Titolo:  Tutto il mio folle amore
Francesco Carofiglio sceglie un’estate che non finisce più per raccontare il passaggio all’età adulta: Bari, 1943. Il regime è caduto, l’armistizio spezza il Paese, la guerra non arretra davvero. In questo tempo sospeso, tre diciassettenni – Alessandro “Ale” Latorre, il cugino Italo “Lallo” Acquaviva e Carolina Fitzgerald, italo-irlandese rifugiata in Puglia dopo i bombardamenti su Roma – provano a restare fedeli ai propri sogni mentre tutto intorno si scompone. L’innesco è una mattina di luglio: un corteo studentesco festeggia la fine del fascismo, poi gli spari, il sangue sull’asfalto, la certezza che l’innocenza è stata strappata via. Da quel momento i tre non sono più spettatori.
 Le tematiche si tengono con naturalezza: formazione, amicizia, amore, scelta morale, responsabilità civile, il potere e i pericoli della propaganda, la forza della cultura come presidio quotidiano. Il romanzo ricorda che resistere non è solo imbracciare un fucile: è usare la propria voce, un microfono, una penna; è dire “no” quando sarebbe più comodo tacere; è proteggere i sogni senza smettere di guardare in faccia la realtà. La musica – soprattutto il jazz proibito – diventa lingua di libertà, il contrappunto che tiene insieme ferite e possibilità. Nel finale nulla è semplificato: la storia grande non concede risarcimenti facili, ma affida a quei ragazzi – e a chi verrà dopo – una consegna: vigilare, scegliere la bellezza contro la barbarie, custodire la propria libertà ogni giorno. Tutto il mio folle amore è, in sintesi, un racconto di crescita dentro la Storia: commuove senza compiacere, illumina senza predicare. Invita a credere che anche nei tempi più bui resti uno spazio per la voce, la cura, la gentilezza operosa. E che quel “folle amore” del titolo – fame di vita, di giustizia, di futuro – sia la sola misura con cui diventare adulti senza diventare cinici.
Francesco Carofiglio è scrittore, architetto, illustratore e regista. Ha pubblicato con alcuni tra i più grandi gruppi editoriali, in Italia e all’estero. Tra i suoi numerosi romanzi L’estate del cane nero (Marsilio 2008), La casa nel bosco col fratello Gianrico (Rizzoli 2014), L’estate dell’incanto (premio selezione Bancarella 2020) e Le nostre vite (Piemme 2021).
Autore: Francesco Carofiglio
Editore: Garzanti
Pagine: 320
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 12,90 €
Editore: Garzanti
Pagine: 320
Anno di pubblicazione: 2025
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Recensione a cura di Luigi Pizzi
Il romanzo segue Ale, ragazzo introverso e lucido, appassionato di musica, che trova nella parola e nel suono un varco per capire il mondo. Lallo è il suo rovescio: impulsivo, sportivo, insofferente a ogni disciplina, in conflitto con un padre ufficiale e con un destino che non vuole subire. Carolina, colta e ironica, porta con sé una luce diversa: una voce che incanta e la prova tangibile che la bellezza può ancora avere cittadinanza in mezzo alle rovine. L’amicizia fra i due cugini e l’amore che nasce – inevitabile e fragile – attorno a Carolina sono raccontati senza retorica: entusiasmi, gelosie, scatti d’orgoglio, slanci e ripensamenti. Sono ragazzi veri, non figure esemplari. Al centro della vicenda si colloca Radio Bari: occupata da un gruppo di giovani dopo l’8 settembre, diventa cassa di risonanza della speranza. In quegli studi, dove gli apparecchi del regime sono stati “riconvertiti”, parole e musica tornano a essere strumenti liberi. Ale mette la propria voce al servizio delle trasmissioni, Lallo presta coraggio e spalle larghe, Carolina porta canto e carisma. La radio non è uno sfondo: è un personaggio, il luogo dove l’idea di resistenza prende forma quotidiana. Tra notiziari, letture, brani proibiti, l’etere si fa casa comune, consolazione e sprone. Sullo sfondo passano figure reali della cultura e dell’informazione, a ricordare che la liberazione fu anche un fatto di intelligenza e di suono, non solo di armi. 
Carofiglio intreccia la storia collettiva (la repressione di luglio, l’armistizio, l’arrivo degli alleati, l’esplosione al porto di dicembre) con la storia minima di tre adolescenti che imparano a scegliere. Il titolo non allude solo a un sentimento romantico: è lo slancio vitale di chi, pur tremando, decide da che parte stare. L’autore non cerca effetti speciali: la sua prosa è limpida, misurata, empatica; la tensione nasce da dettagli concreti – una corsa al mare, una prova in redazione, una discussione in famiglia – e da frasi che tornano come ritornelli e si incidono nella memoria. Qua e là il parlato dei ragazzi suona volutamente contemporaneo: è una scelta consapevole, che avvicina i lettori di oggi a quei diciassettenni di ieri e ribadisce il ponte tra epoche. I personaggi sono tratteggiati con cura. Ale cresce passando dalla timidezza all’assunzione di responsabilità; Lallo incarna la fame di vita e il rischio di perdersi; Carolina è insieme presenza concreta e promessa di futuro, non ridotta a simbolo ma ragazza piena, con desideri e paure. Attorno a loro si muovono adulti non monolitici: padri autoritari, insegnanti, redattori, amici di redazione, testimoni di un mondo che si sbriciola e di un altro che tenta di nascere.
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| Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/cb/Tecnico_a_Radio_Bari.jpg/220px-Tecnico_a_Radio_Bari.jpg | 
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| Immagine dal sito: https://www.iltascabile.com/wp-content/uploads/2022/03/COVER.jpeg | 
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