Concorso letterario "Racconti di Natale": "La magica renna", di Anna Vascella

"LA MAGICA RENNA" di Anna Vascella


Lalla era una ragazzina timida e dolce di quindici anni. China sul tavolo scriveva su un foglio bianco con in mano il pennino, una lettera indirizzata a suoi genitori, da far recapitare in cielo. Con le lacrime agli occhi, si ricordò quando quella mattina di un anno fa, nel bosco suo padre era a caccia di lepre, sua madre era impegnata a mettere sul carro la legna, che sarebbe servita per il camino. Ci fu una tormenta di neve, improvvisa, che rimasero a lungo sotto la massa che morirono congelati. D’improvviso, sentì un rumore dal giardino imbiancato. Si alzò indietreggiando la sedia, si avvicinò alla finestra e guardò fuori da dietro la finestra. Vide una renna che scalpitava ruggendo lasciando le sue tracce sulla neve. Incuriosita, uscì per andare a vedere. Il suo cappotto rosso divenne bianco sotto i fiocchi di neve.
“Sono Cometa, una delle renne di Babbo Natale” disse infreddolita.
Lalla, abbassò lo sguardo è notò che in una zampa si era impigliata un pezzo di agrifoglio spinoso e stava soffrendo. Le sorrise per tranquillizzarla.
Nella stalla, cercò di toglierle l’agrifoglio con cautela. Era una dolcissima renna, preoccupata per non poter tornare in tempo nella casa di Babbo Natale, per trainare con le altre renne la slitta la vigilia di Natale. Lalla era dispiaciuta per la sua sorte. Ma nello stesso tempo felice per averla aiutata, assicurandola che in breve tempo sarebbe guarita. Cometa aveva qualcosa di strano.  
Lalla lasciò la renna a riposare per andare a prendersi cura di Martino un bambino di dieci anni.
Gli scaldò il latte, lo versò nella tazza con un paio di biscotti al miele. Il vento spirava forte attraverso le fessure della finestra.
Il tempo passava. La ferita della zampa della renna era guarita. Sapeva che gli elfi stavano lavorando giorno e notte confezionando i giocattoli.
Mancavano pochi giorni a Natale.
Lalla non aveva più legna da mettere nel camino, le provviste era finite, come erano finiti i suoi denari, non sapeva più come dar da mangiare al fratellino. Pensò di andare in paese a chiedere l’elemosina.
La mattina si svegliò piano senza far rumore per non svegliare Martino.  
Si recò nella piccola cucina, per attizzare il fuoco nel camino con l’ultima legna rimasta. Si fermò sulla soglia della porta, fissando il fuoco del camino già acceso, non riuscì a capire chi l’avesse acceso. Sgranò i suoi occhi marroni quando vide sul tavolo luccicanti cinque denari d’oro. Meravigliata li raccolse. Uscì fuori con addosso il suo pesante cappotto rosso. La renna in giardino, le disse di aver trovato il camino acceso, poi le mostrò i denari.
“Devi sapere mia cara Lalla, che i giorni prima di Natale, le notti sono magiche. Ogni desiderio, diventa realtà” disse la renna.
“Vado in paese a comprare quello che serve” rispose lei felicissima.
“Vai. Ci penso io a prendermi cura di Martino, semmai dovesse svegliarsi prima del tuo ritorno”.
Lalla lo ringraziò. A piedi s’incamminò verso il paese. Sulle spalle aveva la gerla in legno.
La chiesa, circondata d’alberi colmi di neve appariva silenziosa. Dai comignoli delle case usciva il fumo, sulle porte pendevano le ghirlande, le luminarie intorno ai cancelli rendevano ancora di viva l’aria. Ogni albero che incontrava era addobbato con palle e fili colorate.
I negozi erano pieni di famiglie. Il suo cuore divenne subito triste, pensando ai ricordi passati, alle feste di Natale con i suoi amati genitori, tutti intorno riuniti alla tavola natalizia.
Entrò nel negozio di scarpe per acquistarne di nuove, per lei è per Martino, quelle che avevano erano logorate. Il tintinnìo del campanello, si mise a suonare quando aprì la porta del fornaio. Fece una buona scorta di buon cibo riempiendo la gerla. Il vecchio sarto, conosceva la difficoltà di Lalla, dopo la morte dei genitori. Uscì in fretta dal suo negozio, chiamandola ad alta voce. Lei si fermò girandosi indietro. Lui la invitò ad entrare. La cosa la sorprese parecchio che sorridendo le chiese come mai. Il sarto aveva sul bancone un grande pacco.
“E’ un mio regalo, per te è per tuo fratello. Spero che vi piacerà, quando lo scarterete” disse l’uomo.
“Siete un uomo buono. Grazie!” riuscì a dire lei commossa prendendo il pacco.
Nella strada che conduceva a casa sua, tutto taceva. Chiuse il cancello di legno del giardino. Martino era fuori, aveva iniziato a fare un pupazzo di neve.
Lalla in casa, svuotò la gerla dei suoi acquisti sul tavolo. Dentro una credenza mise i pacchi regalo, dovevano rimanere fino a Natale. Le rimasero tre denari, quelli doveva farli bastare per i prossimi giorni.

