Recensione: La pazienza del diavolo, di Maxime Chattam

Titolo
: La pazienza del diavolo
Autore: Maxime Chattam
Editore: Salani
Pagine: 544
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 19,00 €

Recensione a cura di Luigi Pizzi

Nel cuore della Francia, l'apparente tranquillità quotidiana viene brutalmente interrotta da atti di violenza inspiegabili. Si parte da un'agghiacciante sparatoria su un treno ad alta velocità: due adolescenti, armati e implacabili, aprono il fuoco sui passeggeri senza una ragione apparente. Quasi contemporaneamente, un'operazione antidroga svela un traffico disumano di pelle umana. La tenente Ludivine Vancker si ritrova coinvolta in un'indagine che rapidamente svela legami sottili ma inquietanti tra questi eventi. Un disegno malato sembra guidare individui normali a trasformarsi in assassini spietati. Chi li manovra? E perché? La caccia al "Diavolo" — un'entità tanto elusiva quanto perversa — si trasforma in una corsa contro il tempo, in un'indagine in cui il confine tra vittima e carnefice si fa sempre più sfocato. Ludivine si trova costretta a sondare non solo i meandri del crimine, ma anche gli abissi della natura umana.


Maxime Chattam adotta uno stile teso, rapido e fortemente visivo. Le scene si susseguono con un ritmo cinematografico, alternate a momenti di introspezione profonda. La sua scrittura è precisa, quasi chirurgica: riesce a tratteggiare ambienti, sensazioni e stati d'animo con pochi tratti efficaci, immergendo il lettore in una tensione costante. Il linguaggio non è mai gratuito nella descrizione della violenza: ogni scena, anche la più dura, è funzionale alla costruzione di una riflessione più ampia sulla società e sull'individuo. A livello tematico,  Chattam esplora come l'orrore possa nascere non da mostri evidenti, ma da persone comuni, piegate e manipolate da forze più grandi di loro. Il romanzo infatti, affronta la vulnerabilità della psiche umana, mostrando quanto facilmente gli individui possano essere condotti a compiere l'impensabile. "La pazienza del diavolo" si fa anche specchio di una società in bilico, in cui la violenza sembra sempre più vicina e inaspettata. C'è poi un dualismo tra razionalità e istinto: Ludivine rappresenta questa tensione interna, oscillando costantemente tra il rigore dell'investigazione scientifica e l'intuizione emotiva. Ludivine infatti, è una protagonista complessa, guidata da un forte senso di giustizia ma tormentata da proprie fragilità interiori. Non è l'eroina invincibile, bensì una donna che porta il peso delle sue paure e dei suoi fallimenti sulle spalle, rendendola estremamente umana e vicina al lettore. "La pazienza del diavolo" quindi, è molto più di un thriller: è una riflessione sulla natura del male, sull'imprevedibilità della violenza e sulla resilienza necessaria per affrontarla. Attraverso una trama serrata, personaggi intensi e uno stile ipnotico, Maxime Chattam costruisce un romanzo che inchioda il lettore dalla prima all'ultima pagina, obbligandolo a interrogarsi sui mostri che possono nascondersi dietro i volti più insospettabili.

Maxime Chattam è nato a Herblay nel 1976 e da ragazzo ha vissuto a lungo negli Stati Uniti. Ha studiato Criminologia e Psicologia forense. Paragonato dalla critica ad autori come Michael Connelly, Joël Dicker e Stephen King, ha venduto sette milioni di copie nel mondo e in Francia è considerato un maestro da tutti i più importanti scrittori di thriller.

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