Autore: Jeffery Deaver
Editore: Rizzoli
Pagine: 432
Anno di pubblicazione: 2024
Prezzo copertina: 19,00 €
Recensione a cura di Luigi Pizzi
Il sedicesimo libro della serie Lincoln Rhyme, La mano dell'orologiaio, è una complessa e avvincente caccia al serial killer che intreccia passato e presente in un gioco mortale di intelligenza e inganno. Il titolo stesso richiama il nemico più emblematico della saga, l'Orologiaio, un assassino brillante e manipolatore che aveva lasciato un'impronta indelebile nella mente dei lettori e dei protagonisti. La trama ruota attorno a un nuovo e ambizioso complotto ordito da quest'ultimo, che torna sulla scena dopo essere stato dato per morto. Il suo modus operandi è meticoloso, con crimini pianificati come ingranaggi di un orologio perfetto. Questa volta, tuttavia, l'obiettivo sembra essere più grande e più pericoloso, coinvolgendo minacce di portata globale e sofisticate tecnologie che mettono a dura prova le capacità investigative di Lincoln Rhyme e della sua squadra. La narrazione si sviluppa attraverso molteplici colpi di scena e indagini frenetiche, mentre Rhyme e Sachs tentano di decifrare gli intricati piani del loro nemico.
Deaver mescola magistralmente suspense, azione e dialoghi brillanti, mantenendo alta l'attenzione del lettore fino alla fine. Lincoln Rhyme è il cuore pulsante del romanzo. Nonostante le sue limitazioni fisiche, il suo acume investigativo e la sua mente analitica rimangono insuperabili. In La mano dell'orologiaio, Rhyme deve confrontarsi non solo con il ritorno del suo nemico più temibile, ma anche con i dilemmi morali e personali che derivano dall'essere un leader in situazioni così complesse. La sua personalità rigida e la dedizione alla giustizia lo spingono spesso al limite, creando tensione sia con sé stesso che con gli altri. Amelia Sachs è il contraltare perfetto di Rhyme. Agile e dinamica, è il "braccio" sul campo che traduce le intuizioni di Rhyme in azione. In questo romanzo, Sachs non solo combatte contro il tempo per fermare l'Orologiaio, ma si trova anche a fare i conti con i propri demoni interiori e le pressioni personali derivanti dal vivere all'ombra di un partner così intenso e impegnativo. L'Orologiaio è un villain tanto affascinante quanto inquietante. Rappresenta un antagonista con una mente quasi speculare a quella di Rhyme, ma applicata al male. La sua filosofia di "perfezione" lo spinge a creare scenari delittuosi che rasentano l'arte, mettendo continuamente alla prova la squadra investigativa. Nonostante la sua apparente assenza fisica, la sua "mano" è onnipresente, e la sua ombra domina l'intero romanzo. Ron Pulaski, membro giovane ma intraprendente della squadra, fornisce una prospettiva fresca e umana. Il suo ruolo cresce in importanza, offrendo momenti di introspezione che bilanciano l'intensità delle indagini. Altri personaggi della squadra, come i tecnici forensi e gli esperti informatici, completano il quadro, evidenziando l'aspetto corale del lavoro investigativo. Il libro presenta anche figure nuove e complesse, come collaboratori inaspettati e vittime, e ogni personaggio secondario contribuisce a creare una narrazione stratificata, dove ogni dettaglio potrebbe essere cruciale.