Lalla rimboccava la copertina di lana a Martino con le lacrime.
“Perché piangi?” le chiese.
“Niente. E’ il fumo del camino che mi è entrato negli occhi” mentì con un sorriso.
“Non è vero. Non si dicono le bugie a Natale” la riprese lui, “stai pensando a mamma e papà”.
Lei stette zitta.
“Quest’anno non ho scritto la letterina a Babbo Natale. Non pensato ai regali, l’unico regalo che avrei voluto chiedergli di riavere mamma e papà, ma questo desiderio non viene mai esaudito”.
“Non preoccuparti. Gli arriverà lo stesso il tuo pensiero di ricevere un regalo. Lui sa tutto di noi.
Buonanotte!” gli augurò sotto voce con un bacio sulla fronte.
Martino chiuse gli occhi e si addormentò.
Da dietro la finestra, le strade erano deserte. Alzò lo sguardo al cielo e vide passare una stella.
La sua casa non emanava nessuna luce, non aveva più quell’atmosfera natalizia di un tempo. Non aveva avuto soldi abbastanza per addobbarla. Si sdraiò sul letto, con il suo pigiama di lana rosa, e si addormentò. La notte custodiva i ricordi  nei cuori.
La renna Cometa silenziosa si mise subito al lavoro. 

La notte era finita, per dare il benvenuto al nuovo giorno: era la vigilia di Natale.
Lalla aprì gli occhi e senti l’aroma di cioccolata calda, di brioche appena sfornati. Si alzò, s’infilò le morbide pantofole. Anche Martino aprì gli occhi e respirò quel profumo. Insieme raggiunsero la cucina. Si guardarono intorno, la casa era tutta cambiata: le finestre erano state tutte aggiustate, non entrava più un filo di vento. I mobili erano nuovi e lucenti, le tende profumavano di pulito. Accanto alla finestra, c’era un verde abete addobbato di palline colorate, angioletti e caramelle, sotto c’erano tanti regali, compresi i suoi pacchi. La tavola era piena di buone cose da mangiare. Sentirono delle voci allegre, provenire dal giardino, accorsero a vedere cosa stesse succedendo: erano gli elfi che discutevano con Babbo Natale, tutti sulla slitta.
Lalla capì che era stata tutta opera della renna.
“E’ il mio dono di ringraziamento di Natale, per esserti presa cura di me” le disse la renna.
“Grazie!” ricambiò lei emozionata.
Martino agitò la mano in segno di saluto, quando la slitta s’innalzò in volo.
“Ho ho ho!” gridò Babbo Natale.
La slitta era alta nel cielo, carica di giocattoli trainata dalle renne per girare in tutto il mondo a distribuire i pacchi e rendere felici i bambini.
Erano rimasti soli al mondo. Si strinsero in un caloroso abbraccio.   

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