Recensione: La bambina di Kabul, di Saliha Sultan

Titolo:
La bambina di Kabul
Autore: Saliha Sultan
Editore: Piemme
Pagine: 192
Anno di pubblicazione: 2024
Prezzo copertina: 18,90 €

Recensione a cura di Luigi Pizzi

"La bambina di Kabul" di Saliha Sultan è un romanzo toccante che racconta la storia vera di una donna afgana che trova rifugio in Italia dopo aver vissuto sotto il regime dei mujaheddin e dei talebani. La protagonista, nata e cresciuta a Kabul, affronta numerose battaglie, prima nella sua terra devastata dalla guerra e poi in Italia, dove cerca di costruirsi una nuova identità. 


Quando i talebani ritornano al potere nel 2021, Saliha, che vive in Italia da vent'anni, sente il bisogno irresistibile di raccontare la sua storia. Il libro ripercorre la sua infanzia segnata dalla guerra e l'adolescenza segnata dalla lotta per i diritti delle donne. Saliha racconta di come il coraggio di suo padre Sultan e la forza d'animo di sua nonna Adee l'abbiano sostenuta nel suo percorso. La sua storia è arricchita dall'influenza di scrittori come Khaled Hosseini e Antonia Arslan, che hanno alimentato la sua determinazione a non rinunciare mai ai propri diritti. Ora madre di una figlia adolescente, Saliha lancia un appello appassionato a tutte le donne a lottare per la propria libertà. Il romanzo è più di una semplice testimonianza personale; è un inno all'azione e alla forza delle donne, un canto di libertà e una celebrazione del potere trasformativo delle parole. La trama, attraverso momenti difficili e ispirazioni letterarie, costruisce un racconto che ispira e commuove, facendo emergere l'importanza di non abbassare mai la testa di fronte all'oppressione.

Saliha Sultan, nata in Afghanistan nel 1988, vive in Italia da vent’anni ma non ha mai dimenticato il suo Paese. La bambina di Kabul è la sua storia.

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