Recensione: Labyrinth, di Clark A. Smith. Edizione integrale

Titolo: Layrinth
Autore: Clark A. Smith
Editore: Kappalab
Pagine: 256
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo copertina: 15,00 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

Nella cultura pop mondiale, molti sono i film cult che hanno segnato la storia cinematografica, e altrettanti sono quelli diventati una vera e propria pietra miliare. Tra questi, uno dei più famosi è sicuramente Labyrinth, un film del 1987 che vanta alla direzione Jim Henson, alla sceneggiatura Terry Jones e alla produzione George Lucas. E proprio per la bellezza, la maestosità e l’importanza che il film ha rivestito -e riveste ancora, la casa editrice Kappalab negli ultimi mesi del 2017 ha

deciso di pubblicare un’edizione integrale della storia portata sul grande schermo trent’anni fa. 

La protagonista è Sarah, un’adolescente figlia di genitori separati, costretta a vivere con suo padre, la sua nuova compagna e il suo fratellastro, mentre sua madre gira il mondo come attrice. La sua vita è già abbastanza complicata e il rapporto con la matrigna non fa che peggiorare; la sua unica via di fuga sono gli universi fiabeschi, le storie e tutto ciò che la trascini lontana dal caos familiare. Tutto si incrina quando una sera, i genitori decidono di uscire affidando a Sarah il compito di babysitter per Toby che, dal canto suo, non smette di piangere a causa della tempesta che imperversa fuori. Per calmarlo, la protagonista decide di leggergli una delle sue fiabe incentrate su un mondo bizzarro abitato da gnomi, folletti e dal Re dei Goblin che aiuta la protagonista del libro a sbarazzarsi del suo fratellino. Come per magia, Sarah si ritrova ad esprimere lo stesso desiderio della ragazza della storia e il piccolo Toby viene rapito dall’affascinante Jareth, Re dei Goblin.

Sarah, pentita del gesto, si imbarcherà in una storia mozzafiato e costellata di pericoli per raggiungere in tredici ore il castello di Jareth e liberare il bambino. Una volta giunta nel Labirinto, si imbatterà in trabocchetti, pericoli, inganni e personaggi davvero paradossali come Sir Didymus, un cavalleresco yorkshire che cavalca un cane da pastore; Bubo, un nobile bestione; Gogol, uno gnomo velenoso; e tanti altri. Quando finalmente giungerà al castello di Jareth, li dovrà superare la prova più ardua di tutte: affrontare i sentimenti del Re dei Goblin e tornare a casa sana e salva.

Lo stile è diretto e il linguaggio semplice e facilmente comprensibile. A differenza del film, all’interno del romanzo tutti i nomi sono rimasti uguali alla versione originale, senza alcun adattamento, come accadde invece per la pellicola cinematografica. La particolarità del romanzo risiede proprio nella volontà di ricreare il mood del film: dalla misticità; al carisma e al fascino del Re dei Goblin, interpretato magistralmente da David Bowie; al coraggio e alla crescita di Sarah, impersonata da Jennifer Connelly; al mondo fantastico popolato da strane creature grezze e non raffinate dalle nuove avanguardie tecnologiche; alle ambientazioni oscure, decrepite e tetre. Personalmente, credo che il viaggio di Sarah possa essere paragonato a quello di Persefone nella mitologia greca, o a quello di Alice nel Paese delle Meraviglie. Un’avventura volta a spingere delle ragazze fin troppo immerse nei loro sogni, a crescere, a maturare, a responsabilizzarsi e a mettersi in gioco. All’interno del romanzo inoltre è possibile trovare le illustrazioni firmate da Brian Froud e le note di produzione dello stesso Jim Henson.

In conclusione è un romanzo che ricalca in toto la sceneggiatura del film degli anni’80 e lo consiglio a tutti i fan sfegatati e a chi non ha mai avuto modo di avvicinarsi al Labirinto.
 

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