Recensione: Cinestoria del Giappone - Il Sol Levante attraverso i suoi film, di Giuliano Tani

Titolo: Cinestoria del Giappone - Il Sol Levante attraverso i suoi film
Autore: Giuliano Tani
Editore: Kappalab
Pagine: 190
Anno di pubblicazione: 2018
Prezzo copertina: 15,00 €

Recensione a cura di Mario Turco

La dimensione storica del cinema, non solo documentario ma anche e soprattutto di finzione, si è manifestata sin dai suoi esordi. La capacità di imprimere su un supporto fisico ciò che agisce davanti alla macchina da presa è stata spesso occasione per raccontare i grandi fatti che l'umanità aveva vissuto sin lì e farne occasione di confronto con l'attualità. Prendendo spunto da questa specie di catalogazione storica che è una delle funzioni primarie della settima arte, Giuliano Tani ci regala il bel saggio "Cinestoria del Giappone - Il Sol Levante attraverso i suoi film" edito da Kappalab. Come chiarisce schiettamente (finalmente un’introduzione puramente esplicativa!) l'autore nel primo capoverso: "Lo scopo di questo libro è di raccontare il Giappone attraverso i jidaigeki (film storici) senza la pretesa di essere esaustivi, ma con l’intenzione di illustrare numerosi aspetti della sua cultura con il supporto della sua sterminata miniera audiovisiva". Il piano del saggio è insomma semplice e privo di zone d'ombra interdisciplinari: “Questo lavoro non è quindi da intendersi come un testo di storia, ma come una rappresentazione dei molti aspetti della cultura del Sol Levante attraverso il suo ricchissimo patrimonio cinematografico, sfruttandone la capacità affabulatoria”. 


Tani si serve della sua passione e dell'esperienza lavorativa accumulata presso l'archivio cinematografico della Rai, dove ha visionato circa ventimila ore di materiale audiovisivo, per stilare questa attenta cinestoria del Giappone. Anche dal punto di vista linguistico l'autore, avendo studiato lo shodō (arte della scrittura), riporta nella maniera corretta le parole e perfino i kanji. Suddiviso in paragrafi lineari che seguono un rigoroso ordine cronologico il libro prende le premesse dalla mitologia partendo dai due kami (dei) Izanagi e Izanami incaricati di creare il Paese. Anche se brevi questi riassunti sono molto interessanti per noi italiani che attraverso manga, anime e cinema siamo sempre stati abituati ad avere un contatto quantomeno visivo con gli elementi cardine di una nazione così ricca di fascino. I tre sacri tesori del Giappone, ad esempio, visti innumerevoli volte durante queste visioni, rappresentano altrettanto virtù: la spada Kusanagi il valore, lo specchio Yata no Kagami la saggezza e la gemma Yasakani no Magatama la benevolenza. Ma è soprattutto nella trattazione delle varie epoche in cui è suddivisa la storia del Giappone che Tani fa il lavoro migliore. Perché pur avvalendosi di una precisa cronologia e di alcune note che danno veloci ma interessanti lampi di economia, politica e costume riesce a far sì che siano proprio i film da lui raccolti ad allargare il discorso. Egli innanzitutto li suddivide in pratiche schede informative, ragguagliando ove possibile dell'uscita sul nostro territorio. Poi, con il racconto della trama riesce a far sì che sia loro pregnanza tematica a parlare allo spettatore del periodo in cui sono ambientati e che egli aveva precedentemente illustrato. 


È il caso tra i tanti dello splendido “La storia della principessa splendente” , di Takahata Isao (Tani riporta sempre il nome del regista posponendolo al cognome come d'uso giapponese) che riporta con esattezza molti modi di fare dell'Epoca Heian in cui è ambientato. I jidaigeki sono stati spesso territorio d'elezione artistica dei grandi maestri del cinema e così in questa cinestoria non può mancare il più famoso di tutti: Kurosawa Akira. Da “Rashomon” a “Il trono di sangue” egli ha sempre saputo raccontare con vividezza i propri personaggi proprio perché li ha saputo ritrarre nel contesto storico e sociale nel quale essi vivevano. E se c'è Kurosawa non può mancare naturalmente il suo attore feticcio, addirittura molto più presente del suo pigmalione in questa rassegna di film: Mifune Toshirō, col suo impareggiabile talento, era l'interprete ideale per film anche molto diversi tra loro. L'unica pecca di “Cinestoria del Giappone - Il Sol Levante attraverso i suoi film” è di essere graficamente scarno, con locandine ritagliate in un formato quadrato che non danno giustizia della loro bellezza e pochissime immagini di repertorio. Molto più curato invece un pratico glossario che rende conto di alcuni termini specifici e di una piccola bibliografia critica sull'argomento.

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