Recensione: Solo se mi credi. Storia d'amore e di anarchia, di Guido Quarzo e Anna Vivarelli

Titolo:
Solo se mi credi. Storia d'amore e di anarchia
Autore: Guido Quarzo, Anna Vivarelli
Editore: Rizzoli
Pagine: 288
Anno di pubblicazione: 2020
Prezzo copertina: 16,00 €

Recensione a cura di Daniela

Torino 1905, il sedicenne Carlo Dalmasso vive con la madre e il fratello Umberto, in una casa modesta e umida. Aspirante pasticcere e lettore incallito, ama perdersi tra le pagine dei romanzi di Salgari, nei quali si rifugia volentieri per evadere dalla vita di privazioni che, dopo la morte del padre, vede costretta al duro lavoro anche la madre. Grazie all'intercessione dello zio Antonio, Carlo lavora come fattorino presso la Premiata pasticceria fratelli Perosino e tra una consegna e l'altra, conosce Margherita, una ragazza trasferitasi da Santena a Torino per aiutare la zia Tina, che lavora come governante presso la famiglia Sperino. Margherita dimostrerà ben presto di ricambiare l'interesse dimostratole da Carlo, fino al punto in cui, la semplice simpatia, lascerà il posto ad un sincero sentimento d'affetto. Tra letture avventurose, aspirazioni e pensieri romantici, Carlo deve fare i conti con le ripercussioni determinate dall'incontro con un mendicante, che qualche giorno dopo, viene trovato senza vita nel canale.


Dopo l'inaspettata gioia per aver fatto la conoscenza dell'amato scrittore Emilio Salgari, frequentatore abituale della biblioteca in cui è solito prendere in prestito i suoi libri preferiti, Carlo si trova, suo malgrado, a dover approfondire il mistero legato ad una busta da lettere fattogli recapitare proprio dal mendicante sul posto di lavoro. La busta è indirizzata all'avvocato Andrea Piloni, che abita insieme alla bellissima moglie Odette, proprio nello stesso palazzo di Margherita. L'insolita ed apparentemente innocua richiesta del mendicante e la sua successiva morte, cambierà il corso della sua esistenza, mettendo in discussione le sue priorità e la visione della vita, ormai inevitabilmente proiettata verso il mondo degli adulti.


Il romanzo è ambientato nella bellissima Torino dei primi anni del Novecento descritta con dovizia di particolari, al punto da offrire uno scorcio in 4D degli ambienti che, nel romanzo, sono parte integrante della storia. Lo stile è diretto e pulito, la narrazione dei fatti è suddivisa in maniera cronologica, con alcuni richiami al passato a scopo esplicativo. La voce narrante utilizza un linguaggio ricco di descrizioni, ma estremamente scorrevole, intervallato da diversi dialoghi, alcuni anche in dialetto piemontese. La lettura è resa particolarmente piacevole dalla maestria degli scrittori nell'incorniciare i dialoghi con l'eleganza dei dodici chilometri di portici torinesi, nonché la narrazione di circostanze utili alla comprensione delle vicende accadute, che vengono chiarite tra aromi inebrianti e sapori deliziosi dei dolciumi della pasticceria. I temi affrontati nel romanzo parlano sostanzialmente di libertà e d'amore. La storia si snoda attorno all'uccisione del re d'Italia Umberto I di Savoia, che fu compiuto dall'anarchico Gaetano Bresci nel luglio del 1900, narrando anche le vicende e i personaggi che portarono alla concretizzazione del regicidio.

Il Novecento insegna che le ribellioni e le lotte sono un passo indispensabile per la conquista e la conseguente difesa dei diritti e necessitano dell'impegno di gruppi di persone che credono fermamente nel valore della libertà di pensiero e di parola, affinché il sistema istituito venga modificato a favore dell'emancipazione delle categorie svantaggiate. Contemporaneamente, le rinunce, i desideri e il coraggio ispirati dall'amore, sono la chiave di volta per ottenere le conquiste più importanti.

GLI AUTORI
Anna Vivarelli è nata a Torino nel 1958. Laureata in Filosofia, ha esordito giovanissima nella scrittura con testi teatrali, racconti e radiodrammi con la Rai. Da metà degli anni ’90 si dedica a tempo pieno alla letteratura per ragazzi e all’attività di educazione alla lettura nelle scuole e nelle biblioteche, continuando comunque a coltivare due grandi passioni: la lettura e la musica, dalla classica al rock. Nel 2010 le è stato assegnato il Premio Andersen come miglior autrice. 
Guido Quarzo è nato a Torino nel 1948. Ha lavorato come insegnante e come formatore. Si è occupato in modo particolare di teatro per ragazzi. Con i suoi libri, editi dalle maggiori case editrici e tradotti in diverse lingue, ha vinto numerosi premi letterari. Nel 1999 ha lasciato l’insegnamento per dedicarsi completamente alla scrittura e agli incontri di lettura presso scuole e biblioteche.

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