"UN AMORE SOTTO L'ALBERO" di Luisella Marino
Nell’aria si sentivano già i profumi del Natale che stava arrivando, in qualche angolo delle strade degli ambulanti con il bidone riscaldato, rigiravano le caldarroste e i jingles natalizi uscivano dai negozi e dai centri commerciali.
Nell’aria si sentivano già i profumi del Natale che stava arrivando, in qualche angolo delle strade degli ambulanti con il bidone riscaldato, rigiravano le caldarroste e i jingles natalizi uscivano dai negozi e dai centri commerciali.
Per Ivana, quello era un Natale diverso, nuova vita, nuova città, nuovo lavoro, lontano dalla famiglia.
Il suo appartamento di 35 mq. dava su una stradina interna in cui non c’erano negozi ma sopraggiungevano ugualmente fino a lei , il vociare di alcune mamme con i loro bimbi, con i saluti e gli auguri di rito dopo la chiusura delle scuole, mentre dalla finestra dell’angolo cottura una musica latina, l’avvisava che la ragazzina sotto il suo appartamento provava gli ultimi passi prima dello spettacolo di Natale.
Non era da molto che viveva lì, circa due mesi e non aveva avuto ancora modo di conoscere il vicinato, non aveva avuto tempo, tutte le energie le aveva spese per adattarsi al nuovo lavoro, ai nuovi orari, così il Natale le era arrivato addosso senza darle tempo di organizzarsi. Non era triste o forse non fino a quel momento.
Si guardò intorno, il suo miniappartamento, era forse l’unico che non aveva ancora una lucina, una ghirlanda, nulla di natalizio appeso. Era il caso di uscire e cercare di renderlo un po’ più in linea con il periodo che stava per arrivare. Non aveva una gran voglia, fuori era già buio e neppure tanto caldo…una vocina però gli suggeriva di uscire e di comprare qualche addobbo.
Si ricordò i Natali precedenti, quando da bambina aiutava a guarnire l’albero nel salone, ogni pallina ogni fiocco, aveva una sua storia, ricordò le abbuffate con tutti i parenti, i giocattoli desiderati… ed infine ricordò anche l’ultimo Natale, quello dell’anno prima, così diverso da tutti gli altri, diverso perché erano oramai tutti adulti, l’atmosfera non era la stessa – “ il Natale è bello quando ci sono i bimbi “ - pensò.
A quel punto si vestì, infilò velocemente il cappotto, sciarpa e guanti e uscì…esattamente senza sapere neppure lei cosa comprare.
Fuori dal portone … venne accolta da una bella ventata fredda che la fece quasi barcollare, percorse tutta la stradina e si trovò così nella strada principale, dove appunto il via vai e la corsa per gli acquisti era già iniziata. Pedoni, auto, moto, clacson, tutti di corsa, tutti pazzi. Dentro ai negozi era ancora peggio, ogni tanto sentiva anche qualche insulto che con lo spirito del Natale non c’entrava proprio nulla.
Arrivò davanti al negozio di piante e fiori. Si fermò, un po’ per soffiarsi il naso, un po’ per prendere fiato e lo vide, maestoso in mezzo al cortiletto, un abete fantastico, enorme, dentro un bel vaso…il suo profumo di resina arrivava fino a lei. – “ Si” - pensò quello sarebbe stato il suo albero. Poi velocemente acquistò le lucine e una strenna da mettere dalla porta. Vista la dimensione dell’albero chiese alla ragazza che era alla cassa, che le venisse consegnato a casa il giorno dopo….Così tutta bella soddisfatta se ne rientrò, per prepararsi una bella cioccolata calda con peperoncino, che si meritava tutta.
La mattina dopo, uno scampanellio forte la svegliò…. Nello scendere di soprassalto s’inciampò tra i suoi abiti, la sedia e il tavolo, la sua casa era una stanza dove oltre all’angolo cottura, un bel divano divideva la zona giorno e la zona notte, la zona notte era formata dal divano che diventava letto. Di fronte al divano un tavolino e un armadio a due ante con i suoi vestiti, la televisione appesa alla parete come un bel quadro, e due porte oltre quella di casa, quella della dispensa e quella del bagno. Si diresse in bagno, si guardò allo specchiò e si spaventò i suoi capelli erano arruffati come quelli del cartoon Mafalda, nel frattempo lo scampanellio continuava…. Si affacciò alla finestra, e solo in quel momento realizzò, dal portone c’era il fattorino con il suo albero… bellissimo, peccato che era esageratamente grande per lo spazio che avrebbe dovuto occupare.
