Recensione: La vera storia di Martia Basile, di Maurizio Ponticello

Titolo:
La vera storia di Martia Basile
Autore: Maurizio Ponticello
Editore: Mondadori
Pagine: 336
Anno di pubblicazione: 2020
Prezzo copertina: 19,00 €

Recensione a cura di Daniela

Nel 1594, mentre il regno di Napoli era sotto la dominazione spagnola, all’età di dodici anni, Martia Basile, andava in sposa a Don Domizio Guarnieri detto Muzio, un ricco commerciante vedovo di quasi 50 anni. Il matrimonio per Martia, segnò l’inizio di una vita fatta di stupri e percosse, che videro velocemente portarle via l’innocenza di bambina per diventare madre di due bambine, Tolla e Beatrice. La vita matrimoniale era un vero tormento per Martia, che approfittando della frequente assenza del marito per motivi di lavoro, riusciva a ritagliarsi piccoli momenti di serenità, stringendo amicizia con il poeta popolare Giovanni della Carretòla e beneficiando della compagnia della domestica Desiata, una donna di trentasette anni, anch’essa vittima di stupri da parte del padrone di casa. 


Martia inoltre, poteva contare sull’aiuto di Pinella, la levatrice locale e le sue comari, Margarita e Giovannella che, solitamente, la curavano e la sostenevano nei momenti di sconforto. Proprio nei giorni in cui il monaco di Nola, Giordano Bruno, veniva mandato al rogo a Campo de’ Fiori, dalla Santa Romana Chiesa, le comari iniziarono ad istruire Martia sui segreti della magia della natura, insegnandole a riconoscere ed utilizzare le piante a scopi curativi. Con l'ascesa al trono del re Filippo III, gli affari commerciali di don Muzio subirono il peso delle sciagurate scelte commesse dal precedente viceré, al punto da costringerlo, per la sua incolumità, a lasciare Napoli per rifugiarsi ad Ariano Irpino, dove per saldare un debito con il governatore, mise a disposizione il corpo della moglie, soddisfacendo non solo i piaceri carnali ma anche le tasche di quest'ultimo, che nel frattempo trovò un pretesto per far arrestare Don Muzio. Quando Martia riuscì a fuggire si rifugiò a Lauro, dove le due figlie erano state affidate alle cure amorevoli di una balia. Restò con loro l’intero inverno per poi far ritorno a Napoli con il caro amico Giovanni il cantastorie. Era il 1601, quando Martia Basile, in compagnia del capitano di giustizia Gajola, scoprì per la prima volta l’amore, trascorrendo i mesi più felici e spensierati della sua vita, ma la felicità non durò a lungo, infatti il ritorno a casa del marito la riportò alla dura realtà e il suo temperamento violento e brutale, la mise nella disperata condizione di assassinarlo, ritrovando la libertà che le fu rubata all’età di soli dodici anni, trovandosi però nella condizione di colpevolezza che le costò la vita per decapitazione.

L'ambientazione è quella di una Napoli seicentesca, governata dalla monarchia spagnola. Tutti i personaggi sono ben rappresentati, le minuziose descrizioni evidenziano lo stato sociale di ciascuno, utili al lettore per assimilare le varie situazioni citate nella storia. Il linguaggio è molto suggestivo, l'autore utilizza la lingua napoletana, modificandola opportunamente per risultare più fruibile e di conseguenza rendere la lettura scorrevole. Un libro di narrativa storica intenso e profondamente crudo, che giunge ai lettori attraverso la narrazione del poeta Giovanni della Carretòla, che fu diretto testimone della tormentata vita di Martia Basile, un'anima pura, deturpata dalle angherie subite, inducendola inevitabilmente a macchiarsi di uxoricidio.

L'AUTORE
Maurizio Ponticello, giornalista e scrittore, è stato corrispondente di testate radiofoniche e televisive, redattore di vari quotidiani e cronista de “Il Mattino”. È autore di diversi libri, tra i quali: La nona ora (Bietti, 2013) e I Pilastri dell’anno. Il significato occulto del Calendario (Edizioni Mediterranee, 2013). Per la Newton Compton ha pubblicato: Misteri, segreti e storie insolite di Napoli (con Agnese Palumbo, 2012),Forse non tutti sanno che a Napoli… (2015), Un giorno a Napoli con san Gennaro. Misteri, segreti, storie insolite e tesori (2016) – dal quale è stato tratto un documentario – e Napoli velata e sconosciuta (2018). Ha avuto vari riconoscimenti tra cui il premio Domenico Rea. È presidente della storica associazione di giallisti Napolinoir.

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