Recensione: L'ammazzafilm. Assalto finale, di Stefano Disegni. L'autore presenterà il libro al Romics l'8 Ottobre alle ore 11:15
Titolo: L'ammazzafilm. Assalto finale
Autore: Stefano Disegni
Editore: Gallucci
Pagine: 96
Anno di pubblicazione: 2023
Prezzo copertina: 16,50 €
Nel cinema italiano degli ultimi anni la satira non è più frequentata come una volta. Involutisi in generi codificati – l’eterna commedia leggera e non più all’italiana, gli Autori con la A maiuscola, horror e thriller pronti per scomparire nel catalogo di piattaforme insaziabili – i nostri film non riescono più a farsi beffe della nostra società e delle sue strutture, preferendo rifugiarsi in un quieto vivere in grado comunque di intervenire nel dibattito pubblico ma non di abraderlo. Registi, attori, sceneggiatori e addetti ai lavori non muovono più apertamente conflitto verso i propri colleghi (lontanissimi i tempi in cui un giovane ed arrogante Moretti accusava Monicelli di fascismo per “Un borghese piccolo piccolo”) contentandosi di farlo dietro le quinte attraverso manovre richelieuane. Ed è strano pensare come le uniche oasi dove poter esercitare il liberatorio diritto di satira, anche feroce, siano rimaste quelle della bistrattata critica cinematografica che riesce ancora in larga parte a non farsi istituzionalizzare.
Autore: Stefano Disegni
Editore: Gallucci
Pagine: 96
Anno di pubblicazione: 2023
Prezzo copertina: 16,50 €
Recensione a cura di Mario Turco
Ecco che leggere le caustiche vignette di “L’ammazzafilm. Assalto finale”, ultima raccolta di Stefano Disegni delle sue famosissime strip pubblicata da Gallucci nella sua collana Balloon è un atto che riesce addirittura a commuovere per la sua sfrenata capacità di assaltare appunto qualunque tipo di pellicola. Anche in questa sua ultima fatica, Disegni conferma tutte le idiosincrasie estetiche e di gusto che hanno reso celebri i suoi strali caricaturali senza nemmeno arrischiare a proporre qualcosa di nuovo o originale. In “L’ammazzafilm. Assalto finale” troviamo allora le solite facili prese in giro di blockbuster fracassoni come “Jurassic World – Il dominio” con i suoi dinosauri antropomorfizzati e senili che ammettono in romanesco dell’inutilità fuori tempo massimo di questo sequel perché “adesso se ruggisco, mi piscio adesso”. Peggior fortuna tocca a “Transformers – Il risveglio”, in cui un Disegni oramai prevedibile quando si tratta di satireggiare sui lungometraggi hollywoodiani riempe le sue vignette di onomatopee di botte metalliche a sottolineare la vacuità della sceneggiatura. Ma a difesa del vignettista c’è da dire che anche a 70 anni riesce a essere ancora sferzante quando si tratta di prendere in giro i mostri sacri del cinema come nella striscia dedicata a “Cry macho”, di Clint Eastwood in cui il 92 enne regista statunitense si ritaglia ancora scene di vigoria fisica (sic!) e sessuale (doppio sic!).
Anche le critiche al sopravvalutato “Indiana Jones ed il quadrante del destino”, di James Mangold c’entrano il punto di un film slabbratissimo, “un residuo di sceneggiatura precedente. L’hanno scritta in 150, ci hanno messo 5 anni”. Disegni ancora una volta dà il suo meglio nelle scudisciate che sferza al cinema italiano, così vicino a lui che continua a frequentare festival (anche quest’anno le sue vignette uscivano con Ciak Daily alla Mostra di Venezia) e fiere pop, come il Romics dove presenterà il libro l’8 Ottobre. Nella sezione Indimenticabili- che rimpolpa un po’ furbescamente questa esile uscita ma allo stesso tempo dà modo ai nuovi lettori di conoscere alcuni dei suoi lavori più riusciti – troviamo allora l’ormai celebre vignetta di “Natale sul Nilo” in cui un furente Vittorio De Sica scende dal Paradiso in terra per ammonire il figlio, in quegli anni coinvolto in cinepanettoni sempre più beceri, di smettere di fare “il Sordi dei poveri”. In questo florilegio di dileggi a volte davvero irrisori – come nel caso dei film che vedono coinvolto Riccardo Scamarcio o la riproposizione della striscia su “Malena” e la “cagna” Monica Bellucci – anche Disegni prende qualche cantonata come l’eccessivo ridimensionamento delle qualità attoriali di Luca Marinelli o la denigrazione becera di “Titane”, di Julia Ducournau, ridotto a hipsterata che non avrebbe dovuto cercare di mettersi nel solco dei mostri sacri Cronenberg e Tarantino. “L’ammazzafilm. Assalto finale” è chiuso dalla sezione “E quindi uscimmo a riveder le star. Cronache dal lockdown” in cui emerge il sentito omaggio al Cinema Ritrovato di Bologna e al maxischermo di Piazza Maggiore che anche nell’afoso Luglio attira i numerosi spettatori “A prendere il fresco, andremo all’arena! Perché il cinema oggi raddrizza la schiena”.