Concorso letterario "Racconti di Natale": "La figlia del giostraio", di Lia Assanto

"LA FIGLIA DEL GIOSTRAIO" di Lia Assanto

-Figlia di un giostraio!- avevano sussurrato le mamme - come hanno potuto accettarla le buone suore?- Le bambine, montate dal chiacchiericcio delle genitrici, fissavano con malevola curiosità la gonna corta da cui spuntavano le lunghe zampette di quell'uccello straniero. Si era negli anni 50 e tutte loro erano infagottate in un grembiule blu che copriva i polpacci. I capelli sacrificati in trecce esili o pesanti contrastavano con quelli della nuova arrivata attorcigliati come piccoli serpenti.

-Sicuramente avrà i pidocchi. Tutti gli zingari li hanno-si sentiva mormorare nei corridoi.

Suor Ida l'aveva messa al primo banco della Quinta B per tenerla d'occhio: non si fidava di quella ragazzina dallo sguardo già adulto. Va bene che non era stato possibile negare il favore al vescovo, fissato con l'accoglienza ai nomadi, ma si sa,una mela marcia può contaminare quelle sane. Per di più era arrivata a fine novembre, quando il programma era già avviato.

-Martina, la metto vicino a te che sei una brava scolaretta e non una chiacchierona come molte tue compagne. Si chiama Stella.

Martina era arrossita per il complimento,ma certo non era contenta di avere vicino quella stangona che dimostrava alcuni anni più di lei.

Stella osservò da sotto le ciglia la nuova compagna di banco, minuscola e inespressiva: una che della vita non conosce niente. Non come lei che tra le luci e le musiche delle giostre,rimaneva fino alle ore piccole esposta agli sguardi appiccicosi dei ragazzi. Si toccò istintivamente il seno che premeva sotto la maglietta infeltrita. Era l'unica ad avere quelle morbide collinette che la distinguevano dal resto della classe. Si sentiva nuda e diversa.

Come ogni anno si allestì un presepe nella cappella antica. Suor Giovanna,che guidava i lavori,era simpatica a tutte .

"Bambine,lavorerete a coppie,in segreto: solo il 25 dicembre scopriremo i personaggi che avrete ideato"

Quello spicchio di libertà creativa era aspettato con ansia. Il laboratorio scompaginava l'ordine monastico. Bacinelle colme d'acqua,vecchi giornali,colla,tubetti di colore,fili di ferro,erano sparsi dappertutto. Dall'aula di musica si alzavano le note dolci dei canti natalizi.

Stella guardava confusa l'abilità con cui le compagne trattavano i materiali.

-Non hai mai lavorato la cartapesta scommetto. Non ti preoccupare,ti aiuterò io-disse Martina

Passarono i piovosi giorni invernali,le teste vicine,con le mani chiazzate di colori e le voci che sussurravano segreti.

- Come mai sei arrivata così tardi a scuola?

-Siamo girovaghi,ci spostiamo da un posto all'altro. Non ci fermiamo mai a lungo. Ma quest'anno è diverso.

-Ti piace la vita che fai?Non ti manca una casa tua,delle amiche? Gli stessi compagni di scuola?

-A volte. Però è bello la sera stare in mezzo alla gente allegra. I ragazzi sui seggiolini volanti urlano. Le luci pulsano al suono della musica.

-Pulsano?

-Sì,come un enorme cuore,sai? …Pum…Pum.

-Sei fortunata ad avere una vita così libera e divertente

Gli occhi di Stella si incupirono.

-A volte vorrei avere una vita più tranquilla,una mamma che mi prepara la merenda come la tua. Una stanzetta tutta mia da arredare a mio gusto.

-Non hai una tua stanzetta?

-No,dormo in un angolo della roulotte e ora è diventato imbarazzante. Sono troppo grande.

L'odore di mandarini e arance aveva sostituito quello di minestra che aleggiava negli altri mesi. Un grande albero, all'entrata, apriva i suoi rami grondanti di palle colorate e di lucine ammiccanti.

La zingara non c'era. Tutte si stupirono perché non era mancata un giorno. Martina ne fu addolorata. Si sentiva tradita. Proprio ora, che dovevano dare gli ultimi ritocchi alle statuine e alle costruzioni di ferro e cartapesta,Stella si era eclissata.

La maestra disse vaghe parole. La ragazzina era stata ritirata da scuola. Forse avevano deciso di ripartire e, dopo Natale,l'avrebbero iscritta in un altro istituto.

Ma il tam tam pettegolo delle mamme aveva riportato altre notizie.

-La zingarella pare sia stata presa in custodia dagli assistenti sociali. Ora sta in una casa famiglia,dopo il tentativo di abuso di un ragazzo. Non c'è da meravigliarsi con quel padre irresponsabile che la teneva alzata fino alle ore piccole per gestire il tirassegno. Una bambina di dodici anni!

Martina era vissuta in un mondo protetto, dove l'unica preoccupazione dei bambini era di studiare. Un mondo terso dove le mamme arrivavano al pomeriggio con una fumante tazza di cioccolata e una fetta di torta .

Quando aveva invitato Stella a casa sua, le era parsa come un uccellino fuori posto con le lunghe gambe nude e la gonnellina a pieghe che non copriva niente. Ne aveva intuito l'imbarazzo: tra di loro si era creata un'intesa speciale.

–Sono felice di averti ospite-le aveva detto e le aveva mostrato i suoi vecchi giochi di bambina. Quel pomeriggio la zingarella aveva perso il suo aspetto selvatico e gli occhi nocciola svelarono una fragile dolcezza.

Nella cappella antica si alzarono vibrando le note di Stille Nacht, mentre lentamente si aprivano le tende che celavano il Presepe. La folla di genitori e parenti si accalcò per vedere l'opera delle figlie. Nel paesaggio innevato erano sparse case illuminate,pastori con i loro greggi,viandanti e cavalieri. In un angolo una piccola giostra con il carillon lanciava raggi luminosi.

Dalla mangiatoia, rivestita di paglia,il Bambino Santo si volgeva verso una ragazzina di cartapesta con i capelli simili a serpentelli attorno al viso, e una breve gonnella sulle lunghe gambe magre. La fissava negli occhi sorridendo con dolcezza e alzava le dita per benedirla.

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