Recensione: CRONACA FAMILIARE di Vasco Pratolini

Titolo: Cronaca familiare
Autore: Vasco Pratolini
Editore: BUR
Pagine: 138
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo copertina: 7,90 €

“Questo libro non è un’opera di fantascienza. È un colloquio dell’autore con suo fratello morto. L’autore, scrivendo, cercava consolazione.” Così si apre Cronaca familiare, l’opera più intima di Pratolini. Scritta di getto a poca distanza dalla scomparsa del fratello minore dello scrittore ed edito nel 1947, è il racconto del difficile rapporto tra i due. Orfani di madre – morta dopo aver dato alla luce il secondo figlio – vengono allevati in contesti molto diversi: Vasco dalla nonna, Ferruccio in una casa signorile. Si ritrovano solo da grandi, quando la famiglia adottiva di Ferruccio smette di sostenerlo. Sospeso tra il mondo umile delle proprie origini e l’alta società in cui è stato cresciuto, il giovane non riesce a trovare la propria strada e muore, meno che trentenne, di un’oscura malattia. Commovente e intimista, il romanzo è un piccolo classico che sa raccontare con efficacia e delicatezza gli affetti familiari delineando, insieme, un accurato quadro storico.

RECENSIONE

Cronaca familiare è il racconto intimo, personale dell'ambiguo rapporto tra lo scrittore e il fratello.

Il racconto è diviso in tre parti: la prima racconta l'infanzia separata dei due fratelli, dopo la morte della madre, con Vasco cresciuto dai nonni e Ferruccio "adottato" dal maggiordomo di Villa Rosa. In questa fase l'autore racconta le visite presso questa villa e i constrastanti sentimenti che si agitano in lui di fronte al fratello, ritenuto responsabile della morte della madre, deceduta pochi giorni dopo il parto. 
La seconda parte, invece, racconto il loro incontro quando, ormai adulti, si ritrovano e imparano a volersi bene, a considerarsi veri e propri fratelli.
L'ultima parte riguarda la malattia e la lenta agonia di Ferruccio, incapace di morire tranquillo e legato ormai in modo indissolubile al fratello, l'unico affetto "vicino" nella sua misera e triste esistenza.

Questo breve e intenso racconto, una delle opere più famose di Pratolini, uno dei più importanti scrittori del '900, è interessante per due motivi: il primo è che la storia ci invita a riflettere sull'importanza di avere una famiglia, di "fare" famiglia, qualcosa che molti danno per scontato e che, invece, per tante persone è una realtà sconosciuta. E proprio questo fare famiglia spingerà i due fratelli separati a conoscersi meglio e, piano piano, a volersi anche bene. 
Il secondo aspetto interessante è la capacità dell'autore, in poche pagine, di rendere benissimo le caratteristiche di un'epoca difficile, fatta di stenti e privazioni, ma anche di valori autentici e profondi.
Naturalmente il tutto raccontato attraverso una prosa delicata, raffinata, tipica dello scrittore.  
Dunque un libro intenso, commovente, che si legge velocemente, bastano un paio d'ore, ma che non lascia indifferenti. Consigliato a tutti. 

L'AUTORE
Vasco Pratolini (Firenze 1913 – Roma 1991), di famiglia operaia, interruppe gli studi giovanissimo e svolse i mestieri più vari. Esordì nel 1941 con Il tappeto verde ma il successo vero arrivò nel 1955 con Metello. Da molti dei suoi libri sono stati tratti film di successo.

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Dal libro è stato tratto l'omonimo film del 1962 diretto da Valerio Zurlini con protagonista Marcello Mastroianni

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