Concorso letterario "Racconti di Natale": "Quel piccolo presepe", di Alessandro Amalfitano

"QUEL PICCOLO PRESEPE" di Alessandro Amalfitano

Avevo dieci anni, da pochi mesi abitavamo nella casa nuova, eravamo andati via da quella vecchia in quanto il terremoto l’aveva resa inagibile, in effetti quasi ci crollava sulla testa, mancava poco a Natale quando quella scossa smosse non solo i palazzi ma anche le nostre anime e le nostre vite cambiandole per sempre. Casa nuova dicevo, si avvicina di nuovo il Natale. Mio padre mi accompagna insieme a mia madre in quel posto magico chiamato S.Gregorio Armeno e mi dice:"Ora abbiamo finalmente lo spazio, mio padre lo faceva per me ed io voglio farlo per te, scegli un presepe". Lo sguardo mi cadde su un presepe non tanto grande, due grotte appena e lunghe montagne dietro con piccole stradine, quello scenario mi appariva come un mondo magico da riempire con la mia fantasia. Odore si sughero, erba fresca e luci intermittenti mi rapirono immediatamente. Comprammo la Natività, i re Magi con i cammelli, i personaggi principali come Benino, gli angeli, qualche animale e qualche artigiano. Da allora ogni anno abbiamo aggiunto un pastore diverso e qualche dettaglio. Più crescevo io più cresceva il presepe, compravo pezzi di sughero che aggiungevo alla base per creare monti, vallate, grotte, anfratti, abbiamo comprato la cascata con acqua vera con quel motorino che ogni anno regolarmente smetteva di funzionare! Serviva sempre più spazio, un angolo, una parete, poi una stanza intera! Era enorme, illuminato, gioioso, pastori che si muovevano, il pizzaiolo infornava pizze tutto il giorno! Anacronistico? Forse ma a Napoli non può mancare, era una magia in movimento, campagnole che lavavano i panni, calzolai che inchiodavano, pescivendoli che presentavano la mercanzia! Era vivo, io mi sentivo vivo a prepararlo per mio padre, si erano invertiti i ruoli, lui assisteva ma io mi dedicavo tre giorni, un intero week end alla preparazione, solo l’impianto elettrico era degno di un elettricista professionista. Amici, vicini, parenti accorrevano a visitarlo, notavano i cambiamenti dall’anno precedente, non era mai uguale ed ogni anno cambiava la struttura. Era per me il periodo più bello dell’anno. Un orgoglio! Poi dieci anni fa mio padre se ne è andato. Il Natale ha assunto un significato diverso, mamma iniziava a stare male, il presepe languiva in soffitta. Cinque anni fa mia mamma in giorno dell’ Immacolata, che era poi il giorno del suo onomastico mi chiamò e mi disse:”Figlio mio, quest’anno prepara il presepe come sai fare tu perché è l'ultima volta che lo vedo". Risi, la liquidai con una battuta anche piuttosto volgare come eravamo soliti fare tra di noi ma purtroppo andò proprio così. Mamma non riuscì a vedere il Natale successivo e quell’anno quando passava davanti al presepe ricordo che prendeva i pastori a gli cambiava di posto tra le mie prteste scherzose, ma le diceva :”Vedi che questa paperella sta meglio qua? Non ti pare che il cacciatore stia meglio in questo angolo?“, Sembrava che si divertisse, forse era così. Preparò i dolci delle feste, buoni come solo lei sapeva fare, i colori, gli odori e le risate di quel Natale li ricordo ancora, l’atmosfera era diversa, forse entrambi avevamo capito che era l’ ultimo Natale che avremmo passato insieme ma nessuno aveva il coraggio di affrontare l’argomento, preferivamo ridere e scherzare tra di noi, il presepe era fantastico quell’anno, il più bello che abbia mai fatto. Ora sono rimasto da solo, il presepe riposa in soffitta. I personaggi dormono nelle scatole aspettando che qualcuno li risvegli dal sonno per farli ridiventare protagonisti di un sogno. Il Natale arriva comunque, che tu lo voglia o no. Ora aspetto che i miei figli un giorno mi chiedano di farlo per loro. Spero di poterli accompagnare a San Gregorio Armeno a scegliere i pastori insieme, aspetto di potergli raccontare la storia di ogni singolo pastore, di come quello lo abbia scelto il nonno e come la nonna gli cambiava di posto ogni giorno. Lo spero, lo spero tanto.

LIBRI & CULTURA CONSIGLIA...