Recensione: La bambina di Kiev, di Luca Crippa e Maurizio Onnis

Titolo:
La bambina di Kiev
Autore: Luca Crippa, Maurizio Onnis
Editore: Libreria Pienogiorno
Pagine: 286
Anno di pubblicazione: 2022
Prezzo copertina: 17,90 €

Recensione a cura di Luigi Pizzi

La guerra in Ucraina è un argomento di stringente attualità: televisioni, radio, giornali, social, tutti si occupano quotidianamente dell'argomento con video, interviste, reportage, fotografie. Eppure, non è mai facile capire fino in fondo cosa sia la guerra e immedesimarsi nei panni di chi ne subisce le conseguenze. In questo riesce benissimo La bambina di Kiev, il libro scritto a quattro mani da Luca Crippa e Maurizio Onnis che narra le vicende di Alisa, una bambina di dieci anni in fuga dalla guerra con la sua famiglia.


Il romanzo però si apre qualche settimana prima dell'inizio del conflitto, quando ancora sembrava difficile, se non impossibile, credere ad una soluzione armata. In questa prima parte, il lettore conosce la famiglia di Alisa, modesta ma piena d'amore: l'affettuosa mamma Polina, l'adorato papà Semyon e il nonno Olexandr, rimasto vedovo da un po' e adesso dedito solo ai ricordi e alla cura del gattino Milou. Quando il 24 febbraio iniziano a cadere le bombe alla periferia di Kiev e in città arrivano i soldati russi, nessuno è davvero pronto ad affrontare la situazione. Nonostante il pericolo, Semyon decide di accompagnare il nonno a prendere i vestiti e il gatto, ma di ritorno finisce vittima del fuoco russo. Scampato per fortuna all'attacco, il nonno riesce a far ritorno a casa sentendosi in colpa per l'accaduto. Distrutta per la perdita del marito, sotto i continui bombardamenti russi, Polina decide di lasciare la capitale per mettere in salvo la bambina e il padre. Dopo essere arrivati al ponte sul Bucha però, a causa di un bombardamento russo, Alisa e il nonno sono costretti a separarsi da Polina, rimasta sull'altra sponda. Costretti a proseguire il viaggio senza la donna, la bambina e il nonno devono farsi coraggio per allontanarsi il più possibile dalla follia della guerra. Così, passo dopo passo, paese dopo paese, i due iniziano un lungo viaggio verso la salvezza, ogni giorno più preoccupati per il destino della donna di cui non si hanno più tracce...


Come detto all'inizio, La bambina di Kiev crea un grande coinvolgimento emotivo nel lettore. La bravura dei due scrittori è proprio quella di trasmettere i sentimenti, le emozioni e i pensieri dei protagonisti: il senso di smarrimento iniziale, la paura, il dolore della separazione, l'orrore, ma anche la forza e il coraggio che li spingono ad andare avanti nonostante tutto. In particolar modo, Crippa e Onnis si rivelano abili nel raccontare la guerra dal punto di vista di una bambina che affida ad un diario timori e speranze per non farsi travolgere dai pensieri negativi. In tal senso, la storia di Alisa si può leggere anche come il racconto di formazione di una bambina costretta a crescere e maturare in fretta per poter affrontare situazione più grandi di lei. Quello che emerge dal romanzo non è solo la cronaca di eventi drammatici come i bombardamenti e le violenze che provocano morti, macerie, fame, sfollati, orfani, danni fisici e psicologici, ma anche il grande spirito di solidarietà e la resilienza del popolo ucraino, vittima di una guerra senza senso. La bambina di Kiev si legge in poche ore ma colpisce il lettore nel profondo suscitando sdegno per la bestialità umana e allo stesso tempo speranza per il futuro.


Luca Crippa e Maurizio Onnis hanno fatto della narrazione documentale dei grandi eventi della storia contemporanea la cifra fondamentale della loro produzione. Ne La bambina di Kiev intrecciano sapientemente in una dimensione narrativa importanti testimonianze documentali e resoconti di profughi e vittime della guerra in Ucraina. In L’archivista hanno raccontato la vicenda di Hedy Epstein, che giovanissima ha visto la sua famiglia sterminata nei lager, per poi diventare archivista al processo di Norimberga contro i medici nazisti, e quindi instancabile attivista per la pace. Nel bestseller internazionale Il fotografo di Auschwitz quella di Wilhelm Brasse, il fotografo polacco internato ad Auschwitz a cui si deve la fondamentale documentazione fotografica – 50mila scatti - sulle vittime e i crimini del regime nazista.

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