Recensione: Arriva il Natale nella Valle dei Mumin, di Cecilia Davidsson, Alex Haridi, Tove Jansson, Filippa Widlund
Titolo: Arriva il Natale nella Valle dei Mumin
Autore: Cecilia Davidsson, Alex Haridi, Tove Jansson, Filippa Widlund
Editore: Iperborea
Pagine: 40
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 16,50 €
Autore: Cecilia Davidsson, Alex Haridi, Tove Jansson, Filippa Widlund
Editore: Iperborea
Pagine: 40
Anno di pubblicazione: 2025
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Recensione a cura di Luigi Pizzi
Arriva il Natale nella Valle dei Mumim, adattato da Cecilia Davidsson & Alex Haridi, si presenta come un albo illustrato che sussurra più che gridare, vestendo il classico mondo dei Mumin di una magia natalizia dolce e riflessiva. La storia parte dal momento in cui la famiglia Mumin, profondamente addormentata durante un lungo letargo, viene svegliata da un Emulo ansioso che annuncia che il Natale sta per arrivare — anche se nessuno in casa Mumin ha davvero idea di cosa questo “Natale” significhi. Il risultato è un racconto che danza tra meraviglia e trepidazione: preparare l'albero, cercare regali, comprendere l’essenza della festa diventano gesti intimi, quasi rituali, carichi di scoperta e leggerezza.
La narrazione riesce a intrecciare umorismo e tenerezza in modo sospeso, mantenendo l’allure poetica tipica di Tove Jansson ma rendendo concretamente accessibili i sentimenti — la curiosità, l’insicurezza, la quieta urgenza di partecipare. Le illustrazioni ricreano un mondo senza tempo: la neve che cade lenta, il riflesso caldo delle finestre, le figure morbide dei Mumin che si affacciano a un’esperienza nuova. In questo contesto, la festa non è ornamento ma lente d’ingrandimento per osservare la famiglia, la comunità e la sorpresa di ciò che è semplice e gentile. Il libro funziona nell’equilibrio tra bambini e adulti: i più piccoli riconoscono la brillantezza visiva, i più grandi scoprono che dietro il divertimento c’è una riflessione sulla fretta e sull’essere preparati prima di capire. Anche la sorpresa, l’imprevisto del Natale per chi non lo conosce, diventa metafora: cosa significa partecipare a una tradizione senza saperne le regole? E cosa succede quando ci si affida agli altri per imparare? Il racconto invita a cogliere che la festa cresce quando la si condivide e quando il dono più vero è la presenza. Non manca però anche qualche remora: in alcune parti si avverte che la storia si dilata per consentire alla forma illustrata o scenica di esprimersi, e che chi trova la festa già familiare potrebbe invece desiderare un ritmo più sbalzato o un colpo di scena maggiore. Ma forse proprio in quella lentezza risiede il suo fascino — perché il Natale nei Mumin non è esplosione, è scoperta lenta e leggera. In definitiva, Arriva il Natale nella Valle dei Mumim emerge come un albo natalizio che non banalizza la festa, ma la accoglie come occasione di stupore e gentilezza. Un regalo visivo e narrativo che parla ai bambini e che ricorda agli adulti che, anche quando non sappiamo le regole, possiamo scegliere di partecipare — con cuore aperto e occhi curiosi.
La narrazione riesce a intrecciare umorismo e tenerezza in modo sospeso, mantenendo l’allure poetica tipica di Tove Jansson ma rendendo concretamente accessibili i sentimenti — la curiosità, l’insicurezza, la quieta urgenza di partecipare. Le illustrazioni ricreano un mondo senza tempo: la neve che cade lenta, il riflesso caldo delle finestre, le figure morbide dei Mumin che si affacciano a un’esperienza nuova. In questo contesto, la festa non è ornamento ma lente d’ingrandimento per osservare la famiglia, la comunità e la sorpresa di ciò che è semplice e gentile. Il libro funziona nell’equilibrio tra bambini e adulti: i più piccoli riconoscono la brillantezza visiva, i più grandi scoprono che dietro il divertimento c’è una riflessione sulla fretta e sull’essere preparati prima di capire. Anche la sorpresa, l’imprevisto del Natale per chi non lo conosce, diventa metafora: cosa significa partecipare a una tradizione senza saperne le regole? E cosa succede quando ci si affida agli altri per imparare? Il racconto invita a cogliere che la festa cresce quando la si condivide e quando il dono più vero è la presenza. Non manca però anche qualche remora: in alcune parti si avverte che la storia si dilata per consentire alla forma illustrata o scenica di esprimersi, e che chi trova la festa già familiare potrebbe invece desiderare un ritmo più sbalzato o un colpo di scena maggiore. Ma forse proprio in quella lentezza risiede il suo fascino — perché il Natale nei Mumin non è esplosione, è scoperta lenta e leggera. In definitiva, Arriva il Natale nella Valle dei Mumim emerge come un albo natalizio che non banalizza la festa, ma la accoglie come occasione di stupore e gentilezza. Un regalo visivo e narrativo che parla ai bambini e che ricorda agli adulti che, anche quando non sappiamo le regole, possiamo scegliere di partecipare — con cuore aperto e occhi curiosi.
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