Recensione: Magellano, di Gianluca Barbera

Titolo: Magellano
Autore: Gianluca Barbera
Editore: Castelvecchi
Pagine: 237
Anno di pubblicazione: 2018
Prezzo copertina: 17,50 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

Magellano di Gianluca Barbera è un romanzo storico cruento e forte in cui ci viene narrata la spedizione che il famoso Ferdinando Magellano intraprese nel 1519. Un viaggio che durò tre anni e che lo condusse oltre i limiti dell’umana sopportazione ed infine alla morte. I veri protagonisti del libro però sono due figure che parteciparono alla spedizione accanto al comandante: il vicentino Antonio Pigafetta, geografo ed etnologo che nel suo diario documenta tutte le stranezze dei posti visitati, gli usi e i costumi, le barbarie, la vegetazione esotica; e Juan Sebastián del Cano, comandante generale e uno dei pochi superstiti ritornato a casa.

E mentre il primo riporta con accuratezza tutto ciò che vede e che prova, tutte le difficoltà che il comandante Magellano si ritrova ad affrontare per raggiungere l’Oriente attraverso il Sudamerica, gli ammutinamenti di bordo, gli omicidi tra marinai; il secondo mutua tutte le impressioni e i resoconti di Pigafetta, filtra le vicende e si attribuisce tutti gli onori, le glorie, le scoperte e i sacrifici di un Magellano morto e poi in seguito disonorato in patria. Ma sarà proprio del Cano che, ossessionato da rimorsi e sensi di colpa verso Magellano, nel 1568 all’età di ottantadue anni, scrive una lunga lettera al sovrano di Spagna in cui confessa ogni peccato per redimere e ripulire il nome e l’immagine del suo comandante.

Lo stile dell’autore è elegante e caratterizza un linguaggio forbito e ricco di termini in lingua spagnola. Personalmente poi, credo che la particolarità di questo romanzo risieda nei personaggi: da un lato troviamo un Magellano misterioso, accorto, pensieroso e sempre pronto ad agire e a prendere decisioni ferree; dall’altro Pigafetta perennemente immerso nel suo diario e nel riportare fedelmente tutto ciò che i suoi occhi vedono e i suoi sensi percepiscono; ed infine del Cano, un uomo dapprima controverso, codardo, arrivista e pronto ad appropriarsi di tutto pur di essere ricoperto da onori e gloria, poi, sommerso dai sensi di colpa in veneranda età. Un’altra cosa da apprezzare nel romanzo è il fatto che l’autore non si limita a riportarci fatti storici, eventi, azioni e lotte; al contrario, ci fa capire come il viaggio di questi tre uomini non sia stato soltanto fisico, ma anche spirituale e mentale. Un cammino costellato da tribolazioni mentali, turbamenti, complessi esistenziali e ardue scelte. Per quanto riguarda gli scenari invece, grazie alle descrizioni del geografo ci ritroviamo difronte a luoghi esotici, puri, incontaminati, mari dalle acque cristalline, tempeste, distese d’acqua così vaste da non vedere la terraferma.

Magellano è un romanzo storico particolare e profondo, nonché una lettura impegnativa che mi sento di consigliare agli appassionati del genere e agli amanti della cartografia.

L'AUTORE
Gianluca Barbera lavora in ambito editoriale ed è autore del romanzo La truffa come una delle belle arti (2016, finalista Premio Neri Pozza, finalista Premio Chianti, finalista Premio Città di Como) e del saggio Idee viventi. Il pensiero filosofico in Italia oggi (2017). Collabora con le pagine culturali de il Giornale e con la rivista online Pangea.

LIBRI & CULTURA CONSIGLIA...