Il trailer di “Magma. Mattarella, il delitto perfetto”, su Netflix il film per fare chiarezza sui misteri d’Italia
A 45 anni dall’assassinio di Piersanti Mattarella, arriva su Netflix dal 12 marzo “Magma. Mattarella, il delitto perfetto”, un docufilm che riapre una delle ferite più profonde della storia italiana.
Diretto da Giorgia Furlan, prodotto da Mauro Parissone e Laura Guglielmetti per 42° Parallelo, con Antonio Campo Dall’Orto e Ferruccio De Bortoli, il film intreccia omicidi politici, depistaggi, tradimenti di Stato, trasportando il pubblico nel cuore di alcuni fra i fatti più oscuri degli anni di piombo. Dall’omicidio Mattarella, successore ideale di Aldo Moro, fino alla strage alla stazione di Bologna avvenuta in quello stesso 1980, 7 mesi dopo l’assassinio del Presidente della Regione Sicilia.
Dopo le anteprime nei cinema di Roma, Bologna, Palermo e Torino - che hanno riscontrato un ottimo successo di pubblico - e la messa in onda su La7 - con una puntata speciale di La Torre di Babele di Corrado Augias - dal 12 marzo il film arriva anche su Netflix.
“Magma” non è solo un documentario: è un’indagine appassionante, costruita con il ritmo di un thriller e il peso, a tratti lacerante, della realtà. Al centro della narrazione, l’assassinio del Presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella, avvenuto il 6 gennaio 1980 sotto gli occhi della moglie e dei figli, in una Palermo intrappolata tra corruzione e violenza, considerata - nel bene e nel male – il “laboratorio politico” dell’Italia di quegli anni.
Il film ricostruisce il tragico assassinio in modo meticoloso, rimettendo ordine fra i fatti e portando lo spettatore dentro un vortice di domande alle quali gli investigatori non sono mai riusciti a dare risposta: chi ha davvero voluto la morte di Mattarella? Quali legami uniscono quell’omicidio al caso Moro, alle uccisioni di Michele Reina e Vittorio Bachelet, alla strage di Bologna?
Il docufilm mostra come Mattarella, uomo simbolo di un progetto politico che voleva unire Democrazia Cristiana e Partito Comunista, rappresentasse un pericolo per i poteri occulti che volevano mantenere immutati gli equilibri della Guerra Fredda. Depistaggi, silenzi e omicidi: ogni passo compiuto dal Presidente verso un’idea di cambiamento sembrava avvicinarlo al suo destino, fino a trasformarlo in uno degli uomini migliori d’Italia colpiti, probabilmente, per destabilizzare il Paese.
Grazie a testimonianze dirette e l’accesso a documenti recentemente desecretati, il film intreccia testimonianze e voci potenti. Una su tutte: quella di Giovanni Falcone, giudice istruttore che indagò sul delitto e in una confidenza all’amico e collaboratore Pino Arlacchi definì l’assassinio del Presidente della Regione Sicilia un “caso Moro bis”.
Tra i narratori scelti spiccano anche figure come il giornalista Attilio Bolzoni, Rosy Bindi, all’epoca assistente di Vittorio Bachelet, Luciano Violante, membro della commissione antimafia nel 1988 e nel 1990 quando Falcone rivela di essere convinto che nell’omicidio Mattarella si intreccino mafia e terrorismo neofascista, e Andrea Speranzoni, avvocato di parte civile nel processo per la strage alla stazione di Bologna.
La regista Giorgia Furlan, al suo esordio, dimostra una straordinaria sensibilità narrativa, sostenuta dalla scrittura rigorosa, - sviluppata insieme a Chiara Atalanta Ridolfi e Alessia Arcolaci - e da un’estetica potente ottenuta grazie alla fotografia di Tommaso Lusena De Sarmiento e al montaggio di Gabriele Ciances. Elementi che, orchestrati insieme, trasformano una storia complessa e difficile in un’esperienza visiva ed emotiva che ci porta faccia a faccia con la Storia. Un pugno allo stomaco che ci impone di farci delle domande importanti su quanto è successo in quegli anni.
“Magma” non offre risposte facili, ma pone domande essenziali: perché a distanza di 45 anni non sappiamo ancora chi ha ucciso Piersanti Mattarella? Soprattutto, come sottolinea Attilio Bolzoni: «Non lo sappiamo noi e non lo sa nemmeno suo fratello Sergio, oggi Presidente della Repubblica, il primo degli italiani. Se vi pare una cosa normale…». «Forse aveva ragione il venerabile, Licio Gelli, - continua Bolzoni - quando diceva che il delitto Mattarella era un delitto perfetto». Perfetto anche perché per anni avvolto da un silenzio assordante, costruito su omertà, depistaggi, paure e dossier segreti. È proprio questa forse l’eredità di un magma che ribolle ancora, incandescente e incendiario, sotto la superficie della nostra democrazia.
Più che un film, “Magma. Mattarella, il delitto perfetto” è un viaggio nella memoria collettiva, una richiesta di giustizia che risuona nel presente. In un’Italia che, come ricorda Rosy Bindi, «non è mai stata fino in fondo un Paese libero». Il docufilm è un’opera necessaria, capace di scuotere le coscienze e di lasciare un segno profondo nello spettatore, ma soprattutto, come afferma sempre Bindi, di restituirci: «la piena consapevolezza degli anni che abbiamo vissuto e la forza di ricordare che, in quegli anni, qualcuno ha cercato di attentare alla nostra democrazia colpendola nei suoi uomini migliori».