Il trailer di "Quei bravi ragazzi" di Martin Scorsese, al cinema solo il 17, 18, 19 novembre in occasione dei 35° anniversario
Anche se “Goodfellas” copre un arco temporale che va dal 1955 al 1980, le modalità di rappresentazione di Scorsese sono già pienamente calate nell’estetica degli anni ’90. Nel filmare una classica storia di mafia e violenza, ascesa e caduta, volgarità e ferocia imperniata sulla figura del mafioso (realmente esistito) Henry Hill (Liotta), Scorsese imprime infatti alle immagini un ritmo mozzafiato e adrenalinico. Dialoghi come frustate, enfatizzati da un turpiloquio che diventa la cifra stessa del film, un design sonoro innovativo e i “suoi” attori intonati all’unisono. Scorsese si distacca volutamente dalla visione epica del “Padrino” di Coppola e dal romanticismo estremo di “C’era una volta in America” di Leone e riporta la mafia alla sua altezza reale fatta di sangue, soldi, prostitute e ferocia, sospendendo il giudizio a favore di una distanza/aderenza quasi documentaristica alla materia. Immensa la colonna sonora: 46 brani in due ore e mezza, tra Rolling Stones, Giuseppe Di Stefano, Aretha Franklin, Muddy Waters, Derek and the Dominoes.
Il film torna ora al cinema in tutto il suo splendore, per un’esperienza unica da vivere sul grande schermo, dove la potenza visiva e narrativa di Scorsese trova la sua dimensione più autentica.