Titolo: Tartarughe all'infinito
Autore: John Green
Editore: Rizzoli
Pagine: 352
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo copertina: 17,50 €
Aza Holmes è una ragazza sedicenne di Indianapolis che frequenta la scuola dove insegna la mamma, il suo unico genitore in vita dopo la morte del padre. All'apparenza, Aza sembra una ragazza come tutte le altre, ma in realtà combatte ogni giorno con un disturbo ossessivo compulsivo: è ossessionata dai microbi, in particolare dalla paura di contrarre il Clostridium difficile e morire. Per questo, soffocata dai suoi pensieri che l'avvolgono come una spirale, Aza è asserragliata
dall'ansia che non solo le impedisce di mangiare correttamente, ma le causa attacchi di panico, sudorazioni e la costringe a compiere azioni irrazionali, come riaprire continuamente una ferita sul dito per disinfettarla.
Un giorno, la sua migliore amica Daisy, logorroica scrittrice di fanfiction di Star Wars, la convince ad indagare sulla scomparsa del miliardario Russell Pickett, il padre di un ex amico di Aza, ricercato dall'FBI, sul quale pende una taglia di centomila dollari. Holmesy, come ama chiamarla Daisy, è stuzzicata dalla ricompensa ma soprattutto dall'idea di rivedere Davis, il suo ex compagno di giochi durante l'infanzia per il quale sente di avere ancora una cotta. Quest'ultimo, orfano di madre, odia profondamente il padre, e non solo per l'improvvisa sparizione che ha gettato nel caos la sua
vita e, soprattutto, quella del fratellino Noah - incapace di metabolizzare la sua partenza; ma anche per non essersi mai occupato realmente dei figli, arrivando a lasciare tutta l'eredità al suo tuatara da giardino. Così
quando Aza torna nella sua vita, Davis da una parte è diffidente nei
suoi confronti (per via dell'interessa verso la ricompensa), dall'altra si sente
terribilmente attratto da lei; allo stesso modo Aza vorrebbe lasciarsi
andare ai sentimenti che prova, ma fatica a gestire le proprie
ossessioni...
Il tema centrale del nuovo romanzo di John Green è la ricerca della propria identità. Se non siamo quello che pensiamo, chi siamo davvero? Come posso trovare il mio vero IO? Sono queste le domande che si pone continuamente la protagonista del romanzo, mentre combatte con i sintomi delle malattia. Alla risposta è collegata l'espressione "Ogni tartaruga poggia su un'altra tartaruga"- da cui il titolo del romanzo, utilizzata come metafora per spiegare il problema della regressione infinita in cosmologia, ovvero il mistero legato alla nascita dell'universo.
John Green, che in passato ha sofferto di distubi ossessivo compulsivi, dimostra di conoscere bene la malattia e permette al lettore di penetrare tra i pensieri ossessivi di Aza, dove si annida una spirale di dolore, solitudine e disperazione; è nella testa infatti che si nasconde il male, senza forma e senza volto, contro il quale si consuma - quotidianamente - una battaglia impossibile da vincere: "Immagina di cercare di trovare qualcuno, magari stai tentando di trovare te stessa, però non hai i sensi, non hai modo di sapere dove sono le pareti, da che parte si va avanti o indietro, qual è l'acqua e qual è l'aria. Sei priva di sensi e di forma: è come se potessi descrivere quello che sei solo identificando quello che non sei, e galleggi dentro un corpo privo di controllo. Non puoi decidere chi ti piace o dove vivi o quando mangi o di cosa hai paura. Sei prigioniero qui dentro, completamente sola, in questo buio."
"Non c'è nessun me da detestare. E' come se quando mi guardo dentro non ci fosse un vero me, ma solo un mucchio di pensieri, comportamenti e circostanze. E molti non sembrano nemmeno miei. Non sono cose che voglio pensare o fare. E quando cerco tipo la Vera Me non la trovo mai. E' come quelle matrioske, sai? Quelle bambole vuote che quando apri la prima dentro ce n'è una più piccola, e continui ad aprire bambole vuote finché alla fine arrivi alla più piccola, ed è tutta piena. Ma non credo che dentro di me ce ne sia una piena. Diventano solo sempre più piccole."
Ancora una volta l'autore dà vita a personaggi originali e interessanti: non solo Aza che combatte i suoi disturbi, ma anche Daisy, la migliore amica divertente e logorroica, nella quale vediamo riflesse tutte le difficoltà nel comprendere e nello stare vicino a chi soffre; e Davis, ossessionato dalle stelle, che condivide con la protagonista la confusione del propri pensieri. Tartarughe all'infinito, come gli altri libri dello stesso scrittore, non è una lettura facile e leggera, ma un affascinante e tribolato viaggio alla scoperta del Sé. Un romanzo di formazione profondo e coinvolgente che parla di fragilità, malattie mentali, famiglia, adolescenza, amicizia e amore.
L'AUTORE
Autore di fama internazionale, John Green è nato nel 1977. È cresciuto in Florida e in Alabama, dove ha frequentato una scuola non molto diversa da Culver Creek. Cercando Alaska, suo romanzo d’esordio, presto diventerà un film. Ha scritto Teorema Catherine, Città di carta e il bestseller Colpa delle stelle, da cui è stata tratta una versione cinematografica. Selezionato dalla rivista Time tra le cento persone più influenti nel mondo, ha dato vita con suo fratello Hank a Vlogbrothers (youtube.com/vlogbrothers), progetto di video online che ha riscosso grande successo. Puoi seguirlo su Twitter (@johngreen) e tumblr (fishingboatproceeds.tumblr.com) o visitare il suo sito johngreenbooks.com.
