"IL BAMBINO CHE PORTAVA SORRISI" di Federico Migliorati
Ogni anno, all'approssimarsi del Natale, sentiva una specie di fastidio, di nausea: non che fosse ateo o devoto di qualche culto demoniaco, semplicemente non riusciva più ad accettare, come in passato, come da bambino, quell'atmosfera finta di bontà improvvisa che si respirava per le strade di Montichiari. Era Natale? Si doveva festeggiare, nel solito modo, con le stesse usanze ripetute pressoché uguali tutti gli anni: se uscivi di casa e guardavi in su ecco le luminarie, se entravi in un negozio ecco gli addobbi classici, se passavi per la piazza ecco le nenie del periodo, principianti, invero, già a novembre. Tutto questo non riusciva più a digerirlo, gli sembrava stantio, banale, scontato: per non parlare delle persone che si trasformavano esteriormente in portatori di pace e dolcezza, quando solo giorni prima vomitavano veleno verso tutti. Era questo il Natale? Se anche lo fosse stato, non era certo il suo, non lo era più da tempo, almeno. Entrò in biblioteca, con aria svogliata: le ferie, anche quelle, gli apparivano vuote, ancora più vuote dei giorni di lavoro che almeno riempivano le ore e la testa di pratiche e incombenze da sbrigare. Scelse un libro a caso, di malavoglia e si sedette in una delle comode poltrone d'angolo della sala letture, traboccante di giornali, riviste con personaggi dello spettacolo ammiccanti, periodici di viaggi con copertine che raffiguravano paradisi in terra. Sfogliate alcune pagine intravide, dietro la scansia dei quotidiani, un bambino, che prima non c'era, ne era sicuro.
"Ciao signore, sei triste, vero?
"Un poco"
"Ti ho visto da quando sei entrato in biblioteca, sai? Io vivo qui, sempre"
"Com'è possibile? E la tua famiglia?
"Non ho famiglia, io sono figlio dei libri. Salto da un albero del Barone rampante ai Sette piani di Buzzati. Sapessi come mi diverto quando scendo con i sottomarini in mezzo al mare. Poi riemergo e incontro Geppetto nella pancia della balena e ritorno sulla terraferma dove mi aspetta il Signor Palomar per spiegarmi il movimento delle onde e..".
"E salti da un libro all'altro?"
"Oh sì, che scene che vedo a volte! Ieri, seduto dove sei tu ora, c'era un ragazzo a cui piacciono i libri di fantascienza ed è venuto con me su Marte a conoscere un mostro pacifico: abbiamo giocato tutto il pomeriggio poi ci ha sorpresi Qfwfq e ci ha sgridato perché facevamo rumore. Due stelle dormienti si sono svegliate e ci hanno inondato di luce e di un calore. Forse, ci siamo detti, è meglio rientrare sulla Terra, prima di rimanere stecchiti dal caldo!"
"Ma...anch'io potrei accompagnarti in qualche viaggio?"
"Certo signore, scegli un libro e andiamo. Anzi, cosa stai leggendo? Usiamo quello che hai aperto"
"Mia madre amava il mare", non credo tu lo conosca. É una storia triste, di uno scrittore che ricorda la sua infanzia accanto alla madre che ormai non c'è più. Come la mia, purtroppo".
"Dammi la mano, la andiamo a trovare: però non essere triste, me lo prometti?
"Ci provo. Ma dimmi, il tuo nome qual è?
"Che importanza ha? Chiamami solo "il bambino che porta sorrisi".