Scese di corsa le scale, 3 piani, in pigiama e cappotto, capelli sistemati alla bene e meglio, aprì il portone, volevo avvisare che aveva cambiato idea, che no, non aveva preso bene le misure, che forse sarebbe andato bene anche un altro albero …ma la folata di vento della sera prima, la ricolpì e questa volta non solo barcollò ma addirittura scivolò sulla pedana del portone. - Bellissimo spettacolo – si disse tra sé e sé mentre una bella, forte, calda mano le prese la sua ed un sorriso smagliante le si parò davanti agli occhi.
- Ehi, salve! Tutto bene??
- Si, si, - rispose inebetita.. non riusciva a dire altro, si tirò su, e caspita…l’albero era bello, ma il fattorino….e proprio non se la sentì di dire che voleva cambiare , che si era sbagliata.
Entrarono, lei davanti a far strada e lui, il marcantonio, senza neppure un po’ di fiatone, dietro con l’albero sulle spalle.
- Ecco, siamo arrivati – e gli aprì la porta su quell’unico vano .
Lui entrò. Spostò il divano ancora aperto, e posizionò l’abete tra quello e l’angolo cottura.
Non ci stava male, certo fare colazione sarebbe stato un po’ complicato, però chi ce l’aveva il coraggio di dire che non andava bene? Nessuno, tantomeno Ivana.
- Ivana ? Vero? – Ecco : - Io sono Walter, questa è la ricevuta…per qualsiasi cosa questo è il mio telefono, a presto, e Buon Natale.
Ivana, restò così, davanti all’uscio con ricevuta e biglietto in mano.
Tutta la sua mattina fu spesa per riordinare lo spazio, mettere le lucine, e quando fu sistemato guardò il suo capolavoro, l’albero era davvero bello, ma mancava di qualcosa, - Ecco, una coccarda, qualcosa da mettere lassù…. E fu allora che le venne in mente il biglietto di Walter, lo girava e rigirava tra le mani, lo chiamo, non lo chiamo, esco non esco… Optò per una seconda uscita, si rituffò nella calca, ripassò davanti al negozio di piante e fiori, non sapeva neppure lei se avevano qualcosa che faceva al caso suo….Ma quando entrò una voce conosciuta dal retro gli gridò: -Arrivo subito.
Walter sbucò fuori:- Ehi, ciao, cosa posso fare per te? Tutto bene il “nostro” abete?
E quel “nostro” detto in quel modo la fece sorridere…. - Si, si, lui tutto bene, ma vorrei mettergli sulla punta qualcosa di speciale…. Rispose lei, incantata.
- Credo di avere qualcosa , stasera te lo porto.
Alle 20,00 mentre si stava cucinando un riso e pollo al curry, uno squillo le ricordò che quello poteva essere Walter con l’ordine .
Infatti in meno di 30 secondi arrivò alla sua porta:- Ciao , spero di non essere arrivato troppo tardi, ehi…che buon profumo?
Pensò che non poteva essere associale, così allargò l’invito: - Beh, sì, stavo cucinando una cosina, riso e pollo al curry, anzi questo è il pollo sul fornello , se ti va dividiamo? - Walter non se lo fece domandare due volte, entrò, accettò… si aprirono una bottiglia di vino rosso, che forse non andava neppure troppo bene per quella cena, iniziarono a parlare, parlare, parlare, si raccontarono, si confidarono, sarà stata l’atmosfera, il vino ma il tempo volò…poi a entrambi cadde lo sguardo sull’albero….. – Giusto – disse Walter, ti ho portato una cosa per lui…in fondo sono qui per questo, fu così che tirò fuori una meravigliosa stella… E’ proprio la sua...non credi? Facciamo così è il mio regalo, per la cena.
La sistemò… e la magia entrò… in quel vano, le loro mani e i loro occhi si cercarono e le loro labbra si unirono in un dolce bacio.
Il Natale, quell’anno fu diverso, lontano da casa è vero, ma Ivana dovette ricredersi: “ Natale non è bello sono quando ci sono i bambini, Natale è bello quando c’è famiglia, e soprattutto quando c’è un amore”.