Autore: John Green
Editore: Rizzoli
Pagine: 352
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo copertina: 17,50 €
Aza Holmes è una ragazza sedicenne di Indianapolis che frequenta la scuola dove insegna la mamma, il suo unico genitore in vita dopo la morte del padre. All'apparenza, Aza sembra una ragazza come tutte le altre, ma in realtà combatte ogni giorno con un disturbo ossessivo compulsivo: è ossessionata dai microbi, in particolare dalla paura di contrarre il Clostridium difficile e morire. Per questo, soffocata dai suoi pensieri che l'avvolgono come una spirale, Aza è asserragliata
dall'ansia che non solo le impedisce di mangiare correttamente, ma le causa attacchi di panico, sudorazioni e la costringe a compiere azioni irrazionali, come riaprire continuamente una ferita sul dito per disinfettarla.
"Probabilmente vengono a tutti: guardi da un ponte e ti viene in mente così dal nulla che potresti buttarti. E poi se sei come gli altri pensi: Be', che pensiero strano, e vai avanti con la tua vita. Ma in certe persone il pensiero invasivo può prendere il sopravvento, spingendo fuori tutti gli altri pensieri finché è l'unico che riesci a pensare, il pensiero che pensi di continuo o quello da cui cerchi continuamente di distrarti."
White River (Indianapolis) |
Tuatara |
"Parlava dei pensieri nel modo in cui li vivevo io: non come una scelta ma come un destino. Non come un catalogo della mia coscienza, ma come la sua negazione."
Il tema centrale del nuovo romanzo di John Green è la ricerca della propria identità. Se non siamo quello che pensiamo, chi siamo davvero? Come posso trovare il mio vero IO? Sono queste le domande che si pone continuamente la protagonista del romanzo, mentre combatte con i sintomi delle malattia. Alla risposta è collegata l'espressione "Ogni tartaruga poggia su un'altra tartaruga"- da cui il titolo del romanzo, utilizzata come metafora per spiegare il problema della regressione infinita in cosmologia, ovvero il mistero legato alla nascita dell'universo.
"Hai ragione a dire che il sé non è semplice, Aza. Forse non è nemmeno singolare. Il sé è una pluralità, ma le plurarità possono anche essere integrate, giusto? Pensa a un arcobaleno. E' un solo arco di luce, però è anche sette archi di luce di colori diversi."
John Green, che in passato ha sofferto di distubi ossessivo compulsivi, dimostra di conoscere bene la malattia e permette al lettore di penetrare tra i pensieri ossessivi di Aza, dove si annida una spirale di dolore, solitudine e disperazione; è nella testa infatti che si nasconde il male, senza forma e senza volto, contro il quale si consuma - quotidianamente - una battaglia impossibile da vincere: "Immagina di cercare di trovare qualcuno, magari stai tentando di trovare te stessa, però non hai i sensi, non hai modo di sapere dove sono le pareti, da che parte si va avanti o indietro, qual è l'acqua e qual è l'aria. Sei priva di sensi e di forma: è come se potessi descrivere quello che sei solo identificando quello che non sei, e galleggi dentro un corpo privo di controllo. Non puoi decidere chi ti piace o dove vivi o quando mangi o di cosa hai paura. Sei prigioniero qui dentro, completamente sola, in questo buio."
"Non c'è nessun me da detestare. E' come se quando mi guardo dentro non ci fosse un vero me, ma solo un mucchio di pensieri, comportamenti e circostanze. E molti non sembrano nemmeno miei. Non sono cose che voglio pensare o fare. E quando cerco tipo la Vera Me non la trovo mai. E' come quelle matrioske, sai? Quelle bambole vuote che quando apri la prima dentro ce n'è una più piccola, e continui ad aprire bambole vuote finché alla fine arrivi alla più piccola, ed è tutta piena. Ma non credo che dentro di me ce ne sia una piena. Diventano solo sempre più piccole."
"Insomma io non controllo i miei pensieri, quindi quelli non sono veramente miei. Non decido se sudo o se mi viene il cancro o il C. difficile o altro, quindi il mio corpo non è veramente mio. Io non decido niente: sono le forze esterne a decidere. Io sono una storia raccontata da loro. Io sono delle circostanze."
Autore di fama internazionale, John Green è nato nel 1977. È cresciuto in Florida e in Alabama, dove ha frequentato una scuola non molto diversa da Culver Creek. Cercando Alaska, suo romanzo d’esordio, presto diventerà un film. Ha scritto Teorema Catherine, Città di carta e il bestseller Colpa delle stelle, da cui è stata tratta una versione cinematografica. Selezionato dalla rivista Time tra le cento persone più influenti nel mondo, ha dato vita con suo fratello Hank a Vlogbrothers (youtube.com/vlogbrothers), progetto di video online che ha riscosso grande successo. Puoi seguirlo su Twitter (@johngreen) e tumblr (fishingboatproceeds.tumblr.com) o visitare il suo sito johngreenbooks.com.
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