Recensione: Sporco ricco, di James Patterson, John Connolly e Tim Malloy

Titolo: Sporco ricco
Autore: James Patterson, John Connolly, Tim Malloy
Editore: Chiarelettere

Pagine: 240
Anno di pubblicazione: 2020

Prezzo copertina: 18,60 €


Recensione a cura di Mario Turco

Se c'è una vicenda che nel corso degli ultimi anni ha riassunto al suo interno sia il paradigma della modernità che quello dell'antichità è il caso legato a Jeffrey Epstein. Il fascinoso miliardario americano condannato per violenza sessuale ai danni di ragazzine minorenni è allo stesso tempo l'orco additato dall'attuale movimento #MeToo ma potrebbe anche essere uno dei laidi del consesso raccontato da Petronio Arbitro nel Satyricon. L'interesse pubblico verso la turpitudine di un uomo che sfruttava i suoi soldi per abbattere i confini morali questa volta sembra non avere grossi caratteri di morbosità ma sinceri spunti di riflessione connaturati alla viziosa condotta che inevitabilmente la ricchezza comporta.


"Sporco ricco" edito da Chiarelettere è il libro scritto da James Patterson con l’aiuto del giornalista Tim Malloy e la collaborazione dello scrittore inglese John Connolly che racconta diffusamente la storia di Jeffrey Epstein attraverso verbali giudiziari, interviste alle vittime e stralci di interrogatori. Questo libro fu pubblicato per la prima volta nel 2016 ma dall'11 Giugno di quest'anno viene ripresentato in tutte le librerie con un'aggiornata e corposa nota introduttiva dato che nel frattempo, come noto, Epstein si è suicidato in circostanze misteriose il 10 agosto 2019 nel carcere di New York in cui era rinchiuso per violenza sessuale. L'autore, che ha venduto circa 400 milioni di copie dei suoi libri struttura questa sua ultima fatica come fosse uno dei suoi famosi thriller ed è per questo che si spiega come Netflix da esso abbia tratto la docuserie in onda dal titolo "Jeffrey Epstein: soldi, potere e perversione”. Una prima notazione sul libro si può fare proprio sulla nuova nota che viene inspiegabilmente posizionata all'inizio del libro e non alla fine. Dal punto di vista narrativo, per un'opera che cerca ed ottiene l'andamento incalzante del legal thriller, questo distrugge la suspence: alcuni eventi che nel prosieguo avranno adeguata copertura vengono frettolosamente anticipati, altri semplicemente accennati e più tardi ritrascritti con noia del lettore. Una riedizione necessaria considerato lo scandalo conseguente alla negligenza delle guardie carcerarie che s'addormentarono e permisero ad Epstein di non pagare il suo debito con la giustizia a costo della vita ma che necessitava sicuramente di una maggior cura editoriale. Per il resto “Sporco ricco” per piacere al grande pubblico oscilla tra toni d'inchiesta per i crimini sessuali di cui si è macchiato l'imputato contumace e il racconto a tutto tondo di Jeffrey Epstein, delle sue fortune e dei suoi rapporti con il jet-set mondiale. In questo senso, il libro delinea una vicenda emblematica del Potere a tutte le latitudini e longitudini temporali. L'abuso sistematico di un uomo (tra l'altro molto prestante anche fisicamente nonostante i cinquant'anni) che non aveva sicuramente bisogno di pagare duecento dollari delle minorenni affinché gli facessero massaggi pornografici ma che lo faceva perché la ricchezza glielo concedeva, è davvero simbolica dell'ebbrezza di dominio a cui il denaro da accesso. 


Finanziere di grande successo, protagonista di cene sontuose con capi di governo, uomini dello spettacolo e celebri artisti, amico di personalità del calibro di Donald Trump, Bill Clinton e Andrea, il Duca di York, fratello del principe Carlo, munifico donatore per i centri di ricerca e le università, Jeffrey Epstein si era perfino creato un salotto di scienziati e studiosi di fama mondiale, dal Nobel per la fisica Murray Gell Mann, Stephen Hawking e il neurologo Oliver Sacks, con i quali amava discutere delle sue teorie transumanistiche e dell'interesse per l'ingegneria genetica e l'intelligenza artificiale. Come nelle fiabe però, quest'incessante attività filantropica nascondeva un giro di mercimonio sessuale da lui avviato molto ben congegnato che andava a cacciare le sue vittime tra le ragazze povere di Palm Beach. “Sporco ricco” traccia le connivenze tra le stesse adolescenti e soprattutto addita con chiarezza le coperture della polizia locale e perfino di un procuratore. Epstein si dichiarò infatti colpevole una prima volte in una Corte di Stato il 30 giugno del 2008: lo aspettavano 18 mesi di carcere (ridotti poi a 13), la registrazione a vita come reo di reati sessuali e i risarcimenti alle vittime. Ma la sua detenzione fu dorata come purtroppo in Usa avviene spesso per i ricchi: sei giorni su 7 poteva recarsi per 12 ore a casa e il carcere era davvero di minima sicurezza, tanto da consentirgli di dormire non in gattabuia bensì nel salone riversato alle udienze con gli avvocati. Privilegi che continuò ad ostentare dopo aver scontato la pena e che lo fecero tornare una seconda ed ultima volta in carcere nel 2018 con un impianto accusatorio ben più grave per la sua recidività. “Sporco ricco” è spesso acrimonioso nei confronti del soggetto di cui scrive (ed eccede in alcuni punti, tipo le descrizioni del suo pene storto) per cedere infine alla rabbia. Il testamento vergato dal finanziere statunitense prima di suicidarsi fu redatto in una forma che ostacolava post-mortem il risarcimento delle vittime. Marcio fino alle porte dell'inferno.

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