Recensione: Le fiabe non servono a niente, di Paola Zannoner

Titolo:
Le fiabe non servono a niente
Autore: Paola Zannoner
Editore: Laterza
Pagine: 128
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 15,00 €

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Recensione a cura di Luigi Pizzi

Il titolo del nuovo saggio di Paola Zannoner, Le fiabe non servono a niente (Laterza, 2025), suona come una provocazione. In realtà, leggendo le pagine introduttive, si comprende subito che l’autrice non intende demolire il valore delle fiabe, ma piuttosto difenderle, rilanciando una riflessione critica sul loro significato nella società contemporanea.


Negli anni Settanta, soprattutto negli Stati Uniti, prese piede un dibattito che accusava le fiabe tradizionali di perpetuare stereotipi di genere e modelli coercitivi: principesse passive, eroi maschili sempre vincenti, narrazioni che sembravano confermare ruoli prestabiliti e poco liberanti. Questa critica, se da un lato ha avuto il merito di problematizzare la lettura ingenua delle fiabe, dall’altro ha rischiato di appiattirne il senso profondo, riducendole a semplici strumenti di propaganda culturale. Zannoner si muove in questo spazio complesso con lucidità e passione. L’indice del libro mostra chiaramente il percorso che propone al lettore: dalla domanda se le fiabe perpetuino davvero stereotipi, al loro presunto valore educativo, fino alla questione più radicale – perché continuano a farci paura e a coinvolgerci ancora oggi. L’autrice suggerisce che la forza delle fiabe non sta nella trasmissione di un messaggio univoco o morale, ma nella loro capacità di raccontare paure, desideri e conflitti universali. Con uno stile limpido e accessibile, Zannoner analizza il ruolo delle fiabe come specchio e strumento di crescita, tanto per i bambini quanto per gli adulti. Alice, Pinocchio, Peter Pan, Biancaneve non sono soltanto personaggi da libro illustrato o da cartone animato, ma figure simboliche che continuano a incarnare nodi profondi dell’esperienza umana: il bisogno di ribellione, il desiderio di appartenenza, la paura dell’abbandono, il confronto con il male. Le fiabe funzionano perché, in modo diretto e quasi brutale, toccano corde emotive essenziali e danno forma narrativa a ciò che spesso rimane indicibile. Il volume non si limita a difendere la fiaba come genere letterario e popolare, ma ne mostra anche l’attualità: nonostante i cambiamenti culturali e sociali, le fiabe restano vive nella nostra immaginazione, nelle versioni letterarie e nei prodotti culturali di massa, dal cinema alla televisione. Proprio perché parlano un linguaggio archetipico, sanno rinnovarsi e continuare a dialogare con le nuove generazioni. La tesi di fondo è chiara: le fiabe non “servono” a qualcosa in senso pratico, ma servono eccome a livello simbolico e psicologico. Non hanno l’obiettivo di educare con regole morali precostituite, ma di aprire uno spazio in cui riconoscere i conflitti e affrontare le paure. In questo risiede la loro utilità: nel dare voce a ciò che ci spaventa e insieme ci attrae, nel mostrare che la vita è fatta di contraddizioni, perdite e conquiste. Le fiabe non servono a niente è quindi un testo prezioso per chiunque voglia interrogarsi sul ruolo delle narrazioni e sull’importanza delle storie nella formazione dell’immaginario collettivo. È un libro utile a insegnanti, educatori, genitori, ma anche a lettori curiosi che desiderino riscoprire perché, da secoli, non riusciamo a fare a meno delle fiabe. Zannoner ci ricorda che queste storie antiche non sono residui di un passato superato, ma strumenti ancora vitali per capire noi stessi e il mondo che ci circonda.

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Paola Zannoner, scrittrice apprezzata da un pubblico trasversale molto ampio, ha sempre studiato la fiaba e tiene laboratori di scrittura per adulti e ragazzi. Tra i suoi libri, tradotti in molte lingue: Specchio specchio (De Agostini 2012); Zorro nella neve (Il Castoro 2014, che tratta il tema del volontariato e del soccorso); Il vento di Santiago (Mondadori 2000, diventato un classico per le scuole); La linea del traguardo (Mondadori 2003, premiato con il Bancarellino); L’ultimo faro (De Agostini 2017, Premio Strega Ragazzi e Ragazze); Il Bardo e la Regina (DeA Planeta 2019, romanzo storico incentrato su Shakespeare); Ti racconto le fiabe (Giunti 2020).

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