Titolo: Sulle ali della speranza
Autore: Bruna Cases, Federica Seneghini
Editore: Piemme
Pagine: 186
Anno di pubblicazione: 2022
Prezzo copertina: 14,00 €
Recensione a cura di Daniela
Bruna ha appena quattro anni, quando la politica razzista dell'Italia fascista cambia per sempre la vita della sua famiglia. Nel 1938, in seguito all'approvazione del Consiglio dei ministri delle leggi per la difesa della razza, gli ebrei vengono espulsi dalle scuole, esclusi dalla vita sociale e lavorativa, e ciò impedisce loro di condurre una vita normale. Con il passare degli anni e l'inasprirsi delle legge razziali, agli ebrei viene proibito di possedere una radio, beni o terreni oltre un certo valore, per fare la spesa serve una tessera annonaria che consiste in foglietti di vari colori da presentare nei negozi, ma la quantità del cibo è sempre troppo scarsa per sfamare tutta la famiglia.
La storia di Bruna Cases e della sua famiglia è narrata in prima persona proprio da Bruna, che durante la fuga e il periodo trascorso in Svizzera documenta ogni accadimento nelle pagine del suo diario. Il linguaggio è semplice e terribilmente spontaneo, ogni pagina è la testimonianza genuina dei fatti che accaddero raccontati attraverso gli occhi di una bambina che, giorno dopo giorno, assiste alla morte lenta ed inesorabile delle sue libertà e prova a dare un senso a tutto quello che accade attorno a lei, anche quando non ne capisce pienamente il significato. La sua storia giunge fino ai giorni nostri, e viene raccontata al lettore con un'innocenza disarmante, come solo la mente di una bambina può fare. Al lettore non resta che immergersi nella parole ed empatizzare con Bruna, vivendo passo passo tutto il dolore e l'umiliazione subita a causa delle persecuzioni naziste nei confronti di persone che hanno avuto la sola colpa di nascere nel momento sbagliato, in un mondo malato e corrotto dall'odio e l'ignoranza profonda, dove l'amore e l'altruismo tendono la mano alla speranza, l'unica arma in grado di salvare l'umanità dal baratro infinito del razzismo.
Bruna Cases nasce il 7 marzo 1934 a Milano. Dopo l'armistizio del 1943 e l'inasprirsi delle persecuzioni contro gli ebrei, a soli nove anni è costretta a lasciare l'Italia insieme alla sua famiglia. Documenta la sua fuga e il periodo trascorso in Svizzera nelle pagine del diario che tuttora custodisce nella sua casa milanese. Insieme al marito Giordano d'Urbino, anche lui sfuggito da bambino alle deportazioni nei campi di concentramento, testimonia la sua esperienza nelle scuole di tutta Italia.
Federica Seneghini, giornalista del "Corriere della Sera", nasce a Genova nel 1981. Insegna giornalismo digitale all'Università IULM di Milano. Nel 2020 pubblica Giovinette, le calciatrici che sfidarono il Duce (Solferino), romanzo che ha riportato alla luce la storia della prima squadra femminile di calcio del nostro Paese.
Autore: Bruna Cases, Federica Seneghini
Editore: Piemme
Pagine: 186
Anno di pubblicazione: 2022
Prezzo copertina: 14,00 €
Bruna ha appena quattro anni, quando la politica razzista dell'Italia fascista cambia per sempre la vita della sua famiglia. Nel 1938, in seguito all'approvazione del Consiglio dei ministri delle leggi per la difesa della razza, gli ebrei vengono espulsi dalle scuole, esclusi dalla vita sociale e lavorativa, e ciò impedisce loro di condurre una vita normale. Con il passare degli anni e l'inasprirsi delle legge razziali, agli ebrei viene proibito di possedere una radio, beni o terreni oltre un certo valore, per fare la spesa serve una tessera annonaria che consiste in foglietti di vari colori da presentare nei negozi, ma la quantità del cibo è sempre troppo scarsa per sfamare tutta la famiglia.
Nel 1939, Adolf Hitler ordina ai suoi soldati di invadere la Polonia, causando lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e nel 1940, Mussolini annuncia che l'Italia ha dichiarato guerra all'Inghilterra e alla Francia, schierandosi quindi al fianco dell'alleato tedesco. Oltre alle restrizioni sempre più stringenti, si aggiunge la paura delle sirene antiaeree che annunciano il passaggio degli aerei, i quali squarciano il silenzio della notte con il loro rombo minaccioso, spesso seguito dal sibilo che preannuncia lo scoppio delle bombe e il tremolio della terra. Sempre più esasperata, la famiglia Cases non vuole abbandonare Milano, anche quando Hitler ordina un piano per risolvere "la questione ebraica" nell'Europa governata dalla Germania nazista, che porta molte famiglie ad espatriare. Nel 1943 però, iniziano le deportazioni degli ebrei italiani nei campi di lavoro e questo spinge la famiglia di Bruna all'amara decisione di fuggire in Svizzera, che si era dichiarata neutrale, per tentare di salvarsi dalle deportazioni. La piccola Bruna trascorre due anni in Svizzera, dove la sua famiglia deve affrontare altre dure prove, fatte di separazioni e ricongiungimenti, malattie e solitudine, che cessano solo nel 1945 quando la guerra finisce e Bruna e la sua famiglia possono finalmente tornare in Italia...