Recensione: ALBERT NOBBS (2011)

Il film è basato sulla pièce teatrale The Singular Life of Albert Nobbs, tratta a sua volta dall'omonimo racconto di George Moore, interpretata da Glenn Close che ha voluto fortemente portare sul grande schermo questa storia. L'attrice, infatti, ha scritto la sceneggiatura per l'amico regista Rodrigo Garcia. La storia è quella di un cameriere Albert Nobbs (Glenn Close), che in realtà è una lei. Figlia di nobili, Albert ha trascorso buona parte della sua giovinezza in uno stato agiato, con una buona educazione, salvo poi finire in un quartiere malfamato dopo la morte della madre. Qui viene violentata e per riuscire a trovare lavoro decide di trasformarsi in un uomo. Lavora nei principali hotel inglesi, ma il suo sogno più grande è quello di aprire un negozio e vivere felice insieme ad un'altra donna, con la quale condividere il proprio segreto. Per questo inizia a corteggiare Helen (Mia Wasikowska), a sua volta innamorata di Joe (Aaron Johnson), un giovane ragazzo squattrinato che sogna di emigrare in America. 

Schiava di una scelta da cui sembra impossibile fuggire, tra disperazione e frustrazione, Albert vive solo per realizzare un sogno: mettersi in proprio e fare una vita da "signore". Sul dramma di questa singolare figura è basata l'intera pellicola, che prova a raccontare anche la vita miserabile di altri camerieri, quasi tutti vittime del destino e del proprio status sociale. 

Dunque a livello tematico il film risulterebbe pure interessante, supportato da una recitazone di altissimo livello, con una Glenn Close sontuosa (meritatamente candidata all'Oscar come migliore attrice), da una bella fotografia e da una convincente ricostruzione dell'epoca (dagli abiti al trucco). Purtroppo però, a parte qualche evidente lacuna nella sceneggiatura, il problema più grande è il ritmo: il film è LENTO, LENTO, LENTO. Per questo, onestamente, ho fatto fatica ad arrivare alla fine. Un vero peccato perchè le potenzialità c'erano tutte e il film, va detto, è candidato a 3 premi Oscar (Glenn Close come migliore attrice protagonista, Janet McTeer come migliore attrice non protagonista, miglior trucco). Per questo mi sento di consigliarlo solo a chi ama le storie drammatiche, dai ritmi molto bassi, e vuole godere dell'ottima recitazione degli attori (con performance fortemente teatrali). Per gli altri consiglio di astenervi, se non volete rischiare di addormentarvi in sala!!

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