Recensione: Il bibliotecario di Auschwitz, di Andrea Frediani

Titolo: Il bibliotecario di Auschwitz
Autore: Andrea Frediani
Editore: Newton Compton

Pagine: 320
Anno di pubblicazione: 2020

Prezzo copertina: 9,90 €

Recensione a cura di Daniela

"Per un perverso paradosso, macchiarsi di colpe che, nella Chiesa cristiana, ci spedirebbero all'inferno dantesco è l'unico sistema, spesso, per sopravvivere all'inferno in terra." Con queste parole, Isaia Maylaender, professore universitario ebreo, descrive la vita all'interno del tristemente noto lager di Auschwitz-Birkenau. Isaia, era emigrato a Fiume, in Italia, per studiare e successivamente insegnare. Nel 1944, nonostante le vigenti misure discriminatorie nei confronti della popolazione ebraica, messe in atto dalla politica razziale tedesca, decide di tornare in Ungheria per raggiungere gli anziani genitori, in occasione delle loro nozze d'oro, ma si ritrova invece, tra gli ignari deportati, sul treno diretto ai campi di concentramento. Abituato agli agi della vita quotidiana, Isaia viene bruscamente catapultato in un mondo surreale, costretto a dover fare i conti con la propria coscienza pur di sopravvivere. Così ben presto capisce che, per restare in vita, bisogna comportarsi come i propri aguzzini.


In breve tempo impara tutto il necessario per perdurare all'interno del lager, ma tormentato dai sensi di colpa nel dover partecipare attivamente all'orrore a cui è costretto ad assistere ogni giorno, decide di porre fine alla sua esistenza. Tuttavia, l'incontro inaspettato con un ufficiale delle SS, Hillgruber, si rivelerà provvidenziale, instillando nel professore un nuovo spirito di sopravvivenza, che si tramuterà in una vera e propria missione: raccontare le atrocità che vede commettere intorno a sé, perché queste non restino impunite. Grazie all'idea dell'ufficiale Hillgruber, Isaia crea una biblioteca con i libri requisiti dai nazisti, nel ghetto di Cracovia e vi lavora in qualità di bibliotecario, spronando i soldati nazisti a leggere, con la speranza di scuotere le coscienze indottrinate dalla propaganda nazista e magari, veder nascere in loro un briciolo di umanità. La sua personalissima missione però, lo obbligherà a collocarsi in una condizione sempre più scomoda e di conseguenza pericolosa, ma spinto anche dalla curiosità di conoscere la realtà degli eventi, riuscirà a mantenere la freddezza necessaria per portare avanti il suo incarico.


La stile del racconto è lucido, freddo, razionale. Andrea Frediani, ha avuto cura di soffermarsi sui dettagli, descrivendo minuziosamente i luoghi e le sensazioni del protagonista. Queste peculiarità stilistiche, permettono al lettore di vivere in prima persona il dramma vissuto dal protagonista. Leggendo infatti, si ha la sensazione di trovarsi realmente tra i deportati, viaggiare con loro all'interno del treno diretto ad Auschwitz, respirando la stessa aria stantia e provando la perenne sensazione di angoscia e terrore del professore; uniformarsi ad essi e diventare, come Isaia stesso si definisce: "attori in questa tragedia mascherata da commedia". Un romanzo ispirato ad una storia vera, il cui lettore, oltre ad essere spettatore, diventa, inevitabilmente, protagonista involontario delle atrocità avvenute nei campi di concentramento creati dalla Germania nazista. Andrea Frediani, storico di spessore, riesce a fondere invenzione e realtà storica, utilizzando anche delle adorabili metafore con riferimenti ai grandi pittori del XX secolo, quali Munch e Picasso. Molto interessante anche il messaggio dello scrittore in merito alla lettura: Isaia matura la speranza di rendere i soldati tedeschi più umani, sviluppando empatia e di conseguenza, assumendo punti di vista diversi da quelli che gli furono offerti fin da piccoli.Un messaggio importante, dopotutto, la lettura ha la straordinaria capacità di farci immedesimare nei molteplici personaggi, dandoci la possibilità di aprire la mente a realtà a noi sconosciute, sviluppando così uno spirito critico.


L'AUTORE
Andrea Frediani è nato a Roma nel 1963; consulente scientifico della rivista «Focus Wars», ha collaborato con numerose riviste specializzate. Con la Newton Compton ha pubblicato diversi saggi (tra cui Le grandi battaglie di Roma antica; I grandi generali di Roma antica; L’ultima battaglia dell’impero romano; Le grandi battaglie di Napoleone; La storia del mondo in 1001 battaglie; L’incredibile storia di Roma antica, Le grandi guerre di Roma. L'età repubblicana e, con Raffaele D'Amato, L’ultima vittoria dell’impero romano) e romanzi storici: Jerusalem; Un eroe per l’impero romano; la trilogia Dictator (L’ombra di Cesare, Il nemico di Cesare e Il trionfo di Cesare, quest’ultimo vincitore del Premio Selezione Bancarella 2011); Marathon; La dinastia; 300 guerrieri; 300. Nascita di un impero; I 300 di Roma; Missione impossibile; L'enigma del gesuita. Ha firmato le serie Gli invincibili e Roma Caput Mundi; i thriller storici Il custode dei 99 manoscritti e La spia dei Borgia; Lo chiamavano Gladiatore, con Massimo Lugli; Il cospiratore, La guerra infinita e Il bibliotecario di Auschwitz. Le sue opere sono state tradotte in sette lingue. Il suo sito è www.andreafrediani.it

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