Recensione: La libreria dei gatti neri, di Piergiorgio Pulixi

Titolo:
La libreria dei gatti neri
Autore: Piergiorgio Pulixi
Editore: Marsilio
Pagine: 304
Anno di pubblicazione: 2023
Prezzo copertina: 16,00 €

Recensione a cura di Mario Turco

Nel decreto Milleproroghe di quest’anno, tra la solita sfilza di rinvii di pagamenti e la comunissima comparsa di commi non attinenti alla decretazione d’urgenza, uno zelante parlamentare avrebbe potuto aggiungere una riga di codice che sicuramente avrebbe ottenuto un plauso se non unanime quantomeno condiviso: “Si vieta agli appassionati di gialli di scrivere romanzi gialli che vogliano omaggiare i maestri del giallo”. Altro che messa al bando delle concessioni delle spiagge e approvazione del Mes, è questo il vero nodo irrisolto del nostro Paese. Avvocati, infermieri, saldatori e giardinieri da anni riempono infatti gli scaffali delle librerie coi loro innocui romanzi thriller, scritti tra un’arringa ed una potatura, con l’intento da un lato di omaggiare pudicamente i grandi maestri dell’arte della suspense letteraria e dall’altra di poter raccontare il lato oscuro di una qualunque provincia italiana. 


“La libreria dei gatti neri”, di Piergiorgio Pulixi edito da Marsilio nella collana Lucciole riassume in sé tutti i difetti e pochissimi degli altrettanto radi pregi di questo sottogenere che grazie (o per colpa) del successo di vendite alimenta un circuito di mediocre letteratura di cui non si intravede purtroppo la fine. Non è questione di gusti o di target né di aspettative o finalità: leggere è molto più faticoso con romanzi come questo, scritti da algoritmi mentali affinati nel corso dei secoli e ben prima che ChatGPT ne svelasse digitalmente l’anima calcolatrice, che con libri magari pedanti o arroganti ma almeno parzialmente non collimanti con computazioni basiche di regole narrative. D’altronde già la chiusa dell’aletta della brossura de La libreria dei gatti neri era esplicita sul contenuto: “Pulixi firma un giallo pieno di suspense e ironia che parla di libri e omaggia i classici del mistery, rendendo i lettori i veri protagonisti di questa storia”. Insomma, gli aficionados del giallo si tranquillizzino perché con questo libro di Pulixi essi saranno dove vorranno essere, ovvero dove sono sempre stati e sempre saranno: dentro la loro passione per strani morti da indagare e misteri da risolvere grazie all’aiuto di un detective o, in questo caso, di un gruppo di lettura chiamato “gli investigatori del martedì”, dal giorno della settimana in cui si riuniscono nella libreria del protagonista per analizzare un classico del genere. 


Proprio a questa sgangherata combriccola – che Pulixi caratterizza in maniera eccessiva per contrasto ed allo stesso tempo per stereotipi che non vanno mai oltre due righe di descrizione psicologica: “un pensionato malinconico, un frate fin troppo vivace, un’ottantenne fissata con i serial killer, una ragazzina che si veste dark e sogna di uccidere qualcuno e un libraio sull’orlo del fallimento” – viene affidato lo studio e la possibile risoluzione degli omicidi seriali che stanno scuotendo Cagliari. La vicenda di questo “assassino della clessidra” però, nonostante la lunga sequela di numi tutelari del giallo spesso citati ed omaggiati, è più vicino alla cronaca nera che ai rompicapo di pura razionalità della tradizione inglese a cui più volte il romanzo accenna di voler aderire. La detection è pressoché nulla per due terzi delle quasi trecento pagine e l’indizio che fornisce al lettore la chiave per la risoluzione, chiamato ad una sfida in realtà poco elucubrativa, è così marchiano da risultare quasi offensivo. Anche la rottura di una delle regole fondamentali del genere redatte da S.S. Van Dine, oltre che già ampiamente vista in altri romanzi, non riesce a scuotere da un generale torpore stilistico aggravato da un’ironia letteraria – i titoli di libri storpiati, i battibecchi con lettori stupidi e superficiali, il romanesco del comprimario Caruso così stonato in una Cagliari senza sardi – di seconda mano che non va mai oltre il gioco di parole e il calembour. La libreria dei gatti neri cerca di elevarsi dal puro esercizio di genere dedicando ampio spazio al Parkinson della Presidentessa, con pagine che vorrebbero essere dolorose e sofferte. Il risultato di questo sforzo è però velleitario, anche questa volta programmaticamente quantificato e si risolve in un’agnizione finale davvero desolante ed improbabile. Dopo La libreria dei gatti neri aspettiamo con ansia che la politica si muova con quell’obbligo mai così tanto desiderato.

Piergiorgio Pulixi è nato a Cagliari nel 1982 e vive a Milano. Ha pubblicato diversi romanzi polizieschi con cui ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui il premio Scerbanenco 2019 per il miglior noir dell’anno. È considerato uno dei maggiori esponenti della nuova generazione di scrittori noir e thriller. I suoi romanzi sono tradotti in Francia, Spagna, Germania, Austria, Svizzera, Polonia e Russia.

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