conoscenza della città e, in generale, della storia politica e sociale del nostro Paese. Nathan Sutherland, il protagonista, si rivela un personaggio spassoso, tipico antieroe che finisce nei guai per sbaglio. Al suo fianco, un gatto insopportabile, un amico pronto a tutto, un'affascinante restauratrice, un ex giornalista d'inchiesta alcolizzato, un falsario e truffatore, un sicario e due ambigui fratelli veneziani - simboli del potere e della corruzione. Protagonista (ovviamente) è anche la città di Venezia con i suo scorci unici, le sue calli, i suoi ponti, la massa enorme di turisti, i vaporetti, l'umidità, l'acqua alta, le infinite opere d'arte e quel fascino misterioso tipico di una femme fatale.

Ca' d'Oro (Venezia)
Un libro enigmatico, un gioco sadico e perverso, opere d'arte rubate, un errore giudiziario e una controversa situazione sentimentale: sono questi gli elementi intorno al quale l'autore costruisce il romanzo, che, come detto, si legge con piacere. Un libro da consigliare a chi ama il genere noir, la città di Venezia e quell'irrestistibile umorismo inglese.

L'AUTORE
Philip Gwinne Jones è nato nel Galles del Sud nel 1966. Ha vissuto e lavorato in diversi Paesi europei prima di stabilirsi in Scozia nel 1990. È venuto in Italia per la prima volta nel 1994, lavorando per qualche tempo presso la sede di Frascati dell’Agenzia Spaziale Europea. Oggi è insegnante, scrittore e traduttore, e vive a Venezia.

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