Recensione: FELICE DI VOLARE di Amelia Earhart

Titolo: Felice di volare
Autore:
Amelia Earhart 
Editore: Elliot
Pagine: 188
Anno di pubblicazione: 2015
Prezzo copertina: 17,50 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

Felice di volare è un memoir di Amelia Earhart, in cui narra delle imprese eroiche che la consacrarono a icona femminile. Amelia narra la sua passione per il volo, ripercorre tutte le fasi iniziali del suo addestramento ed infine la sua prima grande impresa: la traversata transatlantica nel 1928 a bordo di un Fokker F.VII, chiamato Friendship, con il meccanico Lou Gordon e il pilota Wilmer Stults, descritta anche nel libro 20 Hours-40 Minutes (20 ore-40 minuti). Nel 1932 compie l’impresa che la rende leggendaria: parte da sola dall’isola canadese di Terranova atterrando a Londonderry, nell’Irlanda del Nord, dopo quasi 15 ore di volo.

Nel 1934, sempre da sola, compie la traversata del Pacifico, da Honolulu, nelle Hawaii, fino a Oakland, in California. Lei, Amelia Earhart, prima donna al mondo a raggiungere traguardi così alti, ottiene 16 primati mondiali. Il 2 luglio del 1937 la donna più importante del mondo soprannominata “Lady Lindy”, scompare in circostanze misteriose mentre conclude il giro del mondo insieme al copilota Frederick Noonan. All’interno del libro la stessa aviatrice riporta non solo la sua esperienza di volo, ma anche l’impatto che il suo sogno ha sulla società di allora, fatta di critiche, pregiudizi e stereotipi. Inoltre, scrive anche dei sentimenti scaturiti da questa sua vita\avventura come la gioia, l’ebrezza, le difficoltà economiche e morali, le continue negazioni, il coraggio di affrontare ogni ostacolo, e la forza di volontà nel perseguire i propri sogni.

Lo stile è scorrevole, diretto e lineare. Grazie alla sua esperienza, Amelia diventa un simbolo di perseveranza, di intraprendenza e di emancipazione femminile. Un incoraggiamento per le donne nel seguire il proprio istinto e i propri sogni, e a lottare ogni giorno contro tutti quelli che ostacolano la propria realizzazione personale, anteponendo i pregiudizi alle capacità. Coraggiosa e avventuriera, Amelia è diventata una protagonista importante nel pantheon delle donne che hanno fatto la storia.

“ …Un giorno mentre camminavo nella polvere, un automobilista gentile mi offrì un passaggio. Da com’ero vestita si capiva dove ero diretta; nell’auto c’era una bambina che si entusiasmò molto quando ebbe la conferma che si, volavo con gli aerei, però mi disse « Con quei capelli lunghi non sembri un’aviatrice!». In effetti fino a quel momento me li ero accorciati di un centimetro alla volta di nascosto, ma ancora non li avevo tagliati “ alla garçonne” per evitare di essere considerata eccentrica: nel 1920 era molto anomalo che una donna pilotasse un aereo e avevo voluto mantenere un aspetto il più normale possibile proprio per evitare le solite critiche alle mie attività.” 

L'AUTRICE
Amelia Earhart, nata ad Atchison, Kansas, nel 1897, all’età di ventitré anni, a un raduno aeronautico, per la prima volta sale a bordo di un biplano. È in quell’occasione che decide di imparare a volare. Nel 1928 le viene proposto di essere la prima donna ad attraversare l’Atlantico. Nel 1931 stabilisce il record mondiale di altitudine. Nel 1932 è la prima donna a sorvolare gli Stati Uniti senza scalo, da Los Angeles a Newark. Sempre determinata e con l’intento di arrivare dove altri avevano fallito, diventa la prima aviatrice ad attraversare il Pacifico, da Honolulu, nelle Hawaii, fino a Oakland. Nel 1937 il suo aereo scompare mentre è in volo verso un atollo del Pacifico. Nonostante i sessantasei mezzi di soccorso impiegati dal presidente Roosevelt, le ricerche si rivelano inutili e la morte di Amelia diviene leggenda. Nel 2009 è stato realizzato un film su di lei, interpretato da Hilary Swank e Richard Gere.

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