Recensione: Mai stati innocenti, di Valeria Gargiullo

Titolo:
Mai stati innocenti
Autore: Valeria Gargiullo
Editore: Salani
Pagine: 336
Anno di pubblicazione: 2022
Prezzo copertina: 16,00 €

Recensione a cura di Luigi Pizzi

Anna vive a Campo dell'oro, quartiere popolare di Civitavecchia dove un futuro diverso sembra un miraggio e la realtà è fatta di droga, violenza, pochi soldi e fumi tossici. Eppure Anna è vicina a realizzare il suo sogno: partire per andare a studiare a Milano. Un sogno condiviso con la mamma ma non con il fratellino Simone che, dopo aver perso il padre, un tossico violento che ha scelto di abbandonarli, vede nella partenza della sorella maggiore l'ennesimo gesto di abbandono. Motivo che lo spinge ad unirsi ai Sorci, una feroce banda criminale che controlla il quartiere a colpi di martellate. Così, divisa tra il sogno di partire e quello di restare per salvare il fratello da un destino già scritto, Anna decide di unirsi a sua volta alla banda, ma per farlo dovrà convincere il capo, Giancarlo, spietato figlio del boss carcerato che ha deciso di allargare i suoi traffici. Una decisione che pagherà a caro prezzo...


Mai stati innocenti, romanzo d'esordio di Valeria Gargiullo, conduce il lettore in una delle tante periferie italiane abbandonate dallo Stato, dove l'unica legge conosciuta è quella della strada, fatta di violenze, soprusi, umiliazioni, dipendenze e famiglie distrutte. Posti simili in città diverse dove il destino sembra ineluttabile e ogni possibilità di riscatto porta con sé un prezzo da pagare. Un destino racchiuso già nel titolo, quel "mai stati innocenti" evocativo di un peccato che è insito nel posto in cui nasci, come una seconda pelle, e di cui non potrai mai liberarti. Un posto in cui per vivere è necessario abbassare la testa e conformarsi, se non si ha voglia di diventare un bersaglio come Lorenzo, il migliore amico di Anna che ha l'unica colpa di essere sé stesso. 


Narrato in prima persona dalla protagonista, che affida ad una lettera la dolorosa confessione di quello che è stato, la storia di Anna e Simone colpisce il lettore come un pugno nello stomaco. L'effetto sortito è quello di incredulità a fronte di tanta violenza, ma anche sdegno verso chi dovrebbe farsi carico dei problemi e del degrado, materiale e umano, delle periferie. La cronaca degli eventi si mescola con i sentimenti, i pensieri e le emozioni della protagonista mentre affronta l'inferno nel tentativo di aiutare il fratello, sentendosi sempre più sporca e simile al posto in cui vive. Un libro che in qualche modo mi ha ricordato le prime fatiche di Valentina D'Urbano (Il rumore dei tuoi passi, Quella vita che ci manca, Alfredo), un'altra grande narratrice del dolore, della violenza e della solitudine delle periferie. Un romanzo d'esordio che lascia il segno e merita di essere letto.

Valeria Gargiullo (1992) proviene da un quartiere popolare di Civitavecchia e cerca nella scrittura una forma di riscatto. Ha frequentato il Master in Tecniche della Narrazione della scuola Palomar. Attualmente vive a Roma, dove studia Lettere. Questo è il suo primo romanzo.

LIBRI & CULTURA CONSIGLIA...