Titolo: Qualcosa che brilla
Autore: Michela Marzano
Editore: Rizzoli
Pagine: 288
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 19,00 €
La trama si snoda tra le storie personali di Sara, Irene, Clara, Gianpaolo, Noemi, Sandra, Viola e Luca: ognuno fa esperienza del dolore in modo diverso, ognuno mostra frammenti di sé che gli altri spesso non notano. Mauro, segnato da un incontro passato con Arianna, si trova a ribaltare le proprie paure, a confrontarsi con la fallibilità del suo ruolo, perché non basta curare i sintomi se non si cura il vuoto che li genera. Marzano non offre soluzioni scontate: non curva la storia verso la redenzione facile, ma verso una convivenza con la fragilità, verso un riconoscimento reciproco tra chi soffre e chi ha la responsabilità di star accanto. Il linguaggio è limpido, raffinato ma empatico: le voci dei ragazzi non suonano come monologhi perfetti, piuttosto come frammenti veri, barlumi di voce ancora incerti, parole spezzate, silenzi che pesano. I dialoghi hanno l’urgenza del quotidiano, le descrizioni evocano la solitudine fisica e mentale, la paura che diventa corpo. La scrittura sa essere intensa senza diventare opprimente: Marzano sa quando fermarsi, quando lasciare spazio al respiro. Non si affida a formule cliniche, non trasforma i suoi personaggi in categorie, diagnosi, ma li fa vivere, scegliere, sbagliare. Tra le tematiche emergono l’ascolto come atto di cura, la critica verso diagnosi mediche affrettate o etichette che semplificano, il bisogno che gli adulti riconoscano che le generazioni più giovani stanno urlando la loro sofferenza chiedendo di essere viste, non giudicate. Anche la responsabilità degli adulti — insegnanti, genitori, operatori — diventa un tema centrale: non più solo “fare qualcosa”, ma esserci, stare vicino, non delegare alla distanza. Marzano mostra come l’adolescenza non sia solo crisi, ma anche resistenza, una scintilla che brilla nel buio. Nel complesso, Qualcosa che brilla è un romanzo che tocca, scuote, illumina. È una lettura che fa male, ma che fa anche bene, perché restituisce dignità a chi soffre nel silenzio. Forse non tutti i percorsi sono completamente originali: la letteratura recente ha già scavato nelle ferite adolescenziali; ma la cifra che Marzano porta è quella dell’umanità disarmata, dell’attenzione verso chi viene considerato fragile. E in un mondo che frequentemente preferisce etichettare e mettere in ordine, questo libro è un invito urgente: smettere di curare “il male” come se fosse un oggetto, e iniziare a stare accanto alle vite che tremano.
Michela Marzano (Roma, 1970) è scrittrice, filosofa, editorialista de “la Repubblica” e de “La Stampa”. Ha pubblicato, tra gli altri, Volevo essere una farfalla (2011), L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore (Premio Bancarella 2014), Papà, mamma e gender (2015), L’amore che mi resta (2017) e Idda (2019).
Autore: Michela Marzano
Editore: Rizzoli
Pagine: 288
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 19,00 €
Acquista su Amazon: https://amzn.to/4nZooQJ
Recensione a cura di Luigi Pizzi
Qualcosa che brilla non è solo un romanzo sull’adolescenza: è un dipinto a più mani delle ferite che i ragazzi portano dentro, della solitudine che spesso li inghiotte, ma anche della luce che riesce a farsi spazio, nonostante tutto. Michela Marzano costruisce una storia corale dove otto adolescenti, ciascuno segnato da un sintomo — chi non esce più di casa, chi lotta con il cibo, chi ruba, chi si auto-ferisce — si incrociano con il dottor Mauro Rolli, psichiatra che ha rinunciato ai protocolli freddi per fondare un Centro, La Ginestra, fatto di ascolto, presenza, relazioni concrete. È un luogo dove i sentimenti, anche quelli più spinosi, trovano un suolo in cui germogliare, nonostante la paura che chiudersi nel silenzio pare offrire.
Qualcosa che brilla non è solo un romanzo sull’adolescenza: è un dipinto a più mani delle ferite che i ragazzi portano dentro, della solitudine che spesso li inghiotte, ma anche della luce che riesce a farsi spazio, nonostante tutto. Michela Marzano costruisce una storia corale dove otto adolescenti, ciascuno segnato da un sintomo — chi non esce più di casa, chi lotta con il cibo, chi ruba, chi si auto-ferisce — si incrociano con il dottor Mauro Rolli, psichiatra che ha rinunciato ai protocolli freddi per fondare un Centro, La Ginestra, fatto di ascolto, presenza, relazioni concrete. È un luogo dove i sentimenti, anche quelli più spinosi, trovano un suolo in cui germogliare, nonostante la paura che chiudersi nel silenzio pare offrire.
Acquista su Amazon: https://amzn.to/4nZooQJ