"Il medico dei pazzi", dal 26 dicembre all'11 gennaio al Teatro Quirino di Roma

Don Felice Sciosciammocca, sciocco e danaroso provinciale, giunge a Napoli con la moglie al seguito per incontrare lo scapestrato nipote Ciccillo che egli ha mantenuto agli studi e che ora gli fa credere di essersi laureato in psichiatria e di dirigere una clinica di malati di mente. Nulla di vero, ovviamente, ma per convincere lo zio e continuare a spillargli denaro, il giovanotto pensa di spacciare per casa di salute la pensione in cui egli vive allegramente con un amico. Innescato così il filo narrativo conduttore, liberamente ispirato come molto teatro napoletano d’allora a una trama proveniente d’oltralpe, se ne ricava un fuoco di fila di comicità, facendo leva sulle situazioni in cui viene a trovarsi il candido Sciosciammocca che scambia per matti più o meno pericolosi gli ignari ospiti della pensione, i quali costituiscono un’esilarante galleria di tic e caratteri umani. Il medico dei pazzi è una commedia che mette in scena in modo gioioso il rapporto tra normalità e follia. “Capolavoro del teatro napoletano, reso celebre anche dal film interpretato negli anni Cinquanta da Totò, la commedia ha al proprio centro la maschera popolare di Sciosciammocca, inventata da Scarpetta”.


Note di regia
Il medico dei pazzi è una delle più spassose commedie di Eduardo Scarpetta, una macchina perfetta dell’equivoco. Scritta nel 1908, racconta la disavventura di Don Felice Sciosciammocca, ricco proprietario terriero – un po’ ignorante, molto ingenuo e ancor più provinciale – che da anni finanzia gli studi di suo nipote Ciccillo. È convinto che il ragazzo si sia laureato in medicina e diriga un prestigioso manicomio. Peccato che Ciccillo, invece di studiare, abbia speso tutto in divertimenti e gioco d’azzardo e sia perennemente minacciato dai suoi creditori. Quando Don Felice decide di fargli una sorpresa e si presenta a Napoli con la moglie, il nipote, colto alla sprovvista, improvvisa una bugia colossale: la Pensione Stella, dove vive, non è una comune pensione, ma un rispettabile istituto psichiatrico. Don Felice, vedendo gli eccentrici ospiti della pensione, si convince che siano pazienti e, da quel momento, la commedia si trasforma in un vortice di malintesi e situazioni paradossali, scene talmente iconiche da essere entrate nella memoria collettiva del teatro napoletano. Tra i presunti "matti" spiccano un borioso maggiore dell’esercito, un musicista spiantato e un po’ cleptomane, un attore filodrammatico alle prese con l’Otello, una madre esuberante in cerca di marito per una figlia troppo timida e molti altri personaggi improbabili. Per Don Felice, la Pensione Stella diventa un autentico circo degli orrori, abitato da figure sempre più minacciose, e il suo smarrimento cresce a ogni nuovo incontro. E a un certo punto il più matto di tutti sembra proprio Sciosciammocca, e la sua stessa identità comincia a vacillare.


In questa nostra versione, spostiamo la vicenda di qualche decennio più avanti. Siamo fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, ed è appena entrata in vigore la Legge Basaglia, che abolisce i manicomi suscitando molta diffidenza nei confronti delle nuove strutture di cura, soprattutto per un provinciale ingenuo come Don Felice. Arrivato a Napoli, forse per la prima volta, Sciosciammocca si ritrova in una città in fermento e piena di contraddizioni, e lui non riesce più a distinguere chi è veramente sano e chi no. La sua stessa identità comincia a vacillare: e se il vero matto fosse proprio lui? Trasportare Il medico dei pazzi nella Napoli degli anni Settanta permette di giocare con un’estetica esuberante e iconica: basettoni, occhiali enormi, pantaloni a zampa e una colonna sonora senza tempo. Ma oltre al divertimento, emerge una riflessione più profonda: se tutti possono essere scambiati per qualcun altro, chi siamo davvero? E sul finale, mentre il pubblico ride, Don Felice, con il cuore gonfio di delusione, capisce di essere stato gabbato come un povero scemo: il suo adorato nipote, quello per cui ha sacrificato anni e denaro, lo ha raggirato con la spudoratezza di chi bara a carte con un cieco. Sorride amaramente, si stringe nella sua giacchetta da provinciale fuori posto. Forse è davvero lui il più matto di tutti, perché, nonostante tutto, non riesce a negare a nessuno il lusso di un poetico lieto fine. Leo Muscato


date e orari
VEN 26-dic-25 ore 21:00
SAB 27-dic-25 ore 21:00
DOM 28-dic-25 ore 17:00
LUN 29-dic-25
MAR 30-dic-25 ore 21:00
MER 31-dic-25 ore 21:45 Speciale San Silvestro
GIO 1-gen-26 ore 17:00
VEN 2-gen-26 ore 21:00
SAB 3-gen-26 ore 17:00
DOM 4-gen-26 ore 17:00
LUN 5-gen-26
MAR 6-gen-26 ore 21:00
MER 7-gen-26 ore 19:00
GIO 8-gen-26 ore 17:00
VEN 9-gen-26 ore 21:00
SAB 10-gen-26 ore 21:00
DOM 11-gen-26 ore 17:00

 

SPECIALE SAN SILVESTRO
31 dicembre 2025 ore 21.45

spettacolo + brindisi di mezzanotte + light buffet

  Platea                    € 110
  I balconata           € 100     

II balconata          € 85

Galleria                 € 75


IL MEDICO DEI PAZZI
con GIANFELICE IMPARATO

di EDUARDO SCARPETTA

regia LEO MUSCATO

 

menu

Finger Food
COUS COUS DI VERDURE BIO DELL’ORTO E SALMONE AFFUMICANO NORVEGESE

FARRO PERLATO CON ZUCCHINE, PROVOLONE E MENTA

RISO VENERE CON PESTO DI RUCOLA, POMODORO SECCO E TONNO

 

Vol-Au-Vent
VOL-AU-VENT CON MOUSSE DI MORTADELLA IGP E GRANELLA DI PISTACCHI

VOL-AU-VENT CON MOUSSE CACIO E PEPE E GRANELLA DI NOCCIOLE

 

Dalla Cucina
TARTELLETTA SALATA CON CREMA DI FORMAGGIO AL LIMONE E OLIVA TAGGIASCA

TARTELLETTA SALATA CON HUMUS DI RAPA ROSSA

TARTELLETTA SALATA CON HUMUS DI CECI

BICCHIERINO CON MIELE, BRIE E NOCI

BICCHIERINI CON POMODORINI, BOCCONCINO DI MOZZARELLA E SALSA AL BASILICO


Dal Forno
FAGOTTINI DI SFOGLIA MISTI

SELEZIONE DI BOTTONCINI AL LATTE CON SALUMI E FORMAGGI REGIONALI

SELEZIONE DI BOTTONCINI CON GUACAMOLE E SALMONE NORVEGESE

PIZZETTE DI SFOGLIA AL POMODORO

Portafortuna
LENTICCHIE DI CASTELLUCCIO DI NORCIA

Dolcezze della Tradizione Natalizia
PANETTONE, PANDORO E TORRONE

Per Brindare
VINO ROSSO
BOLLICINE


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