Recensione: Leopardo nero, lupo rosso, di Marlon James. In libreria dal 29 ottobre

Titolo: Leopardo nero, lupo rosso
Autore: Marlon James
Editore: Frassinelli

Pagine: 640
Anno di pubblicazione: 2019
Prezzo copertina: 22,50 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

La casa editrice Frassinelli, che negli anni mi ha stupita grazie a diversi autori di spicco, ritorna alla ribalta con l’uscita di un nuovo fantasy oscuro ed emozionante: sto parlando di Leopardo nero, Lupo rosso di Marlon James. Un libro particolare, complesso e straordinario che trasporterà il lettore nei meandri più reconditi di un’Africa magica e antica. Protagonista indiscusso di questo viaggio è l’Inseguitore, un mercenario professionista, famoso per le sue doti di cacciatore. A quest’ultimo viene affidato un compito particolare: ritrovare un bambino scomparso nel nulla tre anni prima. Ma per fare ciò, dovrà riunire un gruppo di personaggi strani, potenti e magici come: Leopardo, un cacciatore muta-forma; un gigante; Sogolon, la strega della Luna e tanti altri. Il gruppo, con il passare dei giorni, affronterà un’odissea attraverso città antiche, fiumi mortali, luoghi da brividi e foreste pullulanti di mostruose creature come scimmie pazze, cannibali, vampiri, troll d’erba e sirene oscure, pur di ritrovare un bambino importante e apparentemente dal nome sconosciuto. Ma qual è il vero motivo che si cela dietro questa ricerca? E chi è davvero questo bambino per smuovere un intero regno? Sono queste le domande che il lettore si porrà dall’inizio alla fine del romanzo, e saranno gli stessi quesiti che mineranno la volontà dell’Inseguitore e del suo gruppo durante la traversata.


Lo stile di Marlon James è sicuramente diverso e particolare: da un lato lo si potrebbe definire descrittivo, minuzioso e complicato; dall’altro, poetico, epico e capace di suscitare forti emozioni. Il tutto poi, va a rafforzare un linguaggio elegante e complesso, caratterizzato da etimologia africana. A mio avviso, la particolarità del romanzo risiede nel fatto che l’autore concentri tutto il folklore africano fatto di mostri, divinità minori e sovrani idealizzati in una storia condita da adrenalina, suspense, e magia pura. Lo stesso Marlon James, definisce la sua opera “un Game of Thrones africano” per la violenza, la brutalità e i giochi di potere che si nascondono tra le pagine del romanzo. Per quanto riguarda i personaggi invece, sono disparati, diversi e letali: dal protagonista, l’Inseguitore, un uomo fatto di forza, determinazione e nervi d’acciaio, anche noto come Lupo Rosso, grazie all’occhio di lupo che indossa; a Leopardo nero, un cacciatore ben addestrato che si affianca al personaggio principale come suo braccio destro; a Sogolon, una donna pluricentenaria che possiede poteri infiniti e un acume innato. Un’altra particolarità del testo sono le ambientazioni: magiche, surreali, suggestive e imponenti che trasportano il lettore tra città fatte di torri alte, giungle e foreste fitte. Personalmente, ho apprezzato particolarmente questo libro per lo stampo classico delle vicende, per la presenza di personaggi tipici del fantasy e per quell’aspetto pittoresco africano fatto di usi e costumi di un’etnicità affascinante.


In conclusione è un romanzo particolare non adatto a tutti i palati. In effetti, mi sento di consigliarlo agli appassionati di George R. R. Martin e di Tolkien, e a chi è capace di apprezzare quella purezza tipica di un fantasy dallo stampo classico.

L'AUTORE
Marlon James è nato a Kingston, in Giamaica, nel 1970. Vive tra il Minnesota (dove insegna all'Università), New York e la Giamaica. Prima di Breve storia di sette omicidi ha pubblicato i romanzi John Crow's Devil e The Book of Night Women, entrambi premiati negli Stati Uniti con importanti riconoscimenti e con un grande successo di critica